UNO “SPAGHETTO” D’ORO A SOSTEGNO DELL’AIDO DI TARANTO / LA STAGIONE ARTISTICA 2016 DI LA CAPANNINA RELAX CAFE’ DECOLLA COL BOTTO AL PALAMAZZOLA
di Annibale Gagliani______
Quando le note di un pianoforte neomelodico raggiungono il tetto d’Italia, c’è sempre qualcosa da ricercare oltre la cieca apparenza. 14 aprile 2016, Taranto, Palamazzola, La Capannina Relax Cafè ospita in riva all’incantevole mare ionico uno dei cantautori più amati del panorama italico: O’ Spaghetto.
Un concerto che ha mille ragioni per essere incastonato nello scrigno dei ricordi del popolo tarantino, noi ve ne rammentiamo tre: riparte “l’angolo verde della città” in Villa Peripato, Napoli e Taranto unite contro il cancro sociale che le attanaglia e il gruppo comunale dell’AIDO tarantino (Associazione Italiana per la Donazione di Organi) che regala fondamentali spunti di riflessione ai presenti con il suo inesauribile contributo.
Lo staff di La Capannina Relax Cafè ha proposto al fiume di fans presenti uno spettacolo niente male, che ha unito appassionati di ogni angolo delle Puglie, ballerini e cantanti a squarcia gola sulle tribune e nel parterre. Ma chi è questo tanto discusso primattore della magica serata di Via Battisti?
Luigi D’Alessio, per gli amici Gigi, non è solo una star napoletana che calca la scena da più di trent’anni, ma è anche un produttore discografico, autore e all’occorrenza conduttore televisivo e attore.
Nasce in una Napoli de filippiana il 24 febbraio del 1967, e sin da guaglione cullava un dolce tarlo: la musica. In particolare era attratto dagli strumenti e dalla loro armonia librata nell’aria. Durante l’infanzia si dedica allo studio della fisarmonica e del pianoforte (amico di tutta una vita), studiato prevalentemente da autodidatta fino a quando varcò le porte del conservatorio.
Guadagnava qualche spicciolo per mantenere il peso degli studi con feste patronali, matrimoni e comunioni, esibendosi in un piano-bar sentimentale, colonna sonora di una Napulè che tremava nelle strade sotto i colpi della camorra e sognava a Fuorigrotta con le magie del diez Diego.
Indubbiamente l’adolescente Gigi non si sarebbe mai aspettato in quei giorni di esibizioni umili e malpagate, che pian piano il suo nome sarebbe balzato nelle menti di tutti gli ascoltatori campani. Decisivo nel suo percorso da cantautore fu l’incontro con Mario Merola, mentore storico di D’Alessio, che lo ingaggiò come pianista ufficiale negli spettacoli e nei film da lui ideati. Il maestro della tanto decantata tragedia napoletana cucì addosso al giovane musicista un soprannome affettuoso destinato a distinguerlo dagli altri colleghi partenopei: O’ Spaghetto.
Arriva l’incontrollabile successo: negli anni novanta coi primi album incomincia a serpeggiare il suo stile semplice e onesto, accompagnato da un’innamorata tiritera, che imperversava in tutto il panorama nazionale. D’Alessio diventa il paroliere dell’innamorata terra di Partenope targata ninety years, completamente assorta nei sentimentalismi affacciati al Tirreno e pur sempre dura per le lacrime dei quartieri più poveri. Dedica alla città del sole (da sempre sua patria prediletta) un celebre concerto nel giugno del 1997 allo stadio San Paolo, dove 20.000 afictionados cantavano senza freni singoli come “Chiove” e “Anna se sposa”.
Ma in quei mesi O’ Spaghetto sbarcò al cinema col film “Annarè” di Ninì Grassia, dove la sua interpretazione da protagonista portò un miliardo di lire d’introiti al box office. Rimane negli occhi di tutta Napoli la pellicola del 1999, sempre di Grassia, “Cent’anni” (che prende il nome da un pezzo che D’Alessio dedicò diverse primavere prima a Merola). Il film fa breccia nel cuore di tutti e si issa nei ricordi della critica popolare napoletana come l’ultima apparizione cinematografica di Mario Merola.
Gigi arriverà alla fine degli anni novanta a esibirsi dinanzi al Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton per il galà del National Italian American Foundation, diventando uno dei pochi italiani a fregiarsi di tale onere. Nel nuovo millennio d’alessiano vi sono da registrare quattro partecipazioni al festival di San Remo: nel 2000 con il brano “Non dirgli mai”, nel 2001 con “Tu che ne sai” (festival della dinastia Baudo); nel 2005 con “L’amore che non c’è” (rassegna canora condotta da Bonolis); e nel 2012 in coppia con Loredana Bertè presentando il pezzo “Respirare” (in un San Remo targato Morandi).
In questi anni vengono pubblicati album polverizzati dai suoi ascoltatori negli store di Napoli, costiera amalfitana e dintorni, su tutti vale la pena ricordare: “Il cammino dell’età” (2001), “Quanti amori” (2004), “Made in Italy” (2006) e “Ora” (2013). L’ormai maturo Gigi annovera tra i suoi successi più di venti milioni di dischi venduti con ben 24 album, un disco diamante e oltre cento dischi di platino. L’ultima fatica discografica, “Malaterra”, rappresenta una sfida particolarmente accattivante per il Gigi azzurro.
Dodici cover delle canzoni napoletane più leggendarie, rimodernate con l’apporto di intense personalità che avvalorano pescate da generi musicali differenti: fuoriclasse internazionali come Michael Thompson, variopinti artisti tricolori come i jeunes Briga, Dear Jack e Bianca Atzei, e due colonne angolari chiamate Gianni Morandi e Anna Tatangelo. Il “Malaterra World Tour” vedrà la prossima tappa del suo viaggio focoso a La Valletta, in Malta, dopo il pienone della noche del palazzetto Tarantino.
D’Alessio è l’icona della Napulè pura, marchiata a fuoco con fieri pentagrammi neomelodici, da cui di certo non si fugge. Punto di non ritorno, soprattutto se sei innamorato e passeggi abitualmente per via Toledo e sogni di gustare una pizza “co a pummarola an groppa” su un terrazzo al plenilunio, mano nella mano con la tua femmina tanto agognata. No, Napoli non è solo pulcinella e mandolino, Napoli è anche Gigi D’Alessio. Perché lo Spaghetto d’oro? Beh, piaccia o non vi piaccia, parlano i risultati per lui.
Tornando a voi non fatevi raccontare l’emozione di respirare nell’angolo verde di una Taranto affamata di serenità, arte e cultura, ma vivetela… e soprattutto passate a trovare gli amici dell’AIDO rossoblu, tra due chiacchiere, un sorriso e un caffè, potrete aprire la mente, riscoprendovi persone migliori.
Gruppo Comunale AIDO Taranto
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