TREPUZZI – ROTATORIA: ALTRI ULIVI VANNO GIÙ. MA NON ERANO DA SALVARE?
di Eleonora Ciminiello______Trepuzzi – Giugno 2015. All’indomani delle elezioni regionali 47 ulivi vengono abbattuti per far posto ad una rotatoria. Non una rotatoria come tante, bensì una struttura di ben 90 metri di diametro la quale attraverso delle complanari deve agevolare e mettere in sicurezza le entrate ai comuni di Trepuzzi, Squinzano, Campi Salentina, Villa Convento e Lecce.
L’intervento delle amministrazioni, ed in particolar modo della Provincia, cui compete l’ammodernamento della strada, è sempre stato considerato necessario vista la pericolosità della Statale 7 Ter: diversi sono stati, infatti, gli incidenti avvenuti lungo quel percorso.
Un percorso, a dire il vero, che da sempre è tenuto al buio, sprovvisto di illuminazione notturna, di semafori, di rallentatori, di qualsivoglia strumento necessario nell’immediato a frenare la corsa delle auto.
Il livello di attenzione da parte delle amministrazioni tutte si è alzato dal momento in cui è stato lanciato un bando di gara per la costruzione di una rotatoria del valore di 1 milione 250 mila euro. Ovviamente tanto denaro pubblico non può restituire come risultato una normale rotatoria, o due rotatorie più piccole, o ancora strumenti di rallentamento meno invasivi per il paesaggio, ma deve essere all’altezza delle aspettative: 25 mila metri quadri di terreno agricolo occupati e 210 ulivi, molti dei quali secolari, da abbattere.
Lo sradicamento dei primi 47 ulivi ha sortito come risultato il blocco dei tagli e quindi anche dei lavori, imposto da tutti quei cittadini che pur ritenendo essenziale la messa in sicurezza della strada, hanno visto nel progetto della rotatoria uno dei tanti modi per sperperare denaro pubblico ai danni del territorio. A porsi contro i tagli anche alcuni proprietari, che avvalendosi della legge, hanno chiesto l’espianto ed il reimpianto degli ulivi in fondi vicini di loro proprietà.
All’appello “Salviamo gli ulivi della rotatoria” hanno risposto anche altri cittadini, che pur di non veder abbattere ulivi monumentali, hanno messo a disposizione le loro campagne, e mezzi propri per eseguire il reimpianto: in realtà la legge prevede il reimpianto solo su terreni pubblici o in via eccezionale su fondi di proprietà degli ex titolari dei terreni espropriati. In buona sostanza, meglio sradicare gli ulivi e farne legna da ardere che darli in custodia a qualcun altro. Siamo quindi in giugno, durante la fantomatica emergenza xylella: gli ulivi non possono essere movimentati per via delle disposizioni imposte con le delibere ministeriali ed il piano Silletti.
La situazione sembra bloccata: i proprietari che hanno fatta richiesta di reimpianto degli ulivi non ricevono risposta, e viene accordato dalla Regione Puglia solo lo spostamento di 17 ulivi.
Nella giornata di ieri, 5 aprile 2016, le ruspe e le motoseghe sono state riaccese: ad essere abbattuti 35 ulivi. Anche questa volta le ruspe sono state fermate, anche se il più del danno era ormai stato fatto. Anche questa volta i proprietari non hanno ricevuto alcuna comunicazione, e si sono ritrovati nella loro proprietà davanti ad uno scenario mostruoso. Anche questa volta si evince una totale mancanza di comunicazione da parte dell’amministrazione comunale, che non è ancora chiaro se era a conoscenza o meno dei lavori. In realtà, in entrambe i casi la situazione ritorna ad essere molto grave: possono dei lavori di questo genere prendere il via senza darne comunicazione al comune? Qualcuno all’interno dell’amministrazione comunale ha letto la comunicazione? Perché non ha prontamente riferito a chi di competenza? E se il comune sapeva, perché non ha dato comunicazione ai proprietari, visti i precedenti? Ancora una volta quindi emergono quelle lacune dell’amministrazione trepuzzina che ogni volta in cui è chiamata in causa risulta essere incapace ed inconcludente, ignava dinanzi alle sue responsabilità.
A fermare le ruspe, assieme ad alcuni cittadini attivi che avevano raggiunto il posto, uno dei proprietari che aveva messo a disposizione i suoi terreni vicini per reimpiantare gli ulivi da abbattere, Francesco Pezzuto, il quale attendeva l’ispettore fitosanitario e non i mezzi per lo sradicamento.
Infatti, con l’ultimo Decreto Ministeriale firmato il 18 febbraio 2016 che va a modificare il vecchio Decreto del 19 giugno 2015, “Recante misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella Fastidiosa nel territorio della Repubblica”, il ministro Martina inserisce il comma 9, che sostiene: “9. In deroga al comma 1 il servizio Fitosanitario Regionale può autorizzare lo spostamento di piante specificate per la realizzazione delle opere dichiarate di pubblica utilità, che hanno conseguito le previste autorizzazioni e di cui è stata svolta, con esito positivo, la Valutazione di Impatto Ambientale…”.
Ovviamente questo comma è stato prodotto dalla mente del Ministro Martina solo per agevolare la realizzazione di TAP, ma dovrebbe ora essere utilizzata per tutte le opere di pubblica utilità, in quella che lui stesso ha voluto dichiarare zona infetta. La Regione Puglia, ed in particolar modo i dirigenti dell’Osservatorio Fitosanitario regionale, non dovrebbero prendere in carico l’analisi degli ulivi da reimpiantare ed autorizzarne lo spostamento, se è vero, come dicono, che il loro obbiettivo è salvare il patrimonio olivicolo salentino?
Sappiamo benissimo che loro sono più esperti e competenti dei sottoscritti, ma vorremmo ricordare che una volta autorizzato il reimpianto si dovrà attendere il periodo di letargo degli ulivi: spostarli ora, in piena fioritura, significherebbe condannarli ad una morte certa, anche se più lenta di quella messa in atto con gli sradicamenti.
La rotatoria, quindi, dovrà attendere l’inverno, quando gli ulivi non vegetano e sarà possibile avere la certezza che continueranno a vegetare e produrre olive ed ossigeno. Nel frattempo, se davvero le amministrazioni avessero a cuore la messa in sicurezza dei conducenti, potrebbero provvedere a richiedere, cosa che non hanno mai fatto, l’inserimento di nuovi lampioni, di qualche rallentatore e di almeno 4 semafori: costerà solo qualche migliaio di euro e non 1 milione 250 mila euro, ma siamo certi che la vita dei cittadini vale questa spesa.
Stamattina tutte le parti, ovvero proprietari, dirigenti provinciali, sindaco ed assessore all’ambiente di Trepuzzi, impresa appaltatrice, avvocati e ispettori forestali, si incontreranno per capire chi questa volta ha sbagliato: come dire, con i documenti alla mano, il gioco delle tre carte sarà svelato, e chi ha colpa pagherà.
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