IL VIA LIBERA DELL’ EUROPA ALL’ OLIO TUNISINO
(Rdl)______L’ europarlamento ha dato il via libera finale al pacchetto di aiuti d’urgenza alla Tunisia, fra cui l’importazione di 35.000 tonnellate aggiuntive di olio d’oliva senza dazi nell’Unione europea per due anni, che si aggiungono al contingente tariffario annuale pari a 56.700 all’anno. Il voto era stato sospeso il 25 febbraio, ieri il comitato dei rappresentanti permanenti ha recepito gli emendamenti tecnici e comunicato che avrebbe adottato il testo che sarebbe passato oggi al Parlamento europeo. ‘Stamattina l’aula ha approvato con 500 sì, 107 no, 42 astenuti.
Quindi l’olio tunisino continuerà a entrare in Europa senza dazi.
L’adozione del provvedimento è stato deciso dall’Ue per sostenere l’economia tunisina messa a dura prova dal crollo del settore turistico in seguito agli attentati terroristici dello scorso anno. Secondo la relatrice, la francese liberale Marielle de Sarnez, l’aumento temporaneo “fornirà un aiuto essenziale alla Tunisia e non dovrebbe destabilizzare il mercato europeo”.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha così commentato l’ accaduto: “E’ già boom delle importazioni (+481% nel 2015) dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 milioni di chili. Per questo è un errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017, a cui la Ue ha dato il via libera in quanto è più forte il rischio delle frodi. Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori“.
In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato. Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane.
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In questi casi non aiuta molto il celebre “lo avevamo detto” ma l’ok definitivo di Strasburgo al provvedimento che autorizza l’aumento dell’ import di olio tunisino, a dazio zero per ulteriori 35mila tonnellate, non ci coglie impreparati.
Per primi, da Forza Italia, infatti, avevamo denunciato i rischi di frodi e il duro colpo che per il mercato avrebbe rappresentato l’ingresso di ingenti quantitativi di prodotto a basso costo; lo avevamo fatto a Lecce alla presenza – tra gli altri – di Coldiretti e Confagricoltura e la nostra delegazione ha coerentemente espresso voto contrario in assemblea.
Le attuali manifestazioni di dissenso del Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, invece, ricordano molto le ben note lacrime di coccodrillo, dal momento che era stato il suo stesso partito a votare a favore della decisione.
Ribadiamo la assoluta condivisione del principio di vicinanza e solidarietà ad un Paese come la Tunisia, alle prese con la spirale del terrorismo, ma anche la totale contrarietà nei confronti di una misura che ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi riteniamo inefficace a tal fine ed in grado di mettere gravemente in difficoltà il nostro comparto produttivo e l’economia del Mezzogiorno, come le reazioni delle associazioni di categoria di queste ore confermano.
Ci auguriamo che siano i regolamenti attuativi a scongiurare scenari facilmente ipotizzabili.
Con 500 voti a favore, 107 contrari, 42 astenuti l’Europarlamento ha deliberato oggi l’ingresso di olio tunisino in Europa.
Quelle che erano solo preoccupazioni più volte sollevate sono diventate una realtà e l’amarezza più grande è che l’Europa è rimasta sorda agli appelli per la difesa del Made in Italy e del nostro olio extravergine d’oliva di Istituzioni, associazioni di categoria, operatori, cittadini.
Il 6 dicembre tutti i consiglieri regionali della Puglia, discutendo un nostro ordine del giorno, hanno espresso un convinta contrarietà all’ingresso di olio tunisino sui nostri mercati per le gravi ricadute sui nostri agricoltori già alle prese con una grave crisi del comparto, aggravata nel Salento dal problema Xylella.
Un appello unitario e trasversale totalmente inascoltato.
Non siamo contrari ad aiutare gli agricoltori tunisini che vivono sicuramente una situazione politico-economica difficile, ma chi aiuta gli agricoltori pugliesi?
La nostra preoccupazione è che l’Europa finisca per essere più vicina all’Africa e meno all’Italia.
La Puglia non si lasci contagiare dalla questione dazi dell’olio tunisino che tiene ancora banco e alimenta la retorica di chi fino ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi si è dimostrato poco attento a difendere le produzioni locali e i nostri produttori.
L’Italia produce circa 410 mila tonnellate, ne esporta 330 mila e ne importa 500 mila. E’ più l’olio importato di quello prodotto, segno che l’agroindustria olearia italiana gioca sporco già in casa nostra: spesso spacciamo come olio nazionale miscele di olio spagnolo, greco, turco, tunisino vendute a prezzi bassissimi.
Il Ministro Martina farebbe bene se vuole difendere i fattori naturali, umani e ambientali del nostro Paese a definire procedure e controlli seri in casa nostra, solo così potremmo dire di difendere produttori, trasformatori e consumatori del miglior olio extravergine del mondo. L’agricoltura dovrebbe essere un progetto collettivo e territoriale, dobbiamo capirlo in fretta almeno noi in Puglia.
L’agroalimentare pugliese e nazionale è ormai sotto attacco da diversi anni” e spesso le denominazioni di origine (DOP, IGP, DOC, etc.) esistono solo sulla carta e anzi vengono sfruttate dalle agromafie che hanno creato un mercato criminale, quello delle frodi, che frutta più di 16 miliardi di euro.
A pagare sono i nostri produttori onesti schiacciati da costi di produzione elevati e da un mercato scorretto che li ha praticamente messi fuori gioco.
La Puglia ha a disposizione 1 miliardo e mezzo di euro, una dotazione importante per il prossimo quinquennio del PSR 2014-2020 e non dobbiamo fare l’errore del passato di realizzare una spesa che è stata più quantitativa che qualitativa.
Queste risorse siano destinate agli agricoltori che vogliono investire in un progetto locale che valorizzi le eccellenze pugliesi attraverso forme di agricoltura che puntino a migliorare la qualità di vita delle aree rurali e delle nostre produzioni.
“UE e PD nemici della nazione”, “Dall’olio tunisino alla Xylella state distruggendo la nostra terra”, questi i testi degli striscioni affissi da CasaPound Italia in tutta la regione, per protestare contro la decisione del Parlamento europeo di importare senza dazi 35mila tonnellate di olio di oliva tunisino.
La misura, proposta dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha incontrato il voto favorevole di dodici euro parlamentari italiani, tutti provenienti dalle fila del Partito Democratico. Gli striscioni sono stati esposti presso aeroporti, porti e centri commerciali delle province pugliesi.
“La Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo ha approvato l’importazione dalla Tunisia, senza dazi, di 35mila tonnellate di olio di oliva per il 2016 e il 2017, che si sommano alle quasi 60mila già previste. Si tratta di un’invasione di olio a basso costo che contribuirà a mettere in ginocchio il nostro comparto olivicolo” si legge in una nota diffusa da Cpi Puglia.
“Questa scellerata presa di posizione da parte dell’Unione europea, avallata da dodici parlamentari del Pd, tra i quali Cofferati e Kyenge, danneggerà ulteriormente l’olivicoltura nazionale e, in particolare, quella pugliese, già vessata da crisi economica, pressione fiscale e dalla pseudo epidemia di Xylella”.
“E’ in corso una svendita della nostra nazione, del suo patrimonio pubblico, dei suoi comparti economici più rappresentativi e della sua sovranità. Una svendita – conclude la nota di CasaPound – voluta da Bruxelles con il contributo determinante del Partito Democratico”.