LA STORIA / DAL SALENTO MINUSCOLE PERLE DI SOLIDARIETA’ IN UN MONDO DISTRATTO
“I potenti rammentino che la felicità non nasce dalla ricchezza né dal potere, ma dal piacere di donare.” Se amate “Storia di un impiegato”, “Bocca di rosa” o “La guerra di Piero” apprezzerete ancora di più questo consiglio, perché è Faber a parlare. Ascoltano De Andrè non solo i pescatori del molo o i pesci dell’acquario, ma soprattutto le persone semplici.
Una di queste è Antonella, ragazza loquace e solare di un paesino troppo microscopico per essere ascoltato. Lei ha gli occhi azzurri come quelli di chi non si stanca di ammirare il cielo, cercando risposte. Dovreste vederla, fa l’insegnante e cucina cibi prelibati per il fratello e la mamma, coi quali condivide un tetto orfano di padre. Guida con destrezza una macchina speciale, che sembra più una monoposto da formula uno con tutti quei bottoni.
Per lei l’altruismo è tutto! Appena sveste i panni di maestra severa (ma amabile) veste quelli di volontaria all’Unitalsi del suo rigido borgo. Diciamo che non è una volontaria qualunque, è con diligenza la presidente dell’associazione benefica. Bambini, giovanotti, uomini e donne sprizzanti, una banda scalmanata da guidare. Tra disegni alla Van Gogh, canti all’Adriano Celentano e abbracci disumanamente profondi, i giorni corrono come la tramontana nel calendario. Ha girato buona parte dell’Italia questa combriccola audace dalla carica formidabile, e il più delle volte la guida turistica è stata proprio Antonella, entusiasta di far scoprire un frammento di mondo a tutti loro.
Vogliono sempre viaggiare queste giovani trottole e poi aspettano con ansia le serate di luna piena in cui alla sala polivalente si muore dalle risate dinanzi alla pizza delle volontarie più anziane. Oh, Carlo Cracco gli fa un baffo a queste! Poi tra poco inaugureranno la nuova Casa Famiglia voluta fortemente da tutti i tesserati e sarà talmente bella e spaziosa da ospitare fino a dieci metri di pizza con tre kili di prosciutto e cinque kili d’amore. E poi si ballera fino al tramonto con musica alta, che verrà abbassata quando i genitori verranno a prendere i ragazzi. Difficilmente questi vorranno lasciare l’amichetto o la fidanzatina e tornare a casa, ma i papà gli ricorderanno che c’è un atteso film ad aspettarli o semplicemente il nonno per giocare a ruba mazzetto.
Ma torniamo alla presidente dagli occhioni blu. Antonella vive, piange, ama il suo Dio e non ha paura di niente. Quando arriva la sera malinconica, dove le nuvole emanano una stanchezza che frega anche gli ultimi maciste, lei sta già pensando a come far riempire di gioia i cuoricini dei ragazzi. “L’opera umana più bella è di essere utile per il prossimo”, disse Sofocle e la nostra volontaria lo ha studiato con cura nel suo percorso.
Intanto continuano senza sosta a girargli intorno le sue trottole dai sentimenti puri. Lei osserva quel moto caloroso, come un contadino veglia le prime rose, poi prende la rincorsa e spinge la sua carrozzina per raggiungerli. Uno sforzo fisico non indifferente, un calcio diretto all’egoismo del genere umano.
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