POLEMICHE / L’ ARCHITETTO CONTRO TUTTI SUL PROGETTO DI RECUPERO DELLA CASA PATERNA DI CARMELO BENE
Non mi creano più meraviglia le polemiche apparse sui quotidiani di tutta Italia, dovute alla pubblicazione del progetto di recupero della casa paterna di Carmelo Bene, perché la situazione che si è venuta a creare è lo specchio dell’immobilismo e del pantano in cui versa il Bel Paese.
La nostra mentalità tradizionalista e conservatrice, unita alla poca lungimiranza, voleva vedere imbalsamata, o, meglio, mummificata la suddetta dimora al fine di farla divenire un contenitore culturale di non precisata specie.
Dispiace che queste considerazioni arrivassero proprio da coloro che dovrebbero essere i portavoce di un grande rinnovamento, di una rinascita culturale ed economica.
Invece con superficialità e leggerezza, senza nulla conoscere di un recupero innovativo e audace, sentenziano proposte al limite della ragione. Inconcludenti e prezzolati, vorrei vedere cosa farebbero oggi con la casa di Bene, quello che fanno (anzi non fanno) con tutti i beni architettonici italiani (che vorrebbero vendere per fare cassa tra l’altro).
In particolare Vladimir Luxuria che dall’alto della sua vasta e smisurata cultura, sembrava godere di un filo diretto con i trapassati tanto da affermare, parole sue, che ‘Carmelo Bene si stesse centrifugando nella tomba’, invece di fermarsi a riflettere sull’aspetto meritocratico di un’opera ardita. Prima di giudicare, Vladimir Luxuria avrebbe dovuto avere l’umiltà di andare a leggere le entusiastiche recensioni scritte a riguardo dell’operato professionale del sottoscritto. Si aggiunse poi al coro, rincarando la dose, anche Carla Fracci, che farebbe bene, a mio modesto avviso, a ricalzare le scarpette da punta al fine di allietarci con un pas de deux.
I soliti perbenisti, finti moralisti, idealizzano falsamente la cultura, cercando di farla apparire come qualcosa di ultraterreno, da non sporcare col business del vile denaro. Mi piacerebbe sapere questi signori da dove ricavano le sostanze per campare o se vivono di aria e ..cultura!!!
Per non parlare poi di Raffaella Baracchi e Salomè Bene che sin dal primo momento hanno minacciato diffide nell’eventualità di utilizzo del nome di Carmelo Bene o della creazione di un museo a lui dedicato. ‘Che non si offuschi tutto ciò che concerne l’Arte con altri interessi che purtroppo ledono la società odierna’, ha sbottato Salomè Bene davanti alla platea del Premio Targa 2012, forse dimenticando che il sommo Maestro richiedeva un cachet di 30 milioni di lire a serata negli ultimi anni della sua brillante carriera…
Non fu il ladrone, né il fanatico, né il bestemmiatore a porre il suggello alla distruzione che essi stessi avevano operato; la guerra, la collera, il terrore avrebbero potuto imperversare oltre ogni limite, e quei poderosi muri sarebbero risorti, e quegli agili pilastri sarebbero cresciuti di nuovo da sotto le mani dei distruttori. Ma non poterono risorgere dalle rovine di quella verità che essi stessi avevano violato.
Ma non bastava tutto questo, no giammai! Doveva pure intervenire la nuova proprietà per far peggio con un colpo di scena: liquidare il progettista, sostituendosi all’architetto ed arrogandosi la presunzione di apportare inopportune modifiche. Della serie ‘faso tuto mi’.
Più che distrutto, è stato profanato lo spirito del progetto. Palpitava in esso l’anima di Carmelo Bene, anima che non abbandona i monumenti se sopravvive qualcosa al suo posto. Quest’anima è stata spenta; ma come fosse la vendetta d’un nume, tra le mani dei sacrileghi quel monumento rimarrà freddo e scolorato come una statua di sale…
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