ADDIO A DINO, NON LO VEDREMO PIU’ IN STAZIONE
(e.l.)______Il suo vero nome era Teodoro, ma tutti lo chiamavano Dino, quelli che condividevano il suo destino, la sua scelta, la sua condanna, di senza tetto, e quelli che gli parlavano e lo aiutavano, e adesso lo piangono e dicono che era una persona buona e tranquilla. Aveva 49 anni. Di nazionalità belga, da anni viveva a Lecce nei pressi della stazione ferroviaria. Ieri sera e’ stato trovato senza vita. L’uomo aveva gia’ manifestato in passato problemi di salute. Si è sentito male, quando sono arrivati i sanitari del 118 non sono riusciti a rianimarlo. Ulteriori accertamenti stabiliranno le cause del decesso. Intanto, dopo i tre casi analoghi nell’ esito di due anni fa, e i numerosi episodi di degrado scoperti nei mesiscorsi, Lecce città si scopre impotente, incapace e peggio forse indifferente di fronte agli ultimi, i più deboli e i più indifesi.
Category: Cronaca
Sono profondamente addolorata per la scomparsa del povero Dino. Quanto accaduto ieri rappresenta una sconfitta per tutti noi. Per questo posso assicurare sin d’ora tutto il mio impegno affinché queste vicende non debbano ripetersi mai più.
Come Amministrazione, purtroppo, non eravamo a conoscenza della situazione di quest’uomo per il semplice fatto che Dino non è mai stato in carico ai Servizi Sociali che come è noto monitorano ogni giorno decine e decine di persone senzatetto e senza fissa dimora.
Dino non ha mai richiesto un alloggio popolare per trovare una confortevole dimora e il suo nome non faceva parte nemmeno dell’elenco, fornitoci dalla Polizia Ferroviaria, di uomini e donne che abitualmente dormono all’interno della stazione.
Ma non solo perché Dino ha sempre rifiutato l’accoglienza notturna offertagli dalla Caritas diocesana, così come ci ha riferito il direttore della struttura.
Siamo sempre pronti ad accogliere e a dare un aiuto alle persone che si trovano in difficoltà che vivono nella nostra città ma in questo caso non avremmo potuto far nulla per una libera scelta di Dino.
Ad ogni buon conto posso assicurare che entro la fine di questo mese verrà aperta la Masseria Ghermi, il “Centro di accoglienza per persone senza fissa dimora: progetto Koinè” ubicato in via Adriatica e destinato ad accogliere persone senza dimora ed ex-detenuti avviati a un percorso di inserimento sociale. L’immobile fa parte dei beni confiscati alla mafia trasferiti dall’Agenzia del Demanio al patrimonio indisponibile del Comune di Lecce.
Grazie a questa struttura potremo dare risposte concrete ad alcune persone che vivono quotidianamente situazioni di disagio.
Torniamo a chiederlo, questa volta a voce alta: che il Comune di Lecce
si doti di un dormitorio pubblico per affrontare il bisogno di un riparo notturno dei senzatetto!
E’ quanto – crediamo – una pubblica amministrazione debba fare per dare
risposte istituzionali ad un fenomeno crescente che – ancora una volta
coinvolge la città fino alla morte di qualcuno.
Non è questione affidabile più al volontariato, che pure porta –
lodevolmente – pesi altrimenti ignorati. Non è neanche questione di
“ordine pubblico” o di “decoro” come altri vorrebbero.
Ma di “giustizia sociale” e come tale deve poter trovare adeguate
risposte politiche, per diritto.
E’ già inaccettabile l’idea che si determino situazioni tali che
qualcuno possa perdere riferimenti importanti quali il lavoro o la casa
che sono diritti costituzionalmente sanciti. A maggior ragione è
inaccettabile che, perdendo questi riferimenti, si debba finire a
condurre la propria vita per strada e, nei rigori dell’inverno,
compromettere anche il diritto alla salute e alla vita, fino a perderla.
Il Comune di Lecce deve riprendere in mano le proprie prerogative e
occuparsi di questioni sociali scottanti come questa dei senzatetto. Ad
oggiAggiungi un appuntamento per oggi, non solo non esiste un dormitorio comunale. Ma nemmeno forse un piano di protezione civile dedicato all’emergenza freddo che si occupi dei senzatetto nei momenti più rigidi dell’inverno.
Eppure il Sindaco e il Consiglio Comunale di una città condividono una responsabilità sulla salute della popolazione del territorio.
Chiediamo perciò che venga quanto prima convocato un Consiglio Comunale
nel corso del quale la Giunta riferisca sullo stato dei servizi sociali
presenti in città e di come intenda affrontare lo stato di necessità
estremo in cui versano alcuni concittadini. E chiediamo infine, alle
forze sociali organizzate, ai movimenti e alle associazioni attive sul
territorio di vigilare insieme sulla realizzazione di misure
concretamente efficaci, confidando che la costruzione di una soluzione
adeguata sia parimenti a cuore di tutti.