IL CENTRO STORICO DI NARDO’ DA RIQUALIFICARE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato firmato da Matteo Vallone e dal M5S______
Un centro storico criticamente conosciuto dai suoi cittadini, rispettato e valorizzato dai suoi commercianti è un centro storico dalla più facile conservazione e tutela, poiché messo in primo piano dall’opinione pubblica correttamente informata.
Parlando di tutela e conservazione, non si può che sottolineare l’effetto devastante della mobilità veicolare, cosi come è concepita oggi, sulle strutture del borgo antico.
Le sollecitazioni fisiche provocate dal passaggio delle vetture schiantano i basolati, non adatti e non pensati a farvi sfrecciare sopra camion, automobili e motorini senza controllo dell’afflusso.
I beni architettonici risentono dello smog. Le polveri sottili prodotte dai motori a scoppio, posandosi con l’umidità sui paramenti lapidei di pietra leccese e carparo, calcari altamente igroscopici, si impastano legandosi ad essi, creando una patina scura e corrosiva, che alla lunga tarla il monumento stesso, distruggendo i particolari artistici e alterandone la struttura complessiva. Senza contare inoltre le ripercussioni negative che il traffico porta alla fruibilità turistica ,e non solo, del borgo antico. In alta stagione è praticamente impossibile visitare il centro in tranquillità, senza rischiare di essere spalmati sui basoli dal primo automobilista di turno. Il turista è costretto ad ammirare la facciata della chiesa di San Domenico aggirandosi tra vetture parcheggiate in doppia fila, auto in manovra, schivando motorini e circumnavigando camion. Le guide turistiche devono combattere ogni giorno con tale problema.
È imperativo quindi pensare ad una ZTL realmente funzionante, con dei varchi video controllati e senza punti morti da un sistema operativo centrale, come il SIRIO, mai implementato a Nardò. Il rilascio delle autorizzazioni all’accesso deve essere molto più stringente e selettivo. È d’obbligo poi rendere il circuito monumentale vera isola pedonale.
Per evitare che i soliti furbetti facciano orecchie da mercante, le sanzioni dovranno essere importanti affinché fungano da deterrente.
Sarà implementato, contemporaneamente all’attivazione della ZTL video-controllata, un sistema di bike-sharing con delle rastrelliere presenti ad ogni ingresso principale del centro cittadino, per creare un utile incentivo all’utilizzo di mezzi ad impatto zero all’interno del circuito murario.
Un centro storico quindi poco carrabile ma facilmente fruibile con mezzi alternativi, anche dal punto di vista del turista: grazie ad un sistema di navette potenziato che colleghi la città antica con i principali snodi viari, parcheggi e villaggi turistici.
Abbassato l’impatto veicolare, ci si può quindi concentrare sul pubblico decoro dei monumenti e sulla conservazione ed il restauro delle emergenze architettoniche più urgenti, tramite un oculato dirottamento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e in sinergia con la Sovrintendenza, la curia ed i privati interessati.
Verrà effettuato un piano di pulizia tecnica delle superfici di tutti i principali monumenti, atto a rimuovere la patina di inquinamento atmosferico, le deiezioni dei piccioni e le erbe infestanti. Si ridonerebbero nuovamente i caldi colori del carparo alla splendida facciata di San Domenico, attualmente carica di un opaco grigiore che nasconde la multiformità del suo tessuto ornamentale.
Attraverso l’installazione di dissuasori su ogni bene architettonico, si tutelerebbe dagli escrementi dei volatili lo splendido timpano del protiro d’ingresso della chiesa del Carmine, con il Dio Padre sul nimbus centrale finora troppo spesso ricoperto completamente di guano.
Grazie al riempimento tramite restauro delle intercapedini nei paramenti dei monumenti e a seguito all’applicazione di un’apposita patina protettiva di resine sintetiche, non vedremmo più quelle orribili erbacce crescere come festoni sulla Guglia dell’Immacolata o sulle cariatidi della balconata del Castello degli Acquaviva.
La pulizia e la conservazione dei monumenti deve poi andare di pari passo alla messa in ordine dei prospetti delle abitazioni private.
Tali superfici devono pertanto essere armonizzate con l’habitat del centro storico per aspetto e per gamma cromatica utilizzata.
Si creeranno le condizioni affinché tutte le abitazioni private osservino il Piano Colore stabilito e i dettami della Sovrintendenza , lavorando sull’incentivazione economica e su sgravi fiscali dedicati ai proprietari. Di assoluta priorità è l’armonizzazione storico-artistica tramite restauro di tutte quelle abitazioni private facenti parte delle quinte architettoniche del Bene Paesaggistico antropico di Piazza Salandra (nella foto, ndr).
In tale scorcio ricade anche la chiesa di San Trifone, di pertinenza della curia, anch’essa da restaurare e rendere nuovamente fruibile.
Così come dev’essere nuovamente essere reso fruibile il Palazzo dell’ex Universitas neretina. Sarebbe sensato accentrare qui gli uffici dell’amministrazione comunale, come da lungo tempo promesso e mai attuato, liberando Palazzo Personè.
Si raggiungerebbero così due risultati: catalizzare i fruitori dei servizi amministrativi nel centro storico, rinvigorendo l’economia interna di quest’ultimo, ed utilizzare Palazzo Personè come attrattore culturale, perfettamente fruibile e contenitore di attività culturali, di un museo civico, di mostre ed eventi musicali.
Uno degli obiettivi che ci poniamo è quello di valorizzare ancora di più il centro storico con un sistema museale diffuso. La futura apertura del Museo del Paleolitico presso l’ex monastero di Sant’Antonio verrà seguita e supportata, oltre che dai preparatissimi membri del Gruppo Speleologico Neretino, anche da specialisti del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. Un’occasione, questa, per creare occupazione tra i nostri giovani laureati del settore, che troppo spesso galleggiano in un limbo di incertezze e frustrazione.
Il centro storico di Nardò è da sempre stato un crocevia di culture, storia ed arte, un vero e proprio essere vivente che, plasmatosi nei secoli, è divenuto un tratto distintivo e identitario della nostra città e oggi più di ieri ha bisogno di essere traghettato verso una nuova era. Un futuro fatto di tutela, un futuro a vocazione turistica. Un futuro che ridia centralità al cittadino nel suo centro storico, nelle sue radici. Un futuro che si costruisce insieme, guardando al migliore esempio del nostro passato.
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