DIARIO DEL GIORNO PRIMA / IL TAM TAM DI ANNIBALE
Nuovo terremoto nel mondo del calcio. Su disposizione della Procura di Napoli, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria impegnati nell’operazione “Fuorigioco” hanno notificato un avviso di chiusura indagine preliminare a sei tra dirigenti sportivi, procuratori e calciatori di serie A e B, eseguito un decreto di perquisizione a carico di trenta tre tra calciatori e agenti e sequestrato beni per oltre dodici milioni di euro a otto procuratori, diciassette calciatori e trentasette dirigenti. Molti i nomi eccellenti tra gli indagati per evasione fiscale e false fatturazioni: Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, quello della Lazio Claudio Lotito, l’ad del Milan Adriano Galliani, l’ex presidente e ad della Juventus Jean Claude Blanc, diversi procuratori tra cui Alessandro Moggi, figlio di Luciano. Sedici i giocatori e gli ex giocatori, tra cui Denis, Mutu, Crespo, Immobile, Nocerino, Paletta, Lavezzi, Calaio’, Milito.
E’ la compravendita dei giocatori l’operazione sulla quale si incentrava, secondo l’accusa, il “meccanismo fraudolento” individuato dalla Procura napoletana, secondo cui esiste “un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte posto in essere da 35 societa’ calcistiche di serie A e B, nonche’ da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori”. In sostanza, i procuratori fatturavano in maniera fittizia la propria prestazione al solo club, che poteva cosi’ dedurre dal reddito imponibile le spese, beneficiando di detrazioni di imposta sul valore aggiunto relativa proprio a questa pseudo prestazione.
Tra le prime reazioni, quella dei legali del Milan che parlano di ” una vicenda assolutamente marginale e non fondata, che trovera’ la sua risoluzione in una doverosa archiviazione”. Anche l’Atalanta, “nel confermare la propria fiducia nell’attivita’ della magistratura”, ribadisce “l’assoluta regolarita’ dell’operato dei suoi dirigenti”. Per il presidente del Coni, Giovanni Malago’, “per l’immagine del calcio, ogni volta che c’e’ un’operazione di questo tipo non va bene, non fa bene. Pero’ non e’ detto che l’inchiesta necessariamente debba produrre dei colpevoli”.
MONDO______
Sconcerto in Svezia per un omicidio che fa discutere. La prima vittima è Alexandra Mezher, 22enne addetta di una piccola struttura per profughi minorenni. Il suo assassino è proprio uno dei giovanissimi ospiti, un ragazzino di 15 anni che l’ha uccisa a coltellate.
Alexandra aveva un aspetto nordico, capelli biondi e occhi verdi, ma era di origini libanesi e viveva in Svezia, in modo regolare con tanto di passaporto. Da pochi mesi aveva trovato lavoro a Moelndal, cittadina dormitorio a sud di Goteborg, nella piccola struttura per profughi minorenni non accompagnati gestita dalla Hvb (Hem for Vaard eller Boende, l’organizzazione statale delle case di cura o per pensionati). Il ragazzo, richiedente asilo di nazionalità non precisata, ieri mattina l’ha accoltellata a morte dopo un alterco.
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