CARMELO BENE: “I Leccesi non sanno godere” / BREVE RIASSUNTO DEL RAPPORTO TORMENTATO E ORAMAI INSANABILE FRA LECCE E IL SUO FIGLIO PIU’ GENIALE
Chissà se qualcosa esiste ancora dopo, chissà se con lassù c’è con noi davvero corrispondenza d’ amorosi sensi. Se c’è, quella fra il Maestro e i Leccesi non è amorosa, non è celeste.
Se potesse sapere delle polemiche di questi giorni, da lassù, il Maestro si farebbe prima una grossa risata, e poi manderebbe una diffida urgente al nostro caro amato, anzi, che dico amato? il più amato sindaco, con su scritto, verosimilmente: “NON mi dedicare un cazzo di niente. Parla con Heidegger e vai a fare in culo!”.
Ciusto ciusto piucchecciusto.
Lui, che diceva di essere nato al Sud del Sud dei santi, aggiungeva poi che del Salento era orfano.
Da bambino, qui da noi lo rinchiusero in manicomio. Dico: da bambino, in manicomio…Un crimine atroce contro l’ umanità.
Se ne dovette andare a Roma, a studiare e ad esercitare il suo immenso genio; tranne brevi apparizioni giovanili, volle tornare qui soltanto quando, a metà degli anni Settanta, era già consolidata personalità emergente in campo internazionale. Portò prima il “S.A.D.E.”, e l’ accoglienza fu diciamo freddina.
“I Leccesi non mi hanno capito“, chiosò amareggiato più che deluso; preparò per bene un capolavoro come il suo “Amleto” e l’ anno dopo volle rappresentarlo all’ Ariston.
I Leccesi non furono più freddini. Gli furono ostili, anzi, lo dileggiarono apertamente. Quella serata memorabile finì con i “vaffa” che a uno a uno dal palcoscenico il Maestro indirizzò ai presenti, giurando poi che a Lecce non sarebbe ritornato mai più, nemmeno morto: “Non è che i Leccesi non hanno capito me” – si corresse – “I Leccesi non hanno mai capito niente. E se vengono a teatro, vengono come vengono a letto: non sanno godere”.
Amen.
Il resto, è storia più recente e più nota, anche se ancor più vergognosa.
Per carità di patria stendiamo quel pietoso velo su quel che successe anni dopo a Campi salentina…
Ma come dimenticare tutto il resto?
Al figlio più geniale, che in tutto il mondo hanno apprezzato e continuano a studiare, hanno dedicato una falsa piazza, una piazza fantasma, che tutti continuano a chiamare tranquillamente “Foro Boario”.
L’ unico vero omaggio, qualche anno fa lo realizzarono alcuni ragazzi artisti di strada, una vera e propria opera d’ arte, in via Adda: ora, completamente abbandonata al degrado, sta crollando a pezzi, sbiadita dall’ incuria del tempo e degli uomini.
Dovendo candidarsi a capitale europea della cultura, non hanno dedicato un rigo di programma a sostegno di possibili iniziative a suo nome. Chissà se pure Airan Berg sapeva chi fosse. Poi dice che sono arrivati ultimi, e a “zero tituli”…
La sua casa natale, l’ hanno venduta all’ asta e fatta diventare un albergo, dico, una struttura commerciale, mica un museo.
Per la sorella, Maria Luisa, (io sono stato uno dei pochi che andava a trovarla: avemmo dovuto pure scrivere le sue memorie, e devo a lei un po’ di quello che a mia volta io ho raccontato qui) sfrattata in nome della speculazione finanziaria, il dispiacere è stato tale, che sicuramente ha contribuito alla malattia che l’ ha uccisa poco tempo fa. Un piccolo progettino che facemmo insieme per una rappresentazione da realizzare a Lecce fu del tutto trascurato dai vari a vario titolo responsabili ai quali ci eravamo rivolti, per un piccolo aiuto, e fu fatto decadere.
E ora vorrebbero dedicargli un teatro? Sicuramente farebbero meglio a leggere Heidegger, e poi fare il resto.
Category: Cronaca
Carmelo Bene. Non ci si può stupire che un animo scomodo finanche a se stesso lo sia poi anche per gli altri e ancor di più se gli altri sono suoi contemporanei e di più ancora se sono suoi conterranei. Carmelo Bene ha avuto la fortuna di essere compreso o se non altro riconosciuto come artista geniale fuori dalla sua terra d’origine dove le sue inquietudini e visioni dirompenti e di rottura anche violenta con il potere asfissiante e specie del potere della Chiesa bigotto e ipocrita hanno avuto respiro spazio e anche seguito.Per amare Bene bisogna entrare nelle spire dei tentacoli della sua mente e cavalcarli come cavalli indomiti e lasciare il giudizio a chi resta sulla parola senza leggere le pause dove giace il silenzio del Poeta.
Ad onor del vero Carmelo Bene, non era organico a nessuno, neanche quell’altro potere altrettanto bigotto della chiesa laica, a quei radical scic che nei salotti della Lecce bene, per darsi un tono facevano finta di apprezzarlo.
La cultura dominante ha cercato di strumentalizzarlo, ma inutilmente.