TAP / I LAVORI NON PARTIRANNO IL 18 GENNAIO COME PREVISTO, ALMENO PER ORA TUTTO BLOCCATO. IL GASDOTTO APPESO A UN…TUBO
(Rdl)______Anche sul fronte del gasdotto, la situazione si regge sul filo dell’ equivoco e del gioco delle parti, in estenuanti tentativi di confondere le acque.
Come valutare altrimenti la proposta del presidente della regione Puglia Michele Emiliano di modificare in extremis l’ approdo da San Foca a Brindisi?
Ancora, come valutare altrimenti il fatto che il progetto della Tap sia stato portato avanti dal ministero dello Sviluppo Economico, dunque dal governo, nonostante il parere negativo della Regione, che, dal canto suo, non ha presentato ricorso al TAR e si è limitata ad un contrasto solamente formale, mandando mail di protesta prive di alcun valore concreto?
E, infine, come valutare il fatto che gli ulivi da espiantare per permettere l’ avvio dei lavori con un micro tunnel al’ improvviso siano diventati colpiti da ‘essiccamento rapido’, a detta dei proprietari dei terreni interessati dai lavori?
Un modo per aggirare il recente provvedimento di sequestro cautelativo e protettivo di tutti gli ulivi del Salento voluto dalla magistratura leccese?
Poi, in realtà, non si tratta di un piccolo tunnel, bensì di una vera e propria galleria di tre metri di diametro in cemento, da realizzare con una tecnica, detta microtunneling, difficilmente applicabile, e comunque con effetti devastanti sull’ ambiente e sul territorio.
Intanto, la novità sta nel fatto che la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale in seno al Ministero dell’Ambiente ha di fatto bloccato i lavori preliminari, che avrebbero dovuto cominciare fra una decina di giorni, per via di alcune inadempienze della Tap in merito alle prescrizioni indicate: la documentazione non è esaustiva, prima ottemperate alle nostre prescrizioni e solo dopo inizierete i lavori, ha detto, in sostanza, la commissione al consorzio dei costruttori.
Impossibile in sede giornalistica addentrarsi nel merito specifico delle questioni, legate all’ approdo del gasdotto, fra impatto sui terreni e diametro del tubo stesso.
Anche qui, c’è una volontà partitica, al servizio dei poteri dell’ alta finanza intrnazionale, da una pate, e la volontà popolare di opposizione, dall’ altra.
Nel mezzo, un guazzabuglio pressoché inestricabile di atti burocratici, amministrativi, legali, tecnici e pareri politici, nel valzer dell’ ambiguità e della confusione.
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