QUEL 21 LUGLIO SCORSO. IL MINISTRO MAURIZIO MARTINA ‘IN MISSIONE’ A LECCE. ECCO QUANTO AVVENNE QUEL GIORNO, E CHE RILETTO ALLA LUCE DELLA NOTIZIA DI OGGI DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA DIVENTA EMBLEMATICO DI RESPONSABILITA’ PERSONALI DIRETTE. PESANTISSIME.
di Giuseppe Puppo (con le testimonianze di Eleonora Ciminiello)______
Una trovata di propaganda fine a sé stessa che lascia il tempo che trova? Oppure la mozione di sfiducia presentata al Senato dal M5S è una sacrosanta chiamata in causa per responsabilità non solo politiche e oggettive, ma personali e soggettive del ministro?
Al dibattito nazionale che inevitabilmente si svilupperà nei prossimi giorni, c’è da immaginare con particolare enfasi qui nel Salento, vogliamo dare un primo contributo, tirando fuori dai cassetti della memoria giornalistica due circostanze significative.
Maurizio Martina, 37 anni, bergamasco, una lunga carriera, nonostante la giovane età, sempre di primo piano nel Pd, durante tutta quanta questa lunga emergenza è venuto a Lecce a metterci la faccia una sola volta, cinque mesi fa.
Era il 21 luglio scorso. Fu una giornata campale, dall’ alba, a tarda sera, passata insieme al Commissario dell’Unione Europea Vytenis Povilas Andriukaitis, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al commissario straordinario Giuseppe Silletti, su regia che è rimasta occulta, quanto a organizzazione e gestione del fondamentale appuntamento, cruciale per i successi sviluppi dell’ affaire Xylella.
Gli ospiti furono condotti solamente di fonte a due scenari da brivido, nei pressi di Gallipoli e di Trepuzzi, in cui la fecero da padrone alberi in completo stato di abbandono, che non avevano mai conosciuto le buone pratiche agricole, o quanto meno non le conoscevano più da moltissimi anni. Naturalmente, la stragrande maggioranza degli ulivi sani, o rigenerati alle sperimentazioni, non fu meta di alcuna visita.
Poi tutti a Lecce in prefettura, per un incontro con le associazioni prima, invitate a dialogare, e con i giornalisti poi.
Un pomeriggio surreale quanto allucinante, e infine, tout court, vergognoso.
Durante il primo momento del suo incontro con le associazioni ambientaliste, il ministro in persona bloccò direttamente le parole di Antonia Battaglia di Peacelink: quando lei iniziò a criticare le posizioni ministeriali, lui la zittì, sostenendo d’ imperio che, fra loro due, valesse molto di più la sua autorità.
Poi fece solo finta di ascoltare tutto il resto – dall’ inaffidabilità conclamata del ‘clan’ barese di ricerca, all’ uso dei pesticidi – che pure gli fu ampiamente detto, ammesso e non concesso che lui non lo sapesse già, tanto è vero che, subito dopo, risalito ai piani alti della Prefettura dove lo aspettavano agli altri, non riferì niente di tutto quello che pure i cittadini e gli ambientalisti gli avevano affidato, affinché facesse da tramite.
Peggio. Appena subito dopo – una qualunque persona in buona fede quanto meno si sarebbe fatto venire qualche dubbio, e avrebbe organizzato qualche approfondimento – il ministro Martina ricominciò a puntare il dito contro la pericolosità del batterio, sostenendo come fosse necessario affrontare l’ “emergenza” in maniera immediata e condivisa, ovvero tagliando tutti gli ulivi ritenuti infetti.
Ancora. Sempre nel corso del suo intervento successivo e conclusivo, apocalittico e integrato, Maurizio Martina annunciò entro pochi giorni i risultati dei test di patogenicità della specie di Xylella Fastidiosa sulla vite.
A questo punto, solo pochi giornalisti alzarono appena la testa: per ottenere un test di patogenicità è necessario aspettare due anni; e il Ministro Martina ed il team di ricercatori si erano preoccupati di portare avanti un test di patogenicità sulla vite e non ancora sull’olivo.
La conferenza stampa prese rapidamente il sapore del teatro dell’assurdo. Nel momento in cui i giornalisti poterono fare le loro domande, ne furono ammesse solamente due, concordate e di comodo, da Rai 3 e dall’ Ansa. Dopodiché il conclave si tirò su dalle sedie e si è dileguò rapidamente.
L’ unica domanda davvero importante da fare al Ministro Martina, l’unica domanda la cui risposta doveva essere ascoltata dal Commissario UE sarebbe stata: è stata accertata la patogenicità di Xylella sull’olivo? perché, ovvio, se Xylella Fastidiosa non fosse patogena sull’ulivo, le piante potrebbero essere curate come meritano e salvate, e soprattutto cadrebbe lo stato di emergenza imposto dal governo e dall’Unione Europea.
L’ avrebbe voluta fare la nostra Eleonora Ciminiello, presente alla conferenza – stampa, pardon, all’ allucinante teatrino, inviata da leccecronaca.it
Questa fu una domanda improponibile secondo il portavoce del ministro, che, come un’ottima guardia del corpo, la tallonò per tutto il tempo, ammonendola chiaramente: “Questa domanda non la farai”.
Ecco il racconto diretto di Eleonora riguardo allo stalking professionale operato dal portavoce del ministro, robe che non avvenivano neanche alle conferenze – stampa di Krusciov o di Breznev______
– L’ assenza dei test di patogenicità. DEVO SAPERE SE IL COMMISSARIO LO SA!
Lui mi guarda e risponde:”Va bene, dimmi qual è la tua domanda”.
Io senza alcun problema replico: “Visto che il Ministro Martina ha sottolineato che fra poco saranno resi noti i risultati dei test di patogenicità del batterio xylella fastidiosa sottospecie pauca sulla vite, e visto che il Presidente della Regione Michele Emiliano ha sostenuto che non possiamo chiudere gli occhi dinanzi alle evidenze, mi chiedevo se la patogenicità di xylella sull’olivo è stata accertata”.
Lmi guarda e ribatte: “Lo sapevo, questa domanda non la fai!”
Come non la faccio? Stai scherzando? E lui: “Ora ti spiego io la questione sulla patogenicità”.
Ed io a quel punto, comprendendo che non era affatto uno scherzo e che realmente non mi avrebbe fatto fare la domanda, sbotto:<<Evviva la democrazia!>>.
“Addirittura!” risponde. Gli chiedo ”Ti sembra normale che mi stai vietando di fare una domanda? Sono qui per informare!” E lui: “Vieni ti spiego io come stanno le cose sulla patogenicità”.
A quel punto, “gentilmente” mi porta alle spalle di tutti, e mi dice ”Ma hai idea di quanto serve per avere il risultato di un test di patogenicità?” Ed io: “No! Ma immagino che prima di farlo per la vite, avrebbero dovuto farlo per l’olivo non credi?” Scuote la testa: “Ci vogliono due anni”.
Gli rispondo: “Ok quindi quando son partiti i test sulla vite eravamo nel 2013, ed invece di pensare di fare un test di patogenicità sull’ulivo si pensa ad indagare sulla vite. Ottimo”_____
Ecco quanto. Per tutte queste ragioni, quello che avvenne quel 21 luglio a Lecce è di una gravità inaudita, emblematica di come il potere rifiuti ogni confronto e voglia rispondere solamente agli interessi dei suoi mandanti di poteri ancora più forti.
Alla notizia di oggi, della richiesta di mozione di sfiducia nei confronti del ministro, quel 21 luglio acquisisce una nuova rilevanza, sostanziale, particolarmente significativa.
Category: Cronaca