IL NOSTRO ROMANZO CRIMINALE / IL PADRINO, PARTE SECONDA / DALL’ AUTORIGENERAZIONE AI RAPPORTI CON LA POLITICA SALENTINA
Il presidente della Corte d’appello, Marcello Dell’Anna, lo aveva detto chiaramente lo scorso gennaio, all’ inaugurazione dell’ anno giudiziario: “La Sacra Corona Unita sta acquisendo consenso sociale. Ecco il nuovo volto della società salentina: debole di fronte a una mafia strisciante, meno visibile ma ugualmente potente, capace di ottenere non semplice consenso, ma una sorta di legittimazione sostitutiva degli organi dello Stato”.
Oggi ne abbiamo avuta un’ altra dimostrazione. Ma di un segnale positivo, si tratta. La magistratura è attenta e solerte, i militari dei reparti speciali dei Carabinieri hanno fatto il resto.
Da quello che è emerso, c’è da essere soddisfatti, certo, perché un clan fra i più potenti della sacra Corona Unita, capace di rigenerarsi come l’ Araba Fenice, che teneva in scacco un’ ampia zona del basso Salento, è stato sgominato, però di più c’è da essere preoccupati.
Marco Antonio Giannelli (nella foto), un giovane di 31 anni, aveva preso il posto del padre ai vertici del clan di famiglia, per decenni responsabile di alcune fra le pagine più efferate del nostro romanzo criminale, e tutto era ricominciato come prima, più di prima, con il solito repertorio di traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e usura.
La novità, se così la si può chiamare, sono le collusioni con le politica, per rendere il controllo sul territorio egemonico e totale.
Dopo altri comuni appena, per ora, sfiorati, nelle dimostrazioni pratiche e nei provvedimenti giudiziari, da questo tristissimo aspetto, di cui Cellino san Marco era il caso più emblematico, abbiamo ora l’ evidenza di Parabita. Ma pure a Matino, dove il referente era Vincenzo Costa, e a Collepasso, zona di Cosimo Paglialonga, il clan Giannelli si era portato avanti col lavoro.
A Parabita, nella ricostruzione e quindi nelle accuse dei magistrati, avevano “un santo in Paradiso”, come egli stesso si definiva, vantandosene incautamente al telefono, con gli adepti grandi e piccoli della famiglia mafiosa, l’ assessore e vicesindaco Giuseppe Provenzano.
Poi dice che uno si porta nel nome il destino.
Il politico di Parabita ha lo stesso nome del big di Forza Italia e presidente della Regione Sicilia nel 1999, in documentati rapporti con il boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, suo omonimo, ma non parente, nonostante la comune origine corleonese.
Nel suo piccolo, il “nostro” Giuseppe Provenzano, stando agli atti giudiziari di accusa, in cambio di sostegno elettorale, cioè di voti comprati e rigidamente controllati dalla Sacra Corona Unita, per la giunta di centro – destra allargata, che ha vinto alla grande sei mesi fa le elezioni amministrative, elargiva favori di varia natura, come le assunzioni compiacenti, favoriva rapporti economici, come gli appalti, e dava soldi in nero.
Di queste cose qua, di cui il caso di Parabita pare solamente la punta dell’ iceberg, è scritto il nostro romanzo criminale, nei suoi capitoli più inquietanti, quelli che affondano nella piaga del voto di scambio, che è poi la base del sistema, in un guazzabuglio pressoché inestriabile fra politica, affari e criminalità.
Chi ha venduto, o pensa di vendere ancora, per cinquanta, o cento euro, il proprio voto, sappia che in cambio di un piatto di lenticchie permette e consolida il banchetto grosso dei mafiosi che si arricchiscono sulle difficoltà della gente, alla quale aumentano disgrazie ed infelicità.
Una tavola lussuosamente imbandita, cui partecipano da camerieri i politici di regime collusi. Cittadini attivi e responsabili, sono chiamati a crescere e a manifestarsi: l’ unico modo per debellare il fenomeno, evitando che si perpetui, rigenerandosi.
Caricamento in corso…
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Category: Cronaca
Un terremoto di magnitudo ML 2.3 è avvenuto nel nostro territorio intorno alle 04:00 di questa mattina.
L’evento sismico si è verificato causando attimi di giubilo e di soddisfazione nella popolazione che stamattina si è svegliata stordita ma gioiosa nell’apprendere che più che danni sono stati portati dei benefici alla comunità.
L’evento principale è stato localizzato nella casa comunale della Città di Parabita ed in particolare nelle stanze del Sindaco e dl vicesindaco dove ancora stanno tremando i muri e tremeranno per tutti i giorni avvenire e dove i cittadini stanno accorrendo per vedere quando cadranno.
La popolazione ha subito inondato i social network di richieste di conferme sull’evento mettendo un sacco di like agli articoli dei iornali che evidenziavano la gaia notizia. Leggere scosse sono state avvertite anche nei comuni limitrofi.
Adn news era ora!!!