NULLA DI CONCRETO DALL’ INCONTRO DI QUESTA MATTINA A ROMA COL GOVERNO. FRA ‘RIDEFINIRE’ E ‘INFRASTRUTTURARE’, EMILIANO BATTE CASSA: ‘Renzi, caccia i soldi!”. MA TORNA A BARI A MANI VUOTE. DEL TUTTO ELUSE LE QUESTIONI PIU’ IMPORTANTI, MOTIVO DEI PRESUNTI CONTRASTI: ILVA, GASDOTTO, TRIVELLE E ULIVI.
(Rdl)______Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano questa mattina ha incontrato a Roma, a Palazzo Chigi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti.
Al termine dell’ incontro, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Se dobbiamo stipulare un patto con il governo, questo patto deve riguardare il futuro. Può anche riguardare l’accelerazione della spesa di ciò che è stato già progettato in passato, ma il patto non può essere solo questo. Deve essere una prospettiva nella quale il governo, come si fa in questi casi, deve fare la sua parte, deve cioè mettere i soldi e io penso di averglielo fatto capire. Il denaro serve nella misura in cui ci sono regioni che sanno spendere e siccome la Regione Puglia ha autorevolezza in materia, io credo che abbiano capito il messaggio.
Finalmente abbiamo affrontato con il sottosegretario alcuni nodi politici rilevanti e, quindi, ci siamo lasciati per una ridefinizione delle nostre proposte progettuali legate soprattutto alle infrastrutture ferroviarie che diano alla provincia di Lecce, per esempio, una metropolitana di superficie, che sblocchino l’isolamento della Puglia sulla linea adriatica, con il raddoppio della Lesina-Termoli e rafforzando tutte le implicazioni della Napoli-Bari. La Napoli-Bari non è solo una linea, ma sono una serie di collegamenti che possono e devono essere sostenuti.
L’altra questione sulla quale ci siamo intesi – ha detto il presidente della Regione – è la necessità di intervenire sulla gestione delle acque del Mezzogiorno. Dare quindi un ruolo di particolare rilievo ad Acquedotto Pugliese sia nella captazione che nella depurazione delle acque. La nostra proposta è di fare dell’Aqp la società di riferimento per tutto il Sud.
Ci sono, infine, le infrastrutture immateriali: la nostra capacità di agire in modo congiunto nella lotta alla mafia, nel rafforzamento delle infrastrutture giudiziarie e di quelle legate alla sicurezza, in un momento nel quale, anche se c’è un rischio legato al terrorismo internazionale, non possiamo trascurare i problemi quotidiani legati alla criminalità organizzata. Noi dobbiamo infrastrutturare il Mezzogiorno anche dal punto di vista immateriale, con progetti di presidio della legalità”.
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