LA PROTESTA DELLA CGIL CONTRO I TAGLI AI PATRONATI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Lecce, l’ ufficio-stampa della Cgil ci scrive______
Sabato 5 e domenica 6 dicembre le sedi Inca e Caaf Cgil, nei Comuni di Lecce e provincia (Campi Sal.na, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Matino, Melissano, Morciano L., Nardò, Tricase), saranno aperti per l’intera giornata, dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18: presteranno servizio ai cittadini e protesteranno contro la decisione del Governo italiano di tagliare i fondi a Caf e Patronati, provocando conseguenze che ricadranno sulle fasce più deboli della popolazione; quelle cioè che non possono permettersi consulenze private per le pratiche che riguardano la loro vita lavorativa, sociale e fiscale.
Continuano intanto i sit-in unitari di Cgil Cisl Uil, insieme ai sindacati dei pensionati Spi Fnp e Uilp, ai Patronati Acli, Inas, Inca e Ital e i CAF per chiedere la soppressione dell’emendamento nel ddl di stabilità. Questa mattina, 4 dicembre, si è svolto un presidio unitario davanti alla sede provinciale INPS (foto allegate); nei giorni scorsi ci sono stati presidi di protesta nelle piazze di Campi Salentina, Casarano, Corsano e Ruffano; domani, 5 dicembre, presidio in piazza anche a Presicce.
Per il 10 dicembre, inoltre, vi ricordiamo il sit-in unitario davanti alla Prefettura di Lecce.
I PATRONATI: “TE LA FARANNO PAGARE CARA!”
Un nuovo taglio di 28 milioni di euro è previsto nel Ddl di stabilità del Governo al Fondo Patronati e si aggiungerà ai 35 milioni già sottratti lo scorso anno. Difatti il Governo imposta un’ulteriore riduzione sull’aliquota di alimentazione del Fondo, portando il taglio a ben 284 milioni di euro per il periodo 2015–2018. A queste condizioni i Patronati non potranno più garantire l’assistenza gratuita ai cittadini in Italia e all’estero per l’esercizio dei loro diritti individuali. Per salvaguardare l’accesso gratuito dei cittadini alla tutela previdenziale e socio-assistenziale i Patronati chiedono al Governo e al Parlamento il ritiro della norma. Con i tagli ai fondi, infatti, si spiana la strada a un mercato dei servizi dove i cittadini più bisognosi di tutela saranno costretti a pagare per prestazioni cui hanno diritto per legge. È evidente la volontà del governo di far ricadere sui cittadini l’onere di far pagare loro quanto finora era fornito dai Patronati in forma assolutamente gratuita e universale! L’Inca, insieme agli altri principali patronati, continuerà la mobilitazione e l’opera di controinformazione verso i cittadini e i parlamentari fino all’ultimo minuto utile per cambiare una norma sbagliata tesa a colpire quei corpi intermedi tanto indispensabili per i cittadini quanto preziosi per gli stessi enti di previdenza.
I CAF: “ATTACCO ALL’ATTIVITÀ DI TUTELA SOCIALE”
La Legge di Stabilità del Governo, all’esame del Senato, prevede attualmente un taglio ai finanziamenti dei compensi ministeriali ai CAF di 40 milioni nel 2016, 70 milioni per il 2017 e per il 2018 e 100 milioni dal 2019. Un vero e proprio attacco all’attività di tutela sociale svolta da questi nei confronti dei cittadini, come per l’assistenza all’ISEE, e al sostegno e alla facilitazione prestati agli stessi nell’adempiere i propri doveri fiscali e a ottenerne le relative agevolazioni. Come per l’attacco al Fondo Patronati, le conseguenze di questa scelta avranno un impatto drammatico sull’intero sistema della rappresentanza e dei servizi.
Per questi motivi, Cgil e Caaf hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica, ai parlamentari e a tutte le istituzioni locali e nazionali, a partire dai luoghi di lavoro e dalle leghe dei pensionati e lanciato su change.org una petizione per chiedere ai Parlamentari della Repubblica Italiana di cancellare il comma 3 dell’articolo 33 del Ddl Stabilità che prevede la riduzione dei fondi per i servizi di assistenza fiscale.
Per firmare vai su:
www.change.org/p/non-restiamo-senza-assistenza-fiscale-non-restiamo-senzacaf
Sindacati, Patronati e Caf di Lecce hanno anche scritto una lettera ai parlamentari salentini “convinti che il Parlamento – si legge nella lettera – possa esercitare la pressione necessaria per ottenere delle sostanziali modifiche ad una legge che finirà, se confermata nei contenuti, con il ritorcersi contro i cittadini e il loro diritto alla tutela previdenziale, socio assistenziale e fiscale”.
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