MANCA ANCORA IL VIA LIBERA DEFINITIVO DELLA CORTE COSTITUZIONALE, MA E’ GIA’ MOBILITAZIONE PER IL REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLE NEI NOSTRI MARI

| 30 Novembre 2015 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Bruxelles, l’ europarlamentare del M5S Piernicola Pedicini ci scrive______

Il sì della Corte di Cassazione ai referendum contro le trivelle richiesti da dieci Consigli regionali è un grande risultato ottenuto dalla mobilitazione dei cittadini, dai comitati No Triv e dal M5s.

Se anche la Corte Costituzionale si pronuncerà favorevolmente, è molto probabile che i referendum si svolgeranno nella prossima primavera insieme alle elezioni amministrative.

Se ciò si verificherà non si può dare per scontato che il quorum del 50 per cento dei votanti venga superato e che i sostenitori delle trivelle stiano a guardare e non cerchino di boicottare la partecipazione dei cittadini e l’esito dei referendum. Pertanto, occorre intensificare l’organizzazione di iniziative per sensibilizzare i cittadini e fare in modo che il quorum venga raggiunto e che la maggioranza voti sì all’abrogazione dell’articolo 38 della legge Sblocca Italia e ai cinque articoli del decreto Sviluppo sulle trivellazioni”.

Come M5s dobbiamo collaborare con tutti i sostenitori dei referendum e puntare al risultato finale. Bene ha fatto il portavoce del M5s consigliere regionale della Basilicata Gianni Perrino a partecipare, nelle settimane scorse, al primo incontro organizzativo a Roma con i delegati dei Consigli delle dieci Regioni che hanno presentato i quesiti referendari e con i comitati e le associazioni ambientaliste.

 

Per non avere sorprese – ha aggiunto l’esponente pentastellato – occorre essere in prima fila nel comitato referendario e fare, tutti insieme, campagne di informazione che coinvolgano l’intero territorio italiano e non solo le dieci che hanno presentato la richiesta di referendum. I tempi per spiegare agli italiani qual è la posta in gioco sono molto stretti, quindi bisogna organizzarsi bene e rapidamente.

 

Vincere questi referendum significherà raggiungere tre importanti risultati: mettere un forte freno a chi vorrebbe trivellare selvaggiamente il territorio italiano su terra e in mare; evitare che le decisioni sulle materie energetiche siano solo in mano allo Stato, senza nessun coinvolgimento delle amministrazioni locali; infliggere una forte sconfitta politica alle multinazionali del petrolio.

 

Non va dimenticato – ha concluso Pedicini – che la richiesta di referendum su queste materie è nata in Basilicata, la regione dove è attivo uno dei più grandi giacimenti petroliferi d’Europa.

 

Se si è arrivati fin qui, bisogna dire grazie ai cittadini e alle associazioni che si sono mobilitati in tutto il Sud e alla tenacia dei portavoce consiglieri del M5s Gianni Perrino e Gianni Leggieri che sono riusciti a sensibilizzare il Consiglio regionale della Basilicata e il suo presidente Piero Lacorazza affinché si attivasse per coinvolgere le altre nove regioni italiane.

 

 

 

 

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