LA INEFFICIENTE GESTIONE DEI RIFIUTI NUCLEARI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Bruxelles l’ europarlamentare del M5S Piernicola Pedicini ci scrive______
Due procedure d’infrazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi italiani potrebbero essere aperte dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia.
Lo ha comunicato la Commissione europea nella risposta ad una mia interrogazione presentata a settembre.
“Ad oggi – è scritto nella risposta dell’organismo Ue – l’Italia non ha comunicato ufficialmente alla Commissione né il proprio programma nazionale in materia di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, ai sensi della direttiva 2011/70/Euratom, né la relazione nazionale sull’applicazione di tale direttiva.
I servizi della Commissione – viene precisato – hanno contattato le autorità italiane chiedendo chiarimenti sui tempi previsti per la presentazione del programma e della relazione e aspettano tali comunicazioni a breve.
Nel caso di mancata comunicazione, la Commissione prenderà le misure appropriate in conformità con il diritto dell’Ue e ciò potrebbe portare all’apertura di una procedura di infrazione.
Relativamente al contenuto dei programmi già comunicati, la Commissione ha fatto sapere che può chiedere chiarimenti e/o esprimere un parere e se, tali contenuti, non soddisfano i requisiti della direttiva prenderà in considerazione l’apertura di una procedura di infrazione.
Anche su un tema pericoloso e delicatissimo come quello della gestione dei rifiuti radioattivi il governo Renzi mostra il suo pressapochismo, la sua inefficienza e la sua confusione.
Inoltre, c’è anche l’aggravante che la Sogin Spa, la società pubblica incaricata del decommissioning degli impianti nucleari, è in uno stato di sbando totale dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Riccardo Casale.
Dimissioni non ordinarie, ma molto inquietanti, visto che Casale ha parlato di illeciti penali e di una situazione che vedrebbe la Sogin travolta da un’inerzia operativa e da ritardi che hanno compromesso l’andamento delle attività, tra cui l’individuazione del deposito unico nazionale delle scorie radioattive.
Dunque un altro pasticcio inaccettabile delle malefatte del governo Renzi, però su una questione di interesse nazionale che investe la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente.
Una situazione che genera apprensione tra le popolazioni residenti nelle zone dove ci sono impianti nucleari attivi o dismessi o dove si ipotizza che potrebbe essere realizzato il deposito unico nazionale delle scorie. Le due procedure di infrazione che la Commissione europea si appresterebbe ad aprire confermano, qualora ce ne fosse bisogno, che le nostre denunce sono drammaticamente vere. Purtroppo, però, a pagare saranno sempre i cittadini e non i reali responsabili delle inadempienze.
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