QUESTA SERA SI CHIUDE “Lecce Chamber Music Festival”
Ultimo dei cinque appuntamenti di grande prestigio nel Chiostro dei Teatini per la rassegna “Lecce Chamber Music Festival”, organizzata dal Comune di Lecce nell’ambito della attività di “Lecce capitale italiana della cultura 2015”, in collaborazione con Associazione Nireo e Festival del 18mo secolo. Ingresso: 10 euro. Prevendita: Castello Carlo V. Telefono: 0832 246517; Youmusic, Piazza Mazzini 71, tel. 0832 301570; Principe, Via V. Emanuele 7, 0832 302050;
Questa sera, domenica 13 settembre alle 21.30 nel Chiostro dei Teatini, il Concerto di chiusura della rassegna con protagonista il violinista Aylen Pritchin, che suonerà con i pianisti Francesco Libetta e Alberto Manzo, il violinista Danilo Mattioli, il violista Ennio Coluccia e la violoncellista Eleonora Fullone. In programma musiche di Beethoven, Schumann, Stravinsky.
Chiusura con il botto dunque per la rassegna che ospita Aylen Pritchin, uno dei più interessanti e versatili violinisti russi della sua generazione. Il giovane musicista Pritchin si è recentemente aggiudicato il primo posto al concorso parigino “Thibaud Crespin”, la cui giuria era presieduta da Salvatore Accardo. Ulteriore testimonianza della sua bravura riconosciuta ormai in tutto il mondo. Nella prima parte della serata suonerà in duo con Francesco Libetta, oggi uno dei massimi interpreti degli ottantotto tasti, fatto ben noto ai tantissimi che in tutto il mondo ne ammirano l’eccellente tecnica, il tocco vellutato e la straordinaria sensibilità. A loro il compito di far rivivere la Sonata per violino e pianoforte in fa maggiore op. 24 “La primavera” di Beethoven e la “Suite italiana” di Stravinsky.
Nella seconda parte Pritchin si esibirà con il pianista Alberto Manzo, il violinista Danilo Mattioli, il violista Ennio Coluccia e la violoncellista Eleonora Fullone nel bellissimo Quintetto op. 44 di Schumann, dove possiamo riscontrare una densità sinfonica di scrittura, una intonazione alta e complessa sconosciuta anche alla produzione cameristica con pianoforte di Schubert, e proiettata verso quell’idealismo romantico da cui Brahms prenderà direttamente le mosse.
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