Continuano i controlli del Comune tesi a prevenire ed arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in strada da parte delle utenze, soprattutto domestiche. Ma, da ieri, fanno sapere dall’Assessorato alle Politiche Ambientali, c’è stato un ulteriore giro di vite. RAEE, elettrodomestici, apparecchiature elettriche ed elettroniche possono possono nascondere informazioni che potrebbero far risalire al nominativo dei proprietari. E questo, all’ufficio Ambiente, lo sanno bene. Si tratta di una carta che l’Amministrazione intende giocarsi adeguatamente nella lotta che sta conducendo contro questa pratica incivile.
Da poco più di una settimana, infatti, Ispettori Ambientali, Vigili e Guardie Ecologiche, su indicazione dell’Assessorato all’Ambiente guidato da Andrea Guido, hanno costituito una vera e propria task force volta ad individuare i cittadini che ancora, per un motivo o per un altro, nelle zone in cui è stato avviato il porta a porta, hanno deciso di non utilizzare il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti preferendo abbandonare i propri sacchetti di indifferenziata lungo la strada o nei luoghi che, fino a qualche settimana fa’, erano occupati dai vecchi contenitori stradali. Ma dopo l’episodio di un computer abbandonato per strada il cui proprietario è stato individuato grazie alla tracciabilità delle licenze dei software installati, lo staff dell’Assessorato si è reso conto che, in parecchi casi, attraverso ricerche nei data base delle aziende costruttrici, specie quando si è fatto uso dell’assistenza o si è attivata l’estensione della garanzia, è possibile risalire ai proprietari.
Aumenta, quindi, per tutti gli incivili che usano disfarsi dei propri rifiuti in questa maniera, il rischio di incorrere in sanzioni che vanno dalle 100 alle 400 euro e, in più, qualora l’abbandono dovesse essere praticato da parte di attività commerciali o aziende, anche il deferimento all’autorità giudiziaria ai sensi del 152 del 2006.
“Fino a un po’ di tempo fa’ le multe – dichiara l’Assessore Guido – sono state fatte solo nei casi più eclatanti, in riferimento a episodi davvero intollerabili. Per il resto si è sempre preferito cercare il dialogo con i cittadini colti in flagranza, permettendo loro di riparare e cercando la via della sensibilizzazione e del dialogo. Da un po’ di tempo, invece, il limite di tollerabilità è molto più basso. Molti cittadini ancora non si rendono conto che il non aver ritirato il kit per raccolta, buste e pattumelle, non rappresenta una scusa, ma al contrario lascia intendere che possano non essere in regola con il pagamento della TARI. Per questo Ispettori, Vigili e Guardie, ogni qualvolta pizzicano qualcuno nel mentre abbandona i propri rifiuti, oltre ad elevare la sanzione, provvedono ad avviare una serie di controlli incrociati con i dati dell’Ufficio Tributi. Ora, poi, ho il piacere di poter dare anche questa ulteriore brutta notizia a tutti coloro che preferiscono la strada o la campagna per disfarsi dei propri elettrodomestici: nella maggior parte dei casi, il mio staff, riuscirà a risalire al proprietario! I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l’ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi, con conseguenze di inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua e con ripercussioni sulla salute umana. Questi prodotti – conclude l’Assessore – ancora più di altri, vanno trattati correttamente e destinati al recupero differenziato dei materiali di cui sono composti, come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro, argento, piombo, mercurio, evitando così uno spreco di risorse che possono essere riutilizzate per costruire nuove apparecchiature oltre alla sostenibilità ambientale”.
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