PROVERBIO SALENTINO DI OGGI MARTEDI’ 18 AGOSTO
( a cura di Valerio Melcore)______
TE IABBU NU SE NDE MORE MA SE NDE CAPPA.
Lu iabbu, a Lecce, in altre parti della provincia, cabbu, è quell’atteggiamento tramite il quale si deride chi ha dei difetti fisici, ma sopratutto chi è incappato in qualche disgrazia, magari per leggerezza o buona fede.
Così quando qualcuno, sopratutto quelle “pie” donne, che non sanno come passare il loro tempo, prendeno in giro il malcapitato di turno, le donne più anziane e più sagge solitamente ricordano che di derisione non si moriva, ma ci si incappava, e prima o poi sarebbe capitato di incorrere in quegli stessi comportamenti che in quel momento si censuravano e si mettevano alla berlina.
C’è un bel passaggio nel canto II del libro “Nfiernu” del poeta dialettale cavallinese Giuseppe De Dominicis, detto il Capitano Black, che spiega bene il significato di questo vocabolo e di come veniva utilizzato dai leccesi. In questo libro, che è la parodia della Divina Commedia, ad un certo punto accade che il Capo diavolo apprende che la sua unica figlia la Farfarina è rimasta incinta. Convoca la Corte dei diavoli per vedere di riuscire a scoprire chi lo aveva svergognato approfittando della sua figliola, ed in quella riunione così esordisce: “Ieu tutti bu aggiu uniti – ca nnu cunsigliu uesciu m’iti dare, – e bui ca figghie fimmene teniti, – crisciu ca iabbu nu bu nd’iti ffare”.
Io tutti vi ho riuniti, perché un consiglio vostro dovete darmi, e voi che figlie femmine avete, penso che “iabbu” non dovete farvene.
a cura di Valerio Melcore
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