CENTOTRE ASPIRANTI AVVOCATI SALENTINI DOVRANNO PAGARE UNDICIMILA EURO CIASCUNO, COPIARONO LA PROVA PER L’ ABILITAZIONE GRAZIE ALL’ USO DI INTERNET, FRA MAIL, TELEFONINI E APP
(g.p.)______La legge di riferimento è vecchia, del 1925 addirittura, quando i mass media contemporanei non esistevano, comunque c’è e vieta di utilizzare elaborati non propri in concorsi pubblici, per quando allora nessuno poteva nemmeno prevedere le diavolerie di oggi.
Le indagini invece, della polizia postale di Bari, con il vicequestore Floriana Gesmundo e il dirigente tecnico Andrea Carnimeo, e Lecce, con l’ ispettore superiore Salvatore Madaro della sede leccese, sono state condotte con mezzi modernissimi e hanno permesso di capire, attraverso numeri di telefono, mail e applicazioni varie, chi avesse copiato.
In cento tre aspiranti avvocati, di cui venti nel frattempo hanno conseguito l’ abilitazione al concorso successivo, si vedranno contestare una sanzione di undicimila euro, in luogo della pena detentiva prevista per i colpevoli, per chiudere il conto. Se no, a processo, in tempi rapidi, senza possibilità di prescrizioni, ha assicurato il procuratore Cataldo Motta, nella conferenza stampa appositamente convocata, in cui sorridendo ha ricordato quando negli esami ci si portava appresso i bigliettini con gli appunti, e poi, più seriamente, ha adombrato il timore che analoghe situazioni possano ripresentarsi in altri concorsi pubblici, o professionali, grazie alle nuove tecnologie.
Quanto agli aspetti deontologici di chi intanto ha avuto l’ iscrizione all’ ordine, saranno le autorità professionali a valutare il da farsi nei loro confronti.
La vicenda risale alla prova d’ esame per avvocato svolta a Lecce del 2012, anche per gli aspiranti di Brindisi e Taranto, consistente in tre prove scritte, corrette poi dalla commissione di Catania (come vogliono i regolamenti in vigore, per cui le correzioni degli elaborati vengono fatte da esaminatori lontani geograficamente dai candidati), la quale, sospendendole dalla graduatoria, segnalò 103 elaborati palesemente, parzialmente, o integralmente copiati, da siti internet specializzati, o artificiosamente adattati al bisogno, spesso uguali uguali fra di essi, senza mediazione personale alcuna, nemmeno la fatica di cambiare i vocaboli, o invertire la disposizione delle frasi, come pure ogni studente medio mediocre copione sa di dover fare, per sviare i sospetti.
I sospetti, appunto, e le segnalazioni, hanno trovato riscontri precisi nelle indagini, partite dagli indirizzi mail e dai numeri di telefono degli interessati, per collegamenti a siti specializzati, o in entrata e uscita da studi professionali, che hanno provveduto allo ‘svolgimento dei compiti’, fino ai provvedimenti annunciati oggi.
La vicenda non mancherà di far discutere in una città come Lecce in cui l’ avvocato è una figura professionale diffusa e particolarmente autorevole, nella circostanza che qualcuno lo sia diventato, o lo possa diventare, copiando gli elaborati scaricati da internet per le prove specialistiche, come l’ ultimo dei liceali ciucci con la versione di latino fra i banchi di scuola.
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