XYLELLA / IL VERTICE IN PREFETTURA / MARTINA SCEGLIE L’ERADICAZIONE E FA IL LAVAGGIO DEL CERVELLO AL COMMISSARIO UE. MA EMILIANO CALA L’ASSO NELLA MANICA: UN BLUFF? O LA PARTITA E’ ANCORA APERTA? INTANTO NELLA CONFERENZA – STAMPA E’ STATO IMPEDITO DI FARE DOMANDE ‘SGRADITE’ AL MINISTRO
Giornata campale, quella di ieri, dall’ alba, a tarda sera. Cerchiamo di capire che cosa è successo, e che cosa succederà.
La mattinata di ieri si è aperta all’insegna di una manifestazione organizzata dai florovivaisti che, sulla superstrada Brindisi – Lecce, si sono raccolti per bloccare e far sentire la loro voce al Commissario dell’UE Vytenis Povilas Andriukaitis, oltre che al capitolino ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, al nostrano presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al commissario straordinario Giuseppe Silletti. La protesta, accompagnata da volantini esplicativi, ha avuto il dito perennemente puntato contro la direttiva emanata dalla comunità europea il 18 maggio scorsocon la quale è stata dichiarata la morte economica del settore.
In realtà mentre i manifestanti attendevano il passaggio del Commissario Europeo, quest’ultimo aveva raggiunto contrada Li Sauli, nei pressi di Gallipoli, dove si è trovato dinanzi ad uno scenario da brivido, in cui l’hanno fatta da padrone gli alberi in completo stato di abbandono: le buone pratiche in questi campi sicuramente non sono mai state adottate, o per lo meno non lo sono da anni.
In realtà, il Commissario è stato condotto solo a Gallipoli e nelle campagne di Trepuzzi, dove l’anno scorso erano stati eradicati ben 104 ulivi.
La visita del Commissario aveva lo scopo di valutare la REALE situazione in cui versa il Salento, ovvero riuscire a soppesare l’entità dell’emergenzae le possibili soluzioni proposte dalle associazioni e dalle organizzazioni che da ormai due anni operano sul campo. Quello che il mondo, o perlomeno quella parte del mondo interessato alla vicenda si aspettava, era una visita agli ulivi sani, agli ulivi guariti con le sperimentazioni, a tutte le piante che sono rigermogliate e sono nuovamente pronte a dare i loro frutti. Ed invece nulla. Tabù completo.
Poi tutti a Lecce in prefettura (nella foto)
Se la pianificazione del percorso è sembrata un vero colpo basso al Salento, l’incontro con le associazioni, le amministrazioni e le organizzazioni invitate a dialogare è apparso, in alcuni casi, vergognoso.
E’ quello che denuncia in particolar modo Antonia Battaglia della ONG Peacelink, la quale durante il suo intervento, nel momento in cui criticava le posizioni ministeriali, è stata bloccata dal Ministro Martina, che ha sostenuto come fra loro due valesse molto di più la sua autorità.
Luigi Russo, presidente del CSV Salento sottolinea come le decisioni prese dalla Commissione Europea in questi ultimi mesi e in questi anni, così come le riflessioni dello stesso Commissario Europeo a Lecce siano il risultato di informazioni che giungono sempre dallo stesso team di ricerca, quello barese, convinto che l’eradicazione sia l’unica soluzione possibile. Inoltre ha evidenziato come un buon risultato ottenuto è quello che punta ad un uso minimo dei pesticidi: il Commissario UE, da medico, ha riconosciuto la pericolosità per la salute del territorio e dell’uomo di irrorazioni su ampia scala.
Anche Ivano Gioffreda di Spazi Popolari ha ribadito come al Commissario UE è stato fatto il lavaggio del cervello: ad Andriukaitis è stata offerta un’unica realtà, quella che propone solo ulivi disseccati, senza mostrare i risultati delle sperimentazioni. Inoltre, al commissario non è stata avanzata minimamente l’idea dell’esistenza di patogeni diversi dal batterio Xylella Fastidiosa, come ad esempio i funghi, capaci di ridurre un ulivo non curato nelle condizioni in cui versano le piante nel focolaio di Gallipoli.
Dinanzi alla Prefettura, durante la conferenza stampa, una delegazione di cittadini attivi e preoccupati della sorte del Salento era presente ed in attesa di notizie, scortata come accade sovente ultimamente, da due blindati della polizia e da diverse forze dell’ordine. Ai piani alti, intanto, il Ministro Martina non solo non ha fatto parola dei suggerimenti avanzati e proposti dalle associazioni e dalle organizzazioni ricevuti dal conclave, ma ha continuato a puntare il dito contro la pericolosità del batterio, sostenendo come fosse necessario affrontare questa “emergenza” in maniera immediata e condivisa, ovvero tagliando tutti gli ulivi ritenuti infetti.
Martina durante il suo intervento ha continuato ad enunciare dati, e soprattutto numeri: numeri che non riguardavano i risultati, bensì gli euro necessari ad indennizzare gli agricoltori colpiti nel reddito, i vivaisti, ma soprattutto le azioni di governo e di ricerca.
E poi, da Martina la novità: tra qualche giorno saranno pubblicati i risultati dei test di patogenicità della specie di Xylella Fastidiosa sulla vite. A questo punto, solo pochi giornalisti hanno alzato appena la testa: per ottenere un test di patogenicità è necessario aspettare due anni, e il Ministro Martina ed il team di ricercatori si sono preoccupati di portare avanti un test di patogenicità sulla vite e non ancora sull’olivo? Una vergogna, tanto più che se Xylella Fastidiosa non fosse patogena sull’ulivo le piante potrebbero essere curate come meritano e salvate, e soprattutto cadrebbe lo stato di emergenza imposto dal governo e dall’Unione Europea.
L’intervento di Emiliano è stato debole: ha sottolineato l’impossibilità di non tener conto delle evidenze, l’esigenza di agire e di sacrificare degli ulivi. “E’ finita l’epoca dell’attesa, è finita l’epoca in cui una babele di voci in contrasto ci avevano immobilizzato, da oggi la Puglia cambia pagina e comincia un lavoro organico condiviso.” Il cambio direzionale in conferenza stampa di Emiliano è palese, ma una lettera che stringe fra le mani fa ben sperare. E’ una lettera indirizzata al Commissario UE Andriukaitis, il cui contenuto, dice Emiliano, sarà reso pubblico.
Il Commissario UE sostiene dal canto suo come si senta responsabile per ciò che avviene al Salento, al territorio ed all’economia, e chiede ai suoi colleghi di essere responsabili e co-responsabili con lui nell’agire e nell’affrontare la situazione di crisi delineatasi in Puglia.
In una conferenza stampa che ha il sapore del teatro dell’assurdo, al momento in cui i giornalisti potevano fare le loro domande, l’unica domanda davvero importante da fare al Ministro Martina, l’unica domanda la cui risposta doveva essere ascoltata dal Commissario UE era: è stata accertata la patogenicità di Xylella sull’olivo?
Questa è stata una domanda improponibile secondo il portavoce del ministro, che come un’ottima guardia del corpo mi ha tallonata, ammonendomi: “Questa domanda non la farai”.
E difatti, la domanda non l’ho fatta, e come me nessun altro: alla seconda domanda posta al Ministro Martina il conclave si è tirato su dalle sedie e si è dileguato.
Un’ottima mossa in un paese democratico e in cui la libertà di stampa dovrebbe farla da padrone, ma d’altronde, dopo aver zittito Antonia Battaglia, il Ministro non poteva ricevere lo sgambetto da una giornalista.
Qualche barlume di speranza giunge stamattina, proprio da Emiliano e dal contenuto della sua lettera al Commissario UE Andriukaitis. Michele Emiliano ha intenzione di raggiungere al più presto Bruxelles per avanzare delle richieste e proporre delle variazioni che saranno oggetto di riflessione approfondita.
Il Presidente della Regione Puglia vuole chiedere l’abolizione dell’obbligo di estirpazione delle piante che dimorano nel raggio di cento metri rispetto alla pianta ritenuta malata; l’abolizione del divieto di reimpianto soprattutto nell’area del centro e basso Salento, oltre alla necessità di ridurre l’estensione della zona cuscinetto. Inoltre, il Presidente Emiliano intende chiedere di sostituire l’abbattimento degli ulivi con un’eradicazione seguita immediatamente da un reimpianto di varietà che si dimostrano più resistenti al fenomeno del disseccamento.
Secondo Emiliano è importante puntare sulla cura del batterio e quindi sulla ricerca, visto che diversi progetti pilota, ormai avviati in Puglia, stanno dando risultati molto incoraggianti con la remissione dei sintomi sulle piante infette.
Nella lettera del presidente della Regione Puglia al Commissario UE è presa in esame anche la situazione dei vivaisti, infatti, Michele Emiliano intende richiedere subito lo sblocco per tutti i vivai dotati di tecniche di isolamento da vettori esterni e la riduzione delle specie vegetali sottoposte a limiti di movimentazione. Da cancellare in primis il blocco sulla movimentazione della vite e l’imposizione per i vivaisti di non poter commercializzare piante presenti nell’elenco delle specie sottoposte a divieto di movimentazione neppure nell’area ritenuta di per sé infetta.
Emiliano vuole collaborare ripartendo dalla ricerca, e dettando le sue regole, come è giusto d’altronde che faccia chi si è assunto la responsabilità di amministrare degnamente un territorio.
Emiliano subito a Bruxelles quindi, sperando che non ritrovi anche lì il Ministro Martina, non si sa mai che si imponga, chiudendo la bocca anche a lui
Category: Cronaca
Credo che sarebbe utile puntare sulla disponibilità di Emiliano: cercare di fargli capire come le decisioni che si stanno prendendo non sono conseguenza di dati scientifici ma di ipotesi di “scienziati”; che il test di patogenicità non è sufficiente perchè bisogna dimostrare anche che la xylella è la causa unica del disseccamento, perchè solo in questo caso la lotta la germe coinciderebbe col salvataggio degli ulivi. Noi rischiamo fortemente che tra qualche anno ci troveremo magari senza xylella (cosa che non credo possibile con questi metodi) ma con gli ulivi che continueranno ad ammalarsi e a seccare.Tuttavia, siccome il disseccamento è l’effetto di numerosissime concause, per salvare ulivi ed ulivicoltura bisognerebbe affrontarle(anzi: prima conoscerle)e risolverle tutte, a partire dalla cultura degli operatori che attualmente sono solo esecutori delle indicazioni dei venditori di fitofarmaci; dalla remuneratività dell’olivicoltura; dal risanamento dei terreni; dalla osservazione degli effetti della variazione del clima; dalla valutazione dei danni da funghi; dalla formulazione di modelli matematici che consentano di prevedere il trend della malattia in funzione dei singoli fattori e dei fattori concomitanti. Insomma è necessario che decisioni di così grave impatto siano prese in funzione di dati scientifici certi che evidentemente chi se ne è occupato sino ad ora o no è in grado o non vuole produrre. Bisognerebbe far capire agli esperti che l’uso di insetticidi a livello ridotto non ha alcun senso, perchè la distruzione di una scpecie di insetti ad alta capacità riproduttiva è possibile solo quando interessa almeno il 99% della popolazione, cosa ottenibile solo con un uso massivo di insetticidi. Bisognerebbe partire da questo dato intollerabile per la salute della popolazione (già così fortemente colpita dalle malattie conseguenti all’uso indiscriminato di pesticidi che è si è fatto sin’ora) per ripensare tutto il processo di trattamento fitofarmacologico in agricoltura e cominciare finalmente a fare scelte a favore e non contro l’umanità!
Questo è tutto fuorchè giornalismo. Per favore cercate di avere un minimissimo di imparzialità