TRIVELLE / DOPO LA MANIFESTAZIONE DI POLICORO / NON SERVONO BUONE INTENZIONI, SERVONO FATTI
di Eleonora Ciminiello______
Michele Emiliano, Marcello Pittella e Mario Oliverio, i Presidenti delle Regioni di Puglia, Basilicata e Calabria sono scesi in piazza a Policoro per gridare NO alle trivelle: una manifestazione in cui l’ha fatta da padrone l’istituzionalità contro le istituzioni.
Una manifestazione definita dalle opposizioni di facciata, finta, assolutamente una pagliacciata e un’offesa all’intelligenza.
Coloro che non sono schierati, e che dimorano in una delle tre Regioni di Puglia, Basilicata e Calabria invece, attendono, e vogliono capire: vogliono capire perché dei presidenti di Regione, tutti membri del PD, organizzano una manifestazione contro un disegno che è stato progettato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, leader PD.
Un corteo che a Policoro ha percorso due chilometri di strada, una strada che si è conclusa con dei comizi d’intenti durante i quali ciascuno dei rappresentanti delle Regioni coinvolte ha espresso la sua idea e la sua posizione rispetto al disegno messo a punto dallo Stato e dalle compagnie petrolifere.
Posizioni che ufficialmente appaiono come ottimi propositi.
Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliviero, ha sottolineato come il mare sia “una risorsa per il turismo e lo sviluppo”, mentre Marcello Pittella, lo stesso Pittella già in carica durante la presentazione del famigerato “Sblocca Italia” o “Rottama Italia”, a seconda dei punti di vista, ha annunciato di voler presentare una “proposta di dialogo” al Ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guida, attraverso la quale, la regione Basilicata vuole fermare l’avanzata di azioni ancora più dannose nello Jonio. Forse bastava, a suo tempo, far ricorso alla Corte Costituzionale assieme alle sei regioni d’Italia che non intendevano svendere e distruggere il proprio territorio.
E giungiamo ad Emiliano. Cosa ha detto ai partecipanti e quindi anche al popolo dei non presenti il Presidente della Regione Puglia?
Il presidente della Regione Puglia ha annunciato: “Abbiamo intenzione di sostenere il referendum che abroga lo Sblocca Italia, abbiamo intenzione di sostenere tutte le regioni che si opporranno ai decreti autorizzativi delle trivelle e sono venuto qui a dirvelo senza se e senza ma” ed ha continuato: “Siamo determinati a fare il nostro dovere. Una parola, fare il proprio dovere, che è stata e continuerà ad essere tutta la mia vita”.
Bellissimi propositi, che in molti, da Fratelli d’Italia, al M5s agli ambientalisti hanno criticato duramente.
La critica, arriva forte e chiara e si fonda sulla richiesta, avanzata in primis dal M5s, di “avviare un referendum abrogativo dell’articolo 35 del “Decreto Sviluppo” così come hanno proposto i consiglieri regionali della Puglia del M5s. Solo in questo modo, si possono bloccare i procedimenti per i progetti di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi già in atto che ora possono essere accelerati grazie alla sciagurata legge Sblocca Italia”.
I cittadini hanno bisogno di certezze e di fatti, non di parole. Il tempo dei comizi, seppur propositivi è arrivato al capolinea. I pugliesi, i calabresi, i lucani, così come gli italiani tutti hanno bisogno di sentire di essere amministrati da istituzioni che ascoltano i bisogni, e che non hanno intenzione di svendere un territorio per pochi spiccioli e nemmeno per tanti milioni. Hanno bisogno di potersi fidare, hanno bisogno di sapere che le coste non somiglieranno mai al groviera, e all’orizzonte non si vedranno mai piattaforme di ferro e metallo, bensì un cielo colorato di rosso in cui sia visibile solo il sole che saluta il giorno.
Attendiamo, attendiamo ancora, ma per quanto ancora il popolo riuscirà ad attendere?
Category: Cronaca