IL CORAGGIO ITALIOTA
Un nostro lettore ci ha inviato questa foto, raffigura un cartello con l’indicazione della via dedicata a Bettino Craxi.
Una strada chiusa composta da poche case, nei pressi dell’Ipercoop di Surbo. Sul cartello si legge” Bettino Craxi politico 1934-2000″.
Una mano anonima si è preso la briga di coprire il “politico” e attaccarci su un foglietto con su scritto “latitante”.
Il solito coraggio italiota, quello di sputare su chi non si può difendere e non abbia alcuno che lo possa fare al suo posto.
A noi, i socialisti, come gli altri partiti della prima repubblica, non sono mai piaciuti.
Quando è arrivata ” Mani pulite” abbiamo fatti salti di gioia perchè finalmente la classe degli inattaccabili, di coloro che con la Costituzione in una mano e con le bustarelle nell’altra si erano mangiata l’Italia, finivano per la prima volta alla sbarra.
I reati commessi dai politici erano noti a tutti i cittadini, i partiti avevano invaso la società, non c’era nulla, neanche un posto da bidello al quale si poteva accedere senza passare dalle segreterie dei partiti, ciò nonostante, la Magistratura non era mai intervenuta prima di allora.
I politici, gli eroi della Resistenza e dell’antifascismo, che tutti i giorni salivano i cattedra per spiegarci quanto erano bravi e buoni, e ai quali noi cittadini dovevamo tutto, benessere, libertà, finalmente erano lì davanti a noi privi della loro maschera, dei poveracci, a cui usciva la bava dalla bocca nel momento in cui erano tenuti a rispondere alla Giustizia, come qualsiasi povero cristo.
Io non c’ero la sera all’uscita dell’Hotel Raphael, quando Craxi fu accolto da un lancio di monetine , al grido di “prenditi pure queste”.
Se ci fossi stato probabilmente lo avrei fatto pure io.
Ma non ci dimentichiamo che quella mattina il Parlamento italiano aveva negato l’autorizzazione a procedere per il segretario socialista.
Quel lancio di monetine era nei confronti dell’intera classe politica italiana.
Comunque approfondire le cause che portarono Craxi a rifugiarsi in Tunisia, ci porterebbe troppo lontano.
Basti solo ricordare che nel 1992 davanti al Parlamento sfidò tutti i partiti, e quello comunista in particolare, pronunciando la frase che rimarrà nella storia:” Si alzi in piedi chi di voi non ha preso finanziamenti illeciti in questo paese” , ma nessuno si alzò.
Poi ricordò i 20 miliardi di lire l’anno che L’Unione Sovietica versava al PCI e l’apparato paramilitare del KGB in Italia.
Craxi ha pagato così pesantemente, non perchè il partito di cui era segretario rubava, come tutti gli altri, ma perchè trasformò il PSI, che sino a quel momento era stato un partitino al servizio del PCI, in un partito autonomo che decideva della propria storia, e che cercò una terza via tra capitalismo e comunismo. Questo è quanto non è stato perdonato a CRAXI.
Benedetto Craxi, detto Bettino nasce a Milano il 24 febbraio 1934 e muore ad Hammamet il 19 gennaio del 2000. Fu Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1983 al 1987 .
E’ il primogenito dell’avvocato Vittorio Craxi, antifascista e perseguitato politico, e della casalinga, Maria Ferrari. Durante la seconda guerra mondiale, la famiglia decide di affidarlo al collegio cattolico”De Amicis” a Cantù, sia per il carattere turbolento, sia per allontanarlo dai pericoli che correva a causa dell’attività antifascista del padre che, dopo la liberazione, assumerà la carica di viceprefetto a Milano e poi quella di Prefetto a Como. Coinvolto in seguito nelle inchieste condotte dai giudici di Milano che presero il nome di Tangentopoli, subì due condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito al Partito Socialista Italiano, e morì mentre erano in corso altri quattro processi contro di lui. Egli respinse fino all’ultimo giorno della sua vita l’accusa di corruzione, mentre ammise di aver accettato finanziamenti illeciti, prassi diffusa, per permettere la dispendiosa attività politica del PSI, meno potente finanziariamente dei due grandi concorrenti, la DC e il PCI. Il governo e il partito di Craxi vennero sostenuti anche da Silvio Berlusconi, suo amico personale, avendo altresì una forte sintonia con dei leader della sinistra europea del calibro di Felipe Gonzales e Mario Soares, con cui vi fu una grande vicinanza rispetto all’allargamento dell’Ue ed al ruolo del “socialismo mediterraneo”.
È uno degli uomini politici più rilevanti della cosiddetta Prima Repubblica, ma anche uno dei più controversi a causa delle dette indagini di Mani Pulite, che ne condussero all’incriminazione e ad una duplice condanna definitiva in sede penale. Craxi non scontò mai la pena perché lasciò il Paese, rifugiandosi in Tunisia, mentre erano ancora in svolgimento i procedimenti giudiziari nei suoi confronti; pertanto, da latitante, «morì in solitudine, lontano dall’Italia».
—Dalla rete—-
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