ANTONIO TESORO SALUTA IL LECCE CON IL CUORE: “Dispiace per il pregiudizio dei tifosi. Mi assumo tutte le responsabilità di queste annate”
Dopo il saluto di Savino Tesoro nella conferenza stampa di presentazione da parte della nuova società del Lecce, arriva a farsi sentire anche la voce del figlio Antonio Tesoro, responsabile dell’area tecnica spesso criticato dai tifosi, tacciato come “figlio di papà”, poco incisivo nel ruolo di Direttore Sportivo nonostante sia riuscito a portare a Lecce, in Lega Pro, personalità importanti e giocatori di un certo spessore.
Tesoro junior lascia il popolo giallorosso scrivendo una lettera usando il cuore, esprimendo il suo rammarico per non essere riuscito a centrare gli obiettivi prefissati da lui e dalla società e per essere sempre stato visto come un “barese tra i leccesi”, ma sottolineando il fatto di voler portare con sé i bei ricordi, tralasciando quelli negativi.
“È alquanto insolito, trattandosi di un argomento popolare ed effimero come il calcio, soffermarsi sulle emozioni. Eppure, se dovessi ripercorrere a ritroso questi 3 anni, gli unici aspetti che sento avere importanza per me sono appunto quelli.
Come altre volte mi è capitato nella vita nell’istante in cui ho iniziato ad avere memoria delle strade di una città, dei luoghi più belli, dei ristoranti migliori, mi è toccato andar via ed anche questa volta non sono sfuggito a questo destino un po’ zingaro. D’altra parte, a Lecce, sono sempre stato un barese, a Bari un bergamasco e chissà se nella prossima meta mi considereranno un leccese, senza contare che l’appellativo mi farebbe molto piacere perché, nonostante siano stati anni un po’ difficili, ho avuto la fortuna di incontrare un patrimonio umano di raro valore che porterò con me.
Ciò che preferisco portare con me di questa mia esperienza sono prevalentemente gli aspetti positivi, perché quelli negativi alle volte sono stati cosi degradanti che non meritano neanche di essere custoditi nella memoria e neanche meritano rabbia che, spesso nella vita, è una spinta per ripartire ed è un vero peccato spenderla per surrogati talmente inutili.
È stato molto spiacevole il pregiudizio nei miei riguardi, dovuto al mio grado parentale con il proprietario del club, ma ancora più quello legato alla mia età.
Ho visto incensare gente di 30 anni, più grande di me, che con il doppio del budget a disposizione mi è sempre arrivata parecchio dietro; e dispiace che il pregiudizio lo abbiano avuto soprattutto i miei stessi coetanei, ma ritengo questo essere lo specchio di ciò che è veramente diventata questa nazione; una delle convinzioni che si sono inconsciamente instaurate dentro ciascuno di noi e che, forse, in questo mondo, ci confinano ad essere una delle nazioni di maggior sviluppo che nel contempo fa maggior fatica a sostentarsi.
Allora mi dico che non è del tutto sbagliato se le persone, fino a 40 anni, vengano considerate delle fotocopiatrici con le gambe ed eterni precari stagisti. Sembra che i giovani non abbiano una testa, delle gambe, delle idee, delle mani e soprattutto che non debbano mai avere una possibilità o il diritto di provarci e anche, soprattutto, di sbagliare.
Calcisticamente parlando so benissimo che la storia la scrive chi vince e noi non siamo stati in grado di farlo. L’errore più grande che mi riconosco è stato quello di essere rimasto anche durante il terzo anno, in cuor mio sapevo di essere troppo scarico ed ai limiti dell’esasperazione con il peso di due finali play off perse; qualche volta, però, l’orgoglio e l’assuefazione ti fanno smarrire i lumi della ragione, io ho peccato di questo durante questo anno nel quale, io per primo, non ho trovato la speranza e la motivazione adatta per riprovarci ancora. Mi scuso di questo.
Paradossalmente l’anno in cui abbiamo fatto peggio è stato quello in cui avevamo la rosa migliore, ma il calcio è anche frutto di dinamiche che nascono e muoiono all’interno di una stagione, probabilmente quest’anno non sono state granché positive.
Ho commesso degli errori nel mercato di Gennaio e i tre cambi di allenatore nello stesso mese, purtroppo, hanno inciso notevolmente sulle strategie e le volontà effettive. La restante parte la affido al vostro giudizio, per quel che mi riguarda trovo triste cercare di rimarcare gli aspetti positivi, non mi piace parlarmi troppo addosso.
Da responsabile dell’area tecnica, naturalmente, mi assumo le responsabilità di tutte le tre annate calcistiche; smetto di tediarvi e passo a salutare un po’ di compagni di viaggio.”
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Antonio Persona seria e genuina come tuo padre. gente come voi a lecce non ne vedremo più. Mi dispiace molto, spero in un tuo ritorno da ds!