PROVERBIO SALENTINO DI OGGI SABATO 20 GIUGNO
La Chiesa cattolica festeggia Sant’Ettore. La fortuna del nome, ancora oggi molto usato nel Nord Italia, specie in Lombardia e Trentino, più che al santo poco conosciuto, la si deve all’eroe omerico dell’Iliade, ucciso in una sfida a Troia da Achille, determinato a vendicare la morte dell’amico Patroclo, ucciso appunto da Ettore figlio di Priamo e strenuo difensore della città.
A diffondere ulteriormente il nome, contribuì l’ottocentesco popolare romanzo storico di Massimo d’Azeglio “Ettore Fieramosca”, condottiero di ventura, che guidò vittoriosamente la ‘Disfida di Barletta’ nel 1503 contro i cavalieri francesi.
Il nome deriva dal greco ‘Héktor’ latinizzato in Hèctor e significa ‘sostenitore’, ‘che trattiene fortemente’, ‘reggitore’ (del popolo).
E’ in uso anche il femminile Ettorina.
Proverbio salentino del giorno
L’ARTE TE LU TATA, E’ MEZZA MPARATA.
Letteralmente si potrebbe tradurre in: L’arte del padre, è per metà appresa.
Il mestiere o la professione del padre, quanto meno in parte viene naturalmente appresa dal figlio che volente o nolente vede tutti i giorni come il padre esegue il suo lavoro.
IL 20 GIUGNO 1935 VIENE ISTITUITO IL SABATO FASCISTA.
Al sabato fascista non erano chiamati solo i ragazzi ma anche gli adulti. Il lavoro e le lezioni dovevano terminare alle tredici per permettere a tutti di prender parte alle iniziative organizzate dal Partito Nazionale Fascista. Prevalentemente erano ore di ginnastica, con vari esercizi di forza e di coraggio (il più famoso è il salto nel cerchio di fuoco).
Alle ragazze invece venivano fatti eseguire esercizi ritmici e soprattutto coreografici: il tutto rigorosamente in divisa. Bisognava tonificare il corpo e rafforzare lo spirito. In effetti, oltre all’educazione fisica, agli esercizi di forza, al passo marziale, ai giovani veniva data anche un’educazione politica che aveva il fine di prepararli alla venuta dell’impero.
Le colonie e la salute dei bambini.
Il governo fascista però non trascurò i bambini gracili e magrolini. A questo proposito vennero inaugurate tantissime colonie estive con il compito di irrobustire i ragazzi più deboli, spesso provenienti da famiglie indigenti.
Le colonie estive si diffusero così ovunque. La vita all’aria aperta avrebbe giovato ai bimbi malaticci.
Sole, ginnastica e merende avrebbero sicuramente dato i loro frutti.
Lo scrupolo dei fascisti, diversamente dagli educatori che li precedettero, riguardava più che altro i giovani poveri, spesso denutriti che di certo non potevano contribuire alla gloria patriottica, gravando su un’Italia fin troppo immiserita dalla crisi economica.
Già negli anni Venti, dopo la sanguinosa Grande Guerra, in tutta Europa ebbe avvio una politica sociale finalizzata alla crescita demografica. Furono incentivate le nascite, vennero attuate varie misure tipo riduzioni o esenzioni di tasse o addirittura premi per le famiglie numerose, il Partito Nazionale Fascista cercò anche di ridurre la ancora alta mortalità infantile.
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