FERMATO DAI MAGISTRATI UN ALTOFORNO AL MOSTRO DI TARANTO / ROSA D’ AMATO: “Ora chiudiamo l’ intero stabilimento e avviamo una riconversione di sviluppo sostenibile per tutto il territorio”
Dalla portavoce del M5S al parlamento europeo di Bruxelles (nella foto) Rosa D’ Amato riceviamo e volentieri pubblichiamo______
Lo stabilimento Ilva di Taranto è vicino al blocco. Il sequestro dell’altoforno, in cui è avvenuto l’ultimo di una serie di incidenti mortali a danno dei lavoratori, (su leccecronaca.it abbiamo dato puntualmente più notizie in merito nei giorni scorsi, ndr) potrebbe dare il colpo di grazia a un mostro che ha solo prodotto morte e inquinamento. Il governo Renzi ne prenda atto e fermi l’inutile e dispendioso piano ‘salva Ilva’. La cappa di impunità concessa da Renzi è servita solo a mettere a rischio la vita di operai e il futuro della città. Se il governo ha davvero intenzione di destinare risorse per il bene di Taranto, chiuda lo stabilimento è avvii un piano di riconversione industriale serio, incentrato sullo sviluppo sostenibile e sulle potenzialità del territorio.
Il report Martin sul piano acciaio in discussione in commissione al parlamento dell’ Unione Europea è deficitario di una parte importante, quella relativa al rispetto delle direttive europee e dei trattati sulle emissioni inquinanti che gli impianti siderurgici devono rispettare pessidequamente essendo ad alto impatto su salute e sulle altre economie. Tale rispetto include anche scelte drastiche, ma necessarie di dismissioni degli impianti vetusti ed insostenibili sia dal punto i vista economico, sia da quello ambientale.
Se davvero l`Europa vuole cambiare modello di sviluppo e non mirare sempre e solo alla crescita esponenziale dei consumi, delle merci, dei consumi energetici ma anche di consumi delle risorse naturali bisogna puntare su un modello di produzione energetica distribuita e non centralizzata e sempre da fonti rinnovabili, e quindi sempre più avvezza all’uso di materiali innovativi e basata sull`economia circolare e sulla sharing economy in modo intenso.
Usciamo dalla Seconda rivoluzione e abbracciamo con serietà e coraggio la Terza rivoluzione industriale.
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