UN PROVERBIO SALENTINO AL GIORNO, NON CI RISOLVE UN CORNO….MA….
(g.m.)____Un amico che ci segue da tempo ci ha chiesto come mai, visto che siamo un giornale che ha una forte identità salentina, non riserviamo nessun spazio a ciò che maggiormente caratterizza un popolo ed un territorio, ossia la lingua.
E’ mai possibile che Leccecronaca non dia un minimo di spazio alla leccesità?
Il nostro idioma si sta perdendo, i nostri figli, non conoscono la maggior parte dei vocaboli, che invece venivano usati quotidianamente dai nostri genitori.
Scrivere qualcosa in leccese, considerato che addirittura in questa “lingua” c’è chi ci ha scritto delle intere opere, uno fra tutti il poeta cavallinese Giuseppe De Dominicis in arte Capitan Black, o se preferite Capitanu Bracca.
Questo è l’interrogativo che ci è stato posto.
E allora per non lasciare cadere nel vuoto l’invito, abbiamo pensato di iniziare con ciò che una volta era la sapienza spicciola dei nostri nonni, avremmo potuto iniziare con i proverbi, che ognuno di noi conserva nella propria memoria, ascoltati dai nostri genitori o magari dai nostri nonni.
Perchè la cosa più semplice? Forse la più immediata.
I proverbi sono l’espressione popolare che indica sinteticamente un pensiero, un concetto, un modo di sentire. C’è chi, come Benedetto Croce, li definì ” Il monumento parlato del buon senso”. Un proverbio al giorno, non è la mela che ci toglie il medico di torno, non risolve i problemi reali che ci troviamo ad affrontare nella vita quotidiana, ma sicuramente qualche volta ci aiutano a riflettere un attimo in più mentre stiamo prendendo una decisone. Perchè se è vero:” Ca ci cangia defrisca”, è eltrettanto vero che:” Ci lassa la strata ecchia pe la noa, sape ce lassa ma nu sape ce troa”.
E quindi diamoci sotto, ma tutti insieme, perchè queste cose, si possono, ma sopratutto si debbono fare solo con l’aiuto dei nostri lettori ai quali chiediamo di fornirci il materiale per pubblicare almeno un proverbio al giorno.
Certo è una grana che ci saremmo potuto risparmiare, che ha fatto storcere il naso al nostro Direttore, ma si sa, per un giornale il lettore è sacro.
Ed è avvenuto così che il Direttore, visto che ero quello che sembrava maggiormente entusiasta dell’iniziativa, mi ha perentoriamente comunicato che me ne sarei occupato io.
Alle mie rimostranze così ha risposto: ” Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Ma non avevamo detto proverbi in vernacolo? Ed ecco che la signorina che sino a quel momento non aveva aperto bocca, ha sentenziato:
CI CU LE MANU SOI L’ECCHI SE CACCIA, TOCCA CU SE LA PIGGHIA CU PACIENZA.
Ecco il proverbio della giornata è servito.
Ora tocca a voi cari lettori, datemi una mano.
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