GUARDARE LA RAI PUO’ FAR MALE ALLA DIGESTIONE
Ormai i programmi della televisivi sono inguardabili persino per quel breve tempo che si impiega per fare colazione.
E’ una mattina in cui me la prendo comoda, mi sono alzato dal letto un po’ più tardi del solito, mi siedo per fare colazione e ancora sonnecchiante accendo la tv.
Sullo schermo si presenta la faccia sorridente di Corrado Formigli, il simpatico conduttore, sta intervistando una deputata a me sconosciuta del Movimento Cinque Stelle, che è in collegamento credo da Roma e che risponde senza eludere le domande che gli vengono poste.
L’argomento trattato è quello delle pensioni, la rappresentante dei M5S spiega con chiarezza, che ci sono una serie di sprechi a cui si potrebbe mettere mano, che non è affatto vero che non ci sarebbero i soldi per aumentare le pensioni minime, che per esempio ci sono 8o.ooo amministratori nelle partecipate che percepiscono dei favolosi stipendi, amministratori che altro non sono se non i trombati dei partiti.
Poi cita una serie di politici che prendono due tre pensioni, poi ci sono le pensioni d’oro e così via.
Attacca il Governo Renzi che mette le mani in tasca sempre ai cittadini più poveri.
Il Formigli incalza la rappresentante del M5S tentando di metterla in difficoltà, prima tenta di interromperla poi gli parla sopra, ma la ragazza non molla, prende le difese dei pensionati a cui il governo Renzi secondo lei “ha rubato i soldi”, e alla fine il conduttore pone un’ultima domanda trabocchetto: ” Visto che il costo delle pensioni equivale al costo del reddito di cittadinanza, a chi li togliamo questi soldi?”.
L’intervistata con grande prontezza, risponde: “perché dovrei toglierli agli uni o agli altri?”, e all’obiezione posta dal conduttore, circa la mancanza di fondi, e che quindi una scelta s’imponeva, la ragazza ancora una volta dati alla mano ha ricordato quanti soldi il governo ha regalato alle banche, per cui non si comprendeva perché bisognava fare economia sui poveri cristi e poi essere generosi con i grandi gruppi economici.
La risposta non è stata gradita dal conduttore, che ha storto il muso ed ha immediatamente passato la parola al rappresentante del PD, il quale non ha trovato di meglio da dire:”ecco avete visto questa è la politica dei grillini…per poi incensare il governo guidato dal suo partito”.
Ora io comprendo che la Rai è in mano ai partiti, e i giornalisti che ci lavorano dentro devono essere ossequiosi nei confronti del governo, così come i giornalisti che lavorano nelle aziende private deve dare conto all’editore, e sopratutto che ognuno ha le sue simpatie politiche, ma un conduttore non può essere fazioso sino al punto di tentare di mettere in difficoltà un ospite e correre in soccorso di un altro.
Un conduttore serio avrebbe interrotto il rappresentante del PD, e gli avrebbe chiesto di non scantonare, ma di dare risposte precise alle dichiarazioni della deputato dei Cinque Stelle, gli avrebbe chiesto se erano vere le cifre citate, se tutti quei soldi effettivamente erano stati regalati alle banche, e invece nulla di tutto ciò.
Ognuno può avere le proprie simpatie politiche, ma la correttezza ci dovrebbe essere a prescindere.
In conclusione e meglio non fare colazione davanti alla tv: c’è il rischio che qualcosa ci rimanga sullo stomaco.
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Nell’articolo avevamo indicato Corrado Formigli come giornalista Rai, un lettore che ringraziamo, ci ha fatto notare l’errore e siamo corsi subito ai ripari, il giornalista in questo momento lavora per La 7.
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Corrado Formigli nasce il 24 marzo del 1968 a Napoli, figlio di un dirigente di un’impresa edile.
Intraprende la carriera giornalistica a “Paese Sera” a Firenze alla fine degli anni Ottanta; nel frattempo, si iscrive all’università e studia giurisprudenza.
Trasferitosi a Londra, comincia a scrivere come corrispondente dalla capitale britannica per il giornale dell’estrema sinistra “Il Manifesto”: dopo un anno in tale ruolo, torna in Italia e viene impiegato nella redazione romana del quotidiano, dove si occupa non solo di politica ma anche di spettacolo.
Nel 1994 inizia a lavorare per la Rai, per la trasmissione “Tempo Reale”, mentre nel 1996 segue Michele Santoro a Mediaset, in qualità di inviato di “Moby Dick”, in onda su Italia 1. In questo ruolo ha modo di raccontare, tra l’altro, i massacri compiuti in Algeria dai fondamentalisti islamici: nel 1998 proprio un documentario sulla guerra nel Paese africano permette a Corrado Formigli di vincere il Premio Ilaria Alpi.
Category: Costume e società
Formigli non lavora per la Rai ma per La7.
Prima di scrivere o esternare, bisogna almeno documentarsi …
Ringraziamo il signor Roberto, per la svista provvederemo a fare le dovute correzzioni.
Per quanto riguarda il contenuto, senza tema di smentita possiamo dichiarare che molti giornalisti che lavorano nelle reti private hanno comportamenti che non si discostano molto da quello dei loro colleghi della Rai.
Quello di Formigli è un classico esempio.