CAVALLINO: IL GIORNO DOPO LA TRAGEDIA SFIORATA DEL PULLMAN RIMASTO INCASTRATO FRA LE BARRIERE DI UN PASSAGGIO A LIVELLO
(v.m.)______Insegnanti malpagati e bistrattati si trovano a dover vivere esperienze da incubo.
Queste erano alcune delle frasi che abbiamo raccolto stamane nella scuola media di Castromediano “Leonardo da Vinci”, dopo che la tragedia è stata sfiorata nella giornata di ieri, quando il pullman che conteneva 56 ragazzi oltre all’insegnante che li accompagnava, e ovviamente all’autista, sono rimasti incastrati tra le barriere di un passaggio a livello.
I ragazzi sono stati fatti scendere in fretta e furia, con l’autista che comprensibilmente era nel panico, per fortuna il treno è passato sul binario che era a fianco a quello su cui sostava il pullman, senza che alcun danno fosse procurato a persone o cose. Solo tanta, tanta paura.
I tre pullman si erano recati a Torre Guaceto e da lì si stavano dirigendo verso Ostuni, seguendo il percorso che la gita scolastica prevedeva. All’altezza di Carovigno mentre superavano un passaggio a livello, per cause non ancora chiarite, l’ultimo dei tre mezzi non ce l’ha fatta a passare restando bloccato sulle rotaie del treno.
Ieri la paura oggi i commenti a caldo.
“Non ne possiamo più”…”siamo la categoria peggio pagata è abbiamo responsabilità enormi”….” tutti i giorni rischiamo di finire in tribunale, perché un ragazzo si fa male accidentalmente, o perché un coetaneo lo spinge, quella di ieri poi è stata una giornata da incubo”….”mai più, mai più, non accompagnerò mai più i ragazzi che vanno in gita”….
Gli insegnanti giustamente si lamentano, rischiano tutti giorni perchè devono rispondere dell’incolumità dei ragazzi che sono loro affidati, oltre ovviamente a doversi occupare della loro preparazione.
Le famiglie spesso sono assenti, e la scuola deve supplire anche a questo tipo di carenze.
Poi, facevano notare alcuni insegnanti della scuola elementare che sta nello stesso plesso: ” c’è la riforma di Renzi, quella Della buona scuola, buona non si capisce ancora per chi”.
L’insegnante non è l’impiegato statale che sta dietro un sportello o all’interno di un ufficio, non lavora con le carte, con documenti, con pratiche che possono essere anche lasciate lì a dormire, se un giorno non si ha voglia di seguire una pratica lo si può fare il giorno dopo.
Un insegnante lavora con della materia viva alla quale bisogna dare risposta non il giorno dopo, ma un secondo dopo, perchè distrarsi un attimo potrebbe voler dire libri che volano in classe o ragazzini che si azzuffano, col risultato che una penna potrebbe finire nell’occhio di qualcuno che ha un compagno di banco un pò discolo.
Ma di tutto ciò nessuno ne parla.
Un’insegnante ci raccontava che da quando entra a scuola alle otto e trenta a quando esce all’una, è tanta l’attenzione e la tensione che non non esce dall’aula neppure per andare in bagno.
Poi ci si dimentica che il lavoro per l’insegnante non finisce una volta usciti da scuola, ma prosegue non solo perché ci sono i rientri pomeridiani, ci sono i compiti dei ragazzi da correggere a casa, ci sono le lezioni da preparare per il giorno dopo.
Siamo andati via in punta di piedi perché anche sui giornalisti non sono stati teneri, visto che in più di qualche occasione gli insegnanti sono stati fatti passare come dei privilegiati, sempre con la storiella dei tre mesi di vacanza, dimenticando che quello dell’insegnate è un lavora atipico, che richiede attenzione costante quando si ha a che fare contemporaneamente con trenta ragazzini, spesso con problemi familiari alle spalle , e distrarsi solo un minuto non è possibile.
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