IL LECCE AL CAPOLINEA / DA DELLA ROCCA A CAGLIONI, PASSANDO PER MARTINEZ, LERDA E PAGLIARI: LE TAPPE DEL DECLINO DELLA STAGIONE GIALLOROSSA

| 11 Maggio 2015 | 0 Comments

di Laura Ricci_______

Il fischio finale dell’incontro fra Vigor Lamezia e Lecce ha sancito anche la fine della corsa in salita da parte dei salentini che vedono sfumati tutti gli obiettivi stagionali.

Sabato gli uomini di Bollini erano scesi in campo per vincere e sperare in risultati favorevoli dai campi delle dirette avversarie, ma tutto è andato come non doveva andare: i giallorossi hanno strappato via solo un pareggio ai calabri, mentre in contemporanea Matera e Juve Stabia difendevano le rispettive posizioni in classifica che sono valse l’accesso ai play off. Tutti gli scontri in questione sono terminati con il risultato di parità, che ha condannato il Lecce alla permanenza nel limbo, ormai inferno, della Lega Pro.

Il prossimo sarà il quarto anno di agonia per un popolo che ha visto declassata la propria squadra in serie B e poi in Lega Pro a causa degli illeciti commessi dall’ex presidente Pierandrea Semeraro. Un blasone, un esercito di giocatori dallo spessore tecnico incontestabile come quello di Moscardelli, Miccoli, Mannini, Doumbia, Lepore, Salvi e Papini non è riuscito a riportare nelle serie che contano la propria squadra.

La partenza sotto la guida di mister Lerda, guardato sempre con diffidenza e un pizzico di antipatia da parte di molti leccesi, ha subito una fase discendente troppo brusca per chi aveva l’obiettivo della promozione diretta; i flop di diversi giocatori come Caglioni, in più occasioni troppo statico, Della Rocca, acquistato nel mercato estivo come potenziale bomber ma poi poco incisivo, lo scarso rendimento di Carrozza, potenzialmente sempre importante in campo ma a volte non all’altezza per quello che ci si aspettava da lui, la cessione assurda di Martinez, perno della difesa leccese ceduto via perchè non rientrava nell’idea di gioco di Pagliari. Sono questi alcuni dei più importanti punti focali di questo percorso disastroso.

Si arriva dunque proprio a Pagliari, chiamato dal DS Antonio Tesoro in soccorso della sua squadra che aveva perso identità e grinta, e poi rispedito a casa dopo solo cinque partite perché “non convincente” agli occhi proprio di Tesoro junior. Al timone della barca è poi stato chiamato l’attuale tecnico Bollini, che ha dimostrato di potersela cavare egregiamente ma di non poter compiere alcun miracolo a tre quarti di stagione.

L’acquisto dei tanti baby come Gustavo, Embalo e Beduschi, talentuosi ma fruttuosi sopratutto in prospettiva, non è servito a sopperire all’assenza del vero finalizzatore che tanto è mancato a questo Lecce. Al fianco di un super Moscardelli, autore di quindici reti stagionali, è mancato un attaccante che “vedesse” la porta con facilità, in modo da riuscire a concretizzare maggiormente la valanga di occasioni create ma troppo spesso sprecate.

La conduzione della famiglia Tesoro, per quanto sempre portata avanti con stima, rispetto e affetto nei confronti dei colori giallorossi, non ha avuto una linea continua tale da permettere alla squadra da percorrere un cammino altrettanto stabile.

Il futuro del club salentino non è più nelle mani dei Tesoro, che hanno messo in vendita la società e sono in attesa di proposte da parte di potenziali acquirenti. Un recente interesse è stato dimostrato dall’attuale presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, amante della terra salentina e della cultura pugliese. Pare però che il prezzo del Lecce avanzato da Savino Tesoro, due milioni e mezzo, abbia fatto frenare le trattative fra i due.

Saranno ancora mesi tormentati per l’ambiente giallorosso, in attesa di scoprire cosa riserva il futuro.

Il campionato è terminato, l’agonia no.

 

 

Category: Sport

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