CAVALLINO: TRA PALLOTTOLE E CONCESSIONI EDILIZIE

| 10 Maggio 2015 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Correva l’anno 2003, quando l’inviato di Repubblica, Davide Carlucci scriveva un articolo che raccontava quanto stava avvenendo in un piccolo comune alle porte di Lecce.
Persino la Direzione Antimafia si interessò delle vicende che coinvolsero amministratori e quell’imprenditoria assistita che da sempre, con la politica tiene buoni rapporti e spesso la finanzia.
Nomi e imprese che oggi ritornano all’attenzione della cronaca, ma la classe politica che pure ogni tanto viene colta con le mani nella marmellata continua a perpetuarsi come se nulla fosse.
Per questo è giusto che  i giovani possano in qualche modo rendersi conto in quale società vivono, parlare del 2003  nel 2015 vuol dire parlare di storia, di una piccola storia, certo, ma comunque la nostra storia, una delle tante piccole storie che riguardano il nostro territorio. Perchè il luminoso sole del Salento non riesce ad illuminare dappertutto, e tante sono le zone d’ombra che nella nostra terra ancora sono presenti.

Tanti sono i comportamenti omertosi, e non ci riferiamo ai semplici cittadini, anzi questi spesso hanno pagato di persona per stare in prima fila, ciò che è mancato sono state le forze politiche, tutte, le istituzioni, e quando qualcuno all’interno di queste ha cercato di intervenire, si è messo in movimento tutto un mondo, che c’è chi chiama i poteri forti, chi gli amici degli amici, chi la Massoneria, certo è che quasi nessuno ha pagato, e i piccoli pesci presi sono presto scivolati fuori dalle larghe maglie della rete della Giustizia.
Quello riportato qui sotto è un’istantanea della storia del nostro territorio.
Qualcuno anche all’interno del vostro giornale ricorderà quegli anni.

Grazie per l’attenzione

Francesco 

 

 

Lecce, tra spari e licenze edilizie gli insospettabili amici dei clan

LECCE – Tutto sembrerebbe portare, in questa ingarbugliata vicenda di pallottole e concessioni edilizie affrettate, affari da milioni di euro e centinaia di posti di lavoro, verso una presenza nascosta e costantemente evocata a labbra serrate: quella della criminalità organizzata. Le indagini che venerdì hanno portato i militari della Guardia di finanza a cercare documenti nell’ ufficio tecnico di Cavallino e nell’ assessorato alla mobilità di Lecce, muovono infatti dagli attentati iniziati a maggio, quando l’ imprenditore Tommaso Ricchiuto, big dell’ edilizia salentina (con affari anche a Taranto e Brindisi) nonché amministratore della Sgm, società mista dei trasporti nel capoluogo salentino tenuta in vita dai finanziamenti del Comune, scopre nella sua villa una bomba al tritolo. Inizia allora una serie inquietante di denunce: il 23 giugno cinque pallottole vengono sparate al suo indirizzo (senza colpirlo) mentre è in compagnia di una delle figlie; poi gli attentati riguardano altre persone, come l’ assessore all’ Urbanistica del comune di Cavallino, Ennio Cioffi o il consigliere della Sgm Fioravante Totisco. E ancora: minacce telefoniche al consigliere comunale di Cavallino Antonio Schirinzi e al progettista del comparto “E” della zona Pip (piano di insediamento produttivo) di Cavallino. Dove si sono insediate la Carrefour e una decina di megastrutture commerciali, tutte su terreni ceduti dal Comune a Ricchiuto. E dove è prevista la realizzazione di una stazione di servizio megagalattica, che potrebbe, si dice, far gola ai clan che controllano la cintura urbana di Lecce. Ma a indagare, più che la Direzione antimafia, è la Procura di Lecce. Che è andata a chiedere negli uffici due comuni soprattutto atti amministrativi. A Cavallino, dove sono stati posti i sigilli all’ Ufficio tecnico, vogliono spiegazioni su come e a chi sono stai assegnati i suoli per le attività artigianali, come sono stati assegnati i negozi all’ interno del Carrefour, come si è arrivati a creare questo “comparto E”. Ovvero, come è iniziato il grande business che potrebbe essere all’ origine delle tensioni attuali. Tra le carte che ora sono in mano ai magistrati ci sarà senz’ altro la concessione edilizia concessa dal comune di Cavallino alla Ipersalento srl, di cui ora è amministratore Ricchiuto. E’ datata 24 aprile 1997, tre giorni prima delle elezioni comunali che confermano l’ attuale sindaco Gaetano Gorgoni. Il grande affare, dunque, nasce in piena campagna elettorale. Non solo. A firmarla è il geometra comunale Giuseppe De Giorgi che, quel giorno, secondo Lorenzo Capone, editore e capo dell’ opposizione a Cavallino, “era assente per malattia, come ho denunciato alla Procura in un esposto documentato”. A Cavallino amministra da dieci anni Gorgoni, ex repubblicano (è stato anche sottosegretario) poi passato con il centrodestra. La sinistra di fatto non esiste: a rappresentare l’ opposizione è una lista civica trasversale. “Io sono stato querelato – dice il capogruppo, Valerio Melcore – con una richiesta di risarcimento per un miliardo per aver chiesto le stesse cose su cui ora indaga la magistratura. E cioè quali sia la legittimità di una concessione sulla quale pendono quattro sentenze del Tar che dichiarano illegittime il nulla osta regionale, l’ autorizzazione al commercio e le concessioni edilizie”. Ma i commercianti e gli imprenditori che avevano presentato il ricorso, al momento della discussione davanti al consiglio di Stato hanno fatto retromarcia: il ricorso è stato ritirato. E a Lecce? Lì la Finanza ha chiesto i documenti relativi alla Sgm e i servizi che gestisce in città, tra i quali i parcheggi e la rimozione coatta. Ma in quel caso, più che ad appalti e autorizzazioni, la Procura è interessata a capire con quali società, e attraverso quali meccanismi, lavora la stessa Sgm. In nome della quale, il 25 novembre Ricchiuto aveva incaricato una società investigativa di “indagare sugli ausiliari del traffico” suoi dipendenti. L ‘ imprenditore prima smentisce e poi ammette. Un ulteriore particolare di una vicenda dai riflessi ancora molto, molto opachi.

DAL NOSTRO INVIATO DAVIDE CARLUCCI

2 febbraio 2003

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