FURTO DEGLI M12 DELLA FORESTALE: NUOVI SVILUPPI
(t.l.)______La notte tra il 13 e 14 luglio 2014, dalla sede del posto fisso del Corpo Forestale dello Stato di Lecce – San Cataldo, venivano asportate due pistole mitragliatrici M/12 S2 e quattro serbatoi, duecento cartucce calibro 9×19, un giubbetto ed un casco antiproiettile e una placca di riconoscimento per Agenti di Polizia Giudiziaria.
L’ispezione dei luoghi aveva documentato che gli autori erano penetrati al piano terra della struttura dopo aver divelto tre sbarre dell’inferriata di una finestra e, una volta all’interno, avevano abbattuto l’intelaiatura della porta blindata che consente l’accesso al locale armeria; utilizzando la fiamma ossidrica, avevano poi praticato due aperture di forma rettangolare sull’anta sinistra dell’armadio blindato dove erano custodite le armi, le munizioni e l’equipaggiamento.
Le indagini effettuate attraverso attività tecniche, perquisizioni e sequestri, nonché accertamenti di natura scientifica sulle tracce acquisite in sede di sopralluogo, consentivano di acquisire elementi probatori che determinavano l’emissione della misura cautelare in carcere nei confronti dei seguenti indagati:
– BIANCO Ermanno, impiegato civile con mansioni di operaio presso la stessa sede della Forestale di San Cataldo, il quale agendo sostanzialmente da “basista” aveva fornito le informazioni relative all’esatta ubicazione delle armi, nonchè all’assenza di sistemi di videosorveglianza, di allarme o di qualsiasi altra forma di vigilanza alla caserma;
– BUCCARELLA Angelo e ARCATI Antonio Boris i quali, sulla scorta delle informazioni ricevute da BIANCO Ermanno, avevano pianificato e materialmente consumato il furto.
Oltre agli elementi che avevano determinato l’applicazione della misura cautelare, dall’attività erano emersi altri due aspetti meritevoli di approfondimento investigativo, ovvero il coinvolgimento di almeno un altro complice nelle dinamiche delittuose e la probabile materiale disponibilità delle due pistole mitragliatrici trafugate ancora in capo agli indagati.
Il prosieguo delle indagini consentiva quindi di:
– identificare CONTE Salvatore nel quarto soggetto coinvolto;
– accertare che, subito dopo il furto, tra gli autori era intervenuta la spartizione della refurtiva ed in particolare, una pistola mitragliatrice era stata trattenuta da CONTE e ARCATI, l’altra da BUCCARELLA e BIANCO;
– individuare in DRAZZA Antonio il probabile detentore di una delle due armi, quella che era rimasta nella disponibilità di BUCCARELLA e BIANCO.
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini seguite all’arresto dei primi tre indagati ARCATI Antonio Boris, BUCCARELLA Angelo e BIANCO Ermanno, hanno consentito di individuare le responsabilità a diverso titolo di altri due soggetti, risultati entrambi di notevole caratura criminale, quali CONTE Salvatore di Leverano e DRAZZA Antonio Cosimo originario di Copertino.
Nello specifico CONTE Salvatore è risultato pienamente partecipe alle fasi organizzative ed attuative del furto delle armi, conservando anche dopo l’arresto degli altri complici la detenzione di una delle due pistole mitragliatrici trafugate. E’ emerso infatti che nei momenti immediatamente successivi all’azione delittuosa le armi e le munizioni erano state spartite tra i quattro autori, per cui una era stata trattenuta appunto da ARCATI e CONTE e l’altra era rimasta a BUCCARELLA e BIANCO.
Nel contesto relativo alla detenzione di quest’ultima pistola mitragliatrice, si inseriva la figura di DRAZZA Antonio Cosimo, soggetto che, oltre ad intrattenere unostretto rapporto con BUCCARELLA, veniva arrestato in flagranza di reato per la detenzione presso la propria masseria di numerose armi, centinaia di munizioni e ingenti quantitativi di droga (Polizia di Stato), quale custode della pistola mitragliatrice originariamente trattenuta da Buccarella.
Nel pomeriggio di ieri a Leverano è avvenuta la cattura di Conte Salvatore e contestualmente la notifica in carcere per Drazza e Buccarella dei relativi provvedimenti restrittivi richiesti dal pm Massimiliano Carducci ed emessi dal Vincenzo Brancato, e cioè per Salvatore Conte furto aggravato in concorso; per Antonio Cosimo Drazza, detenzione di armi e munizioni da guerra; per Angelo Buccarella cessione di armi e munizioni da guerra.
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