LIBRI / IL DOTTOR GIUSEPPE SERRAVEZZA CI SPIEGA UNA RICERCA CHE SVELA LE RESPONSABILITA’ DEL CINEMA NEL PROMUOVERE IL FUMO FRA I GIOVANI / LO STUDIO DI DUE ONCOLOGI A LECCE VENERDI’ 8
Venerdì 8 maggio, alle ore 18.00, a Lecce, nella Sala conferenze del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano”, in viale Gallipoli, 30, su iniziativa della Lega Italiana Lotta Tumori di Lecce, verrà presentato il libro “Cenere di Stelle. Cinema, fumo e adolescenti”, che Edoardo Altomare e Domenico Galetta, due oncologi baresi e grandi appassionati di cinema, hanno scritto a quattro mani.
Saranno presenti gli autori. Modererà Marianna Burlando, psicologa, del Direttivo LILT Lecce. Le conclusioni sono affidate al dottor Giuseppe Serravezza, presidente LILT Lecce.
Il volume, promosso e sostenuto dall’Associazione WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe – Donne insieme contro il tumore al polmone) e dall’AReS Puglia, è stato realizzato in collaborazione con Carthusia Edizioni che ha ideato il raffinato progetto grafico che lo ha reso un libro interessante da leggere e bello da sfogliare. E’ distribuito gratuitamente e destinato a medici, operatori della sanità, dell’informazione e insegnanti.
Nella foto: Alain Delon, nel film “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini, 1972.
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(Giuseppe Serravezza)_______
Dopo un’accurata ricerca, gli autori hanno notato come la presenza della sigaretta nel film era stata notevole nella “Golden Age” del cinema americano degli anni ‘30-‘40 (basti pensare a film come Casablanca o Perdutamente tua); poi nei decenni dal 1950 al 1990 la presenza di fumo nelle pellicole ha registrato una diminuzione, mentre negli ultimi 20-30 anni si è avuta una nuova impennata che continua tutt’oggi.
Il fumo è ancora più glamour oggi di quanto non lo fosse negli anni Sessanta. Più di 160 migliori film dello scorso anno sono stati analizzati e si è visto che, nel 60 per cento di essi, vi sono scene di fumo, con più di 15 scene di esposizione di sigarette l’ora. Ciò a fronte di sole 10 scene per film degli anni Cinquanta.
Come è dato di leggere sulla quarta di copertina del volume, ieri Humphrey Bogart e Lauren Bacall, oggi Ryan Gosling e Scarlett Johansson. Con poche eccezioni, e rinnovando un antico patto tra l’industria del tabacco e quella cinematografica, fumano tutte le principali star del cinema mondiale.
L’obiettivo è quello di trasmettere al pubblico, in particolare a quello più vulnerabile degli adolescenti, un messaggio fuorviante: che la sigaretta favorisce le relazioni sociali, fornisce un senso di benessere e relax e rende più attraente il look di chi fuma.
E proprio nella fascia d’età dei teenager, che le compagnie produttrici di tabacco, attraverso questa alleanza con l’industria cinematografica, continuano a reclutare le future vittime del tabagismo.
L’OMS ha già da tempo confermato che l’esposizione degli adolescenti a scene di fumo nei film è una questione di salute pubblica di primaria importanza.
In Italia, i fumatori sono circa 11 milioni, e di questi quasi 5 milioni sono donne. Il tabacco e il fumo di tabacco sono i più importanti agenti cancerogeni, tanto che ogni anno nel nostro Paese sono riconducibili a malattie legate al tabagismo almeno 80mila morti e l’Oms considera il fumo di tabacco come la prima causa di morte facilmente evitabile. Le dimensioni di questo problema di sanità pubblica impongono, in Italia così come nel resto del mondo, l’adozione di adeguate contromisure.
Le responsabilità dei media – cinema e tv in prima linea – nel promuovere e sostenere l’abitudine delle sigarette e nell’indurre gli adolescenti a fumare sono evidenti. Pochi film sfuggono ormai all’uso smodato di sigarette, ai subdoli “segnali di fumo” strategicamente affidati sugli schermi ai divi del cinema più popolari ed influenti. Una vera epidemia.
Il libro pertanto si colloca in quella che viene comunemente definita “sensibilizzazione primaria” e ha come obiettivo quello di aiutare a leggere criticamente i messaggi di uno strumento al contempo emozionante e forte, quale può essere il cinema.
Category: Cultura