…Ma perché continuare a multare per divieto di sosta i medici in visita domiciliare urgente?

| 11 Aprile 2015 | 4 Comments

di Giovanni D’ Agata * (presidente dell’ associazione sportello dei diritti)______

Si parla troppo spesso di malasanità, ma dei medici che per fare il proprio dovere quando si recano al domicilio dei pazienti, anche in situazioni d’emergenza e soggiacciono alla costante “Spada di Damocle” del rischio di subire una multa nell’esercizio della propria professione, se n’è parlato poco, pochissimo.

Ed allora, la denuncia di un operatore sanitario è utile a rispolverare il problema ed attirare l’attenzione dei comandi di Polizia stradale (partendo dalle Municipali) e dei Prefetti, dopo che – solo per fare un esempio – nel capoluogo leccese lo scorso 9 aprile, in pieno centro cittadino, un medico si è visto appioppare l’ennesimo verbale per divieto di sosta nonostante esibisse in bella vista sul parabrezza l’adesivo dell’ordine ed esponesse anche il motivo del non corretto posizionamento della propria autovettura (una visita domiciliare urgente), seppur la stessa non intralciasse minimamente il traffico veicolare.

Non vi è dubbio che il medico nella scelta se salvare una vita umana o subire un’altra multa per lo stesso motivo, sceglierebbe sempre la prima opzione, ma questo pare non interessi a quei zelanti vigili urbani che hanno così a cuore il rispetto del codice stradale tanto da farsi sfuggire le deroghe in esso pur previste, come quella dello “stato di necessità”.

E questa ennesima amnesia, da parte di qualche agente della Polizia municipale leccese – perché sono tante le multe subìte per lo stesso motivo e nelle medesime condizioni – che un operatore sanitario leccese ha voluto portare all’attenzione dello “Sportello dei Diritti”, al quale ha segnalato l’episodio accadutogli in una via di Lecce, con l’unica “colpa” di aver provvisoriamente parcheggiato in modo irregolare mentre era intervenuto a prestare soccorso ad un paziente grave.

Si tratta di un caso non isolato che ha spinto il medico leccese a denunciare quest’ingiustizia che pare essere la conseguenza del clima d’intolleranza che si respira a Lecce in materia di multe e per evitare che in futuro gli agenti di polizia municipale continuino a perpetrare questo comportamento oltranzista che pare la diretta conseguenza dell’esigenza più volte denunciata dall’associazione di continuare a “far cassa”.

E da qui rivolgo un’ appello affinché coloro che svolgono una primaria funzione pubblica, ossia quella medica, durante il servizio di assistenza domiciliare d’urgenza, non continuino ad essere facili “vittime” sacrificali della Polizia Municipale che con poca accortezza e senza il benché minimo sentimento di tolleranza sono pronte a sanzionare un malcapitato operatore sanitario “colpevole” solo e soltanto di aver svolto la propria funzione.

Ancora una volta, quindi, non possiamo non rivolgerci al Sindaco ed al Comandante del Corpo dei Vigili urbani, affinché si facciano portavoce presso i propri sottoposti di una diversa e maggiore attenzione verso coloro che, nello svolgimento della propria primaria funzione di tutela della salute dei cittadini, anziché essere batostati, meritano di essere tutelati in quanto equiparati a pubblici ufficiali e non punibili secondo quanto stabilito dal Codice della Strada.

Ovviamente quando ciò non è stato possibile per disattenzione degli stessi controllori delle pubbliche vie è giusto ed opportuno che gli eventuali ricorsi proposti dagli stessi medici siano considerati alla luce della risalente normativa che anche tutt’ora considera lo “stato di necessità” quale una scriminante al fine di ritenere non sussistente la violazione con la conseguenza che i ricorsi dovrebbero essere annullati de plano dall’autorità amministrativa, in particolare il Prefetto cui è demandato il controllo finale degli atti posti in essere dall’ente comunale in materia di sanzioni al codice della strada.

Ciò anche perché da tempo, il locale Comando di Polizia Municipale si è reso da tempo indisponibile all’annullamento a seguito d’istanze in via d’autotutela per verbali ritenuti palesemente illegittimi anche se riguardano comportamenti commessi nell’esercizio di un proprio dovere quale quello di salvare vite umane.

 

 

 

 

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Category: Cronaca

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Comments (4)

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  1. franco ha detto:

    Le multe sono le tasse che il governo mette attraverso il taglio ai Comuni.
    I comuni oramai lo dichiarano apertamente non sono in grado di offrire persino alcuni servizi essenziali, se poi pensiamo al Comune di Lecce dove gli sprechi, scusate il gioco di parole, si sprecano, allora si comprende perchè questa città è ai primi posti per quanto riguarda il numero di multe che vengono elevate ai cittadini. Insomma un modo palese di fare cassa.

  2. redazione ha detto:

    IL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI DI LECCE DONATO ZACHEO SCRIVE:
    “Mi duole leggere commenti polemici improntati all’inesattezza e alla non conoscenza delle norme da parte di chi rappresenta un’associazione che difende i diritti dei cittadini e, come tale, dovrebbe farsi paladino del rispetto delle stesse. Per questo motivo mi preme fare finalmente chiarezza sulla vexata quaestio della mancata tolleranza della Polizia locale nei confronti delle autovetture dei medici ‘in visita domiciliare’”
    “Ribadisco che la Polizia locale di Lecce opera sulla base della vigente ordinanza dirigenziale numero 609 del 4 luglio 2007 del settore Mobilità e Trasporti. In virtù di tale provvedimento, i medici di famiglia, muniti di regolare autorizzazione rilasciata dall’Ufficio Mobilità del Comune, che espongono sulla propria autovettura il disco orario con l’iscrizione ‘Medico in visita domiciliare’, possono transitare in tutte le zone a traffico limitato del centro storico e sostare, sino ad un tempo massimo di 45 minuti, nelle aree riservate ai residenti, con l’obbligo di indicazione dell’orario di arrivo. Inoltre, è loro consentito di sostare gratuitamente in tutte le zone tariffate cittadine, sino ad un tempo massimo di 30 minuti, sempre con l’obbligo di esposizione del disco orario”.
    “Evidentemente, e non potrebbe essere diversamente Il provvedimento, che fu a suo tempo concordato tra l’Ordine dei Medici e l’Assessorato alla Mobilità e ai Trasporti, non autorizza i medici in visita domiciliare a violare le norme del Codice della Strada. Qualunque ‘parcheggio non proprio ortodosso’ sarà, dunque, legittimamente sanzionato dagli operatori di Polizia Locale, come è avvenuto nel caso accertato il 9 aprile scorso e portato a conoscenza dello Sportello dei Diritti”.
    Le dichiarazioni piccate del Presidente D’Agata che invoca una status di impunibilità tout court nei confronti delle autovetture che espongano la citata autorizzazione, oltre a dimostrare una scarsa conoscenza delle procedure amministrative, palesano una mal celata diffidenza nei confronti della Polizia locale di Lecce. Il Presidente D’Agata dovrebbe sapere benissimo che nei casi eccezionali nei quali si può appellare l’interessato dello stato di necessità ed urgenza, l’eventuale accertamento amministrativo elevato a carico del medico, non può essere annullato attivando l’istituto dell’autotutela, ma esclusivamente avanzando un ricorso alle autorità competenti che documenti tale circostanza”.

  3. redazione ha detto:

    GIOVANNI D’AGATA SCRIVE:

    “Con i nostri comunicati circa l’intolleranza che si respira a Lecce in materia di sanzioni al Codice della Strada da parte della Polizia Municipale e della necessità di “far cassa” con i proventi delle multe non abbiamo fatto altro che riportare un sentire comune dei cittadini leccesi che è suffragato dalle statistiche nazionali che ci portano ai vertici delle classifiche delle città più severe verso i cittadini.

    Non si trattA di fatti isolati, ma di un sistema che si sta dimostrando metodico a Lecce dove si registrano tra i più alti tassi nazionali di multe in rapporto alla popolazione, tanto da mettere la cittadinanza in cattiva luce tra i più indisciplinati alla guida, ma purtroppo tutti sappiamo che non è così e tanta colpa sta nell’amministrazione che in questi anni ha aumentato a dismisura “strisce blu”, apparecchi di rilevazione elettronica delle infrazioni come photered e telecamere ai varchi del centro storico, mentre non sono state adottate formule alternative anche solo di natura dissuasiva, ciononostante le numerose decisioni del giudice di pace locale che ha sanzionato con la nullità una notevole mole di ricorsi per illegittimità dei verbali.

    Non vi è dubbio, peraltro, che è apprezzabile la solerzia con cui ha risposto Zacheo per difendere l’operato degli agenti di PM ma lo stesso è, a pare dello scrivente, incorso in alcuni errori che riguardano la tutela dei diritti dei cittadini, in particolare dei medici che si recano presso le abitazioni dei malati e si vedono troppo spesso sul parabrezza il ricordino nonostante il fatto che l’aver lasciato per pochi minuti l’auto in sosta irregolare sia stata la conseguenza dell’esercizio della propria funzione sociale che è anche quella di salvare vite umane.
    In tal senso è opportuno ricordare al comandante che la giurisprudenza ha più volte invocato l’esimente dello stato di necessità ex art. 4 della Legge n 689/1981, secondo cui: “Non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.”, proprio nei casi in cui lo stesso comandante ritiene che gli operatori sanitari debbano essere “legittimamente sanzionati”.
    D’altro canto, peraltro, la notevole mole di verbali illegittimamente elevati che sono oggetto di ricorsi da parte dei cittadini e che continuano ad invadere l’ufficio del Prefetto e quello del giudice di Pace di Lecce, potrebbe essere ridotta se e solo se lo stesso comando provvedesse all’annullamento in autotutela prima che i cittadini si opponessero formalmente alla multa come ha già ribadito il Ministero dei Trasporti con la risalente circolare n. 66 del 17 luglio 1995 che ha ammesso il principio dell’ammissibilità dell’annullamento di autotutela dei verbali illegittimamente emessi.
    Ma ciò ancora una volta sfugge inspiegabilmente al dirigente che ha ancora una volta reiterato l’obbligo del ricorso in tali casi senza prendere nella benché minima considerazione tale possibilità.
    Ci auguriamo, quindi, che questa volta possa servire per far ritrovare la memoria all’amministrazione comunale di Lecce e a far cambiare rotta verso un rapporto più tollerante e meno “aggressivo” verso la cittadinanza che non merita di essere etichettata come indisciplinata”.

  4. Mario Giugno ha detto:

    Condividendo quanto già scritto dal presidente Giovanni D’Agata,vorrei solo ricordare al Comandante della Polizia Municipale che i suoi uomini elevano multe anche lì dove è chiaramente esposto un cartello formato A4, che anche i ciechi possono vedere, recante la dicitura “medico in visita domiciliare”.
    Vorrei inoltre far presente che, per esperienza personale, i vigili hanno continuato a redigere il verbale anche nel caso in cui il medico, informato dai familiari del paziente, interrotta la visita e recatosi sul posto, ha informato i vigili che si trovava in visita medica domiciliare !!

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