A COSENZA CROLLA IL LECCE DI BOLLINI E ARRIVA LA SECONDA SCONFITTA CONSECUTIVA
Nell ‘undicesima giornata del girone di ritorno di Lega Pro e nel giorno del suo centosettesimo compleanno, il Lecce, alla luce del pareggio della Casertana contro l’Ischia, tenta di scalare la classifica per portarsi a meno uno dai campani e per conquistare un post ai play off. Il risultato finale però condanna il Lecce a una sconfitta che pesa sul morale e sulle ambizioni della squadra.
Allo stadio San Vito, i salentini affrontano alle 12.30 il Cosenza con Caglioni, Diniz, Lopez, Vinetot, Abruzzese, Papini, Embalo, Mannini, Moscardelli, Filipe Gomes e Manconi.
Mister Roselli schiera invece Ravaglia, Corsi, Ciancio, Arrigoni, Tedeschi, Carrieri, Criaco, Caccetta, De Angelis, Calderini e Statella.
Dopo un timido tentativo di testa di Lopez facilmente controllato dal portiere avversario, il Lecce tenta di guidare il match ma il Cosenza al 10′ fredda i salentini alla prima occasione da goal: Calderini si impossessa del pallone, si beve il centrocampo leccese e supera Vinetot, poco aggressivo, insaccando il pallone.
Gli uomini di Bollini tentano di rimettersi in carreggiata e al 18′ Abruzzese svetta di testa su azione di calcio d’angolo ma trova l’opposizione provvidenziale di Ravaglia che gli nega la gioia del goal.
La reazione del Lecce continua a produrre occasioni offensive per i giallorossi che al 25′ sfiorano nuovamente il pareggio grazie a Embalo che, dopo aver recuperato il pallone al limite dell’area avversaria, lascia partire un rasoterra che accarezza il palo destro del numero uno calabrese per poi spegnersi sul fondo.I salentini impegnano il Cosenza con diverse sortite offensive che però risultano poco pericolose e sopratutto troppo lente.
Sulla falsa riga del primo tempo, la seconda frazione di gioco riprende su ritmi piuttosto confusi con il Lecce alla ricerca della rimonta e il Cosenza che tenta di sfruttare le ripartenze; al 59′ i giallorossi tornano a farsi pericolosi con Mannini che su passaggio del neo entrato Gustavo lascia partire un destro potente e di poco fuori dal bersaglio.
La squadra di casa prende respiro e al 64′ impegna seriamente Caglioni in un’uscita coraggiosa su Carrieri che tenta la zampata vincente ma trova l’opposizione del portiere leccese. Al 74′ mister Bollini tenta il tutto per tutto e manda in campo Miccoli al posto del difensore Vinetot, schierando una formazione decisamente offensiva con Moscardelli, Gustavo, Miccoli ed Embalo. Proprio il giovane attaccante leccese sfiora il goal al 75′ con un tiro al volo che viene però controllato da Ravaglia.
Gli ultimi venti minuti di gioco si trasformano in un’assedio del Lecce che schiaccia i propri avversari nella propria area di rigore; nonostante la spinta continua dei giocatori salentini, la squadra ospite riesce ad arginare i tentativi dei giocatori avversari e a conservare il vantaggio, condannando così i salentini alla seconda sconfitta consecutiva.
Il giudizio: un Lecce troppo lento nella prima frazione del gioco e troppo macchinoso nelle ripartenze non riesce a recuperare lo svantaggio. Ci si aspettava una squadra cinica e determinata sin da subito, ma per buona parte del match i salentini non sono riusciti a essere concreti, perdendosi in azioni complicate e in tentativi di giocate su palla alta. Moscardelli, di solito risolutivo, sembrava oggi essere fuori dai meccanismi di gioco; nel secondo tempo i giallorossi hanno chiuso il Cosenza nella propria metà campo senza però riuscire a trovare il goal. Man mano che si va avanti con le partite, si ha sempre più chiaro il fatto che il problema di questa squadra sia riuscire a segnare.
Il migliore in campo: Abruzzese, capitano del Lecce in assenza di Miccoli, è stato un vero e proprio muro in difesa. Non ha concesso niente agli avversari e ha guidato il proprio reparto come un vero e proprio leader. Peccato per il tentativo di testa che non è riuscito a concretizzare.
L’arbitraggio: ha diretto l’incontro il signor Andrea Tardino di Milano, accompagnato dagli assistenti Lauro Margini e Fabrizio Tamburini. Un arbitraggio piuttosto “lascivo” e mirato alla fluidità di gioco, in certi momenti forse troppo tollerante nei confronti di falli e interventi da punire.
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