“Sandwich” e “Caregiver”: le parole chiave della disuguaglianza sociale delle donne.
L’enorme carico di responsabilità e di lavoro di cura non riconosciuto mettono in discussione lo stesso diritto alla salute per le donne 17 marzo a Bari Tavola rotonda con Carla Cantone, SPI Cgil Nazionale e Francoise Vagnè, presidente del Sindacato europeo delle donne pensionate.
Ci diciamo sempre che 8 marzo è tutti i giorni dell’anno, perché tutti i giorni le donne continuano a pagare una cultura di genere che non le riconosce e che scarica sulla loro pelle gli effetti perversi in tema non solo di diritti, ma anche di opportunità e di benessere. Le difficoltà nell’accesso al lavoro, la violenza e le sue conseguenze, le discriminazioni, le pari opportunità, in tutti gli aspetti della vita sociale e di relazione, continuano a essere condizioni quotidiane della vita delle donne.
Ne sanno qualcosa le “donne-sandwich”, quelle cioè impegnate nel duplice lavoro di assistenza ai genitori anziani e ai figli. Secondo i dati Ocse due terzi delle donne in Italia si prendono cura dei familiari non autosufficienti, perché ritenute dalla collettività più “adeguate” a prendersi carico degli impegni domestici e familiari, soprattutto nei Paesi dell’area mediterranea. Una recente ricerca in Europa ha evidenziato come le donne di età compresa tra i 50 e i 75 anni, con almeno un genitore disabile o in uno stato di cattiva salute di cui prendersi cura, presentano una probabilità più alta dell’8% rispetto alle altre di soffrire di disturbi mentali.
La donna “caregiver” (cioè “colei che si prende cura”) che deve assumersi la presa in carico, parziale o totale, di un genitore anziano, in assenza di una rete di supporto fornita dalle Istituzioni, si trova costretta a sostenere responsabilità fisiche ed emozionali troppo pesanti; spesso a queste si aggiungono le responsabilità verso i figli e i nipoti. Sono condizioni che mettono a rischio la salute per le donne, come diritto riconosciuto e salvaguardato.
È per sottolineare questo particolare aspetto del lavoro di cura non riconosciuto, che lo SPI Cgil Puglia impegna questo 8 marzo in una riflessione, all’interno della campagna nazionale CGIL “Salviamo La Salute”, sulla salute di genere e sull’organizzazione dei servizi socio-sanitari di supporto al lavoro di cura e presa in carico delle persone non autosufficienti. Il prossimo 17 marzo, ore 9, a Bari, nella sala conferenze del Nicolaus Hotel, la discussione partirà dall’indagine europea e dalla visione del film “Tra cinque minuti in scena”, di Laura Chiossone e con Gianna Coletti, che racconta l’esperienza di donna, attrice e figlia e del suo rapporto con la madre non autosufficiente. Seguirà una tavola rotonda con la partecipazione di Serenella Molendini, Consigliera di parità della regione Puglia, Silvia Sabato, sociologa dell’Osservatorio regionale sulla salute delle donne, Antonella Morga, segretaria confederale Cgil Puglia, e Francoise Vagnè, Presidente del Sindacato europeo delle donne pensionate. Introdurrà Fernanda Cosi, responsabile regionale del Coordinamento Donne SPI Cgil, e concluderà Carla Cantone, Segretaria generale dello Spi Cgil nazionale. Coordinerà Filomena Principale, Segretaria Spi Cgil Puglia.
SPI Cgil Puglia
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