AUTOVELOX NEI PRESSI DEI LAGHI ALIMINI, LA SENTENZA DEL GIUDICE DI PACE
Ormai alle manovre lacrime e sangue che hanno escogitato i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni vanno aggiunte le continue vessazioni nei confronti dei cittadini sotto forma di multe da autovelox da parte di comuni ed enti territoriali, che piangono sempre per i tagli del governo centrale, e che non si capisce come mai devono essere sempre i cittadini a compensare. Una vera e propria ecatombe quella che si verifica sulle strade, e che non solo alleggerisce i portafogli ma costa ai malcapitati la decurtazione di punti sulla patente.
Ci è giunto in redazione un comunicato stampa dello Sportello dei Diritti di Giovanni d’Agata (in foto) che mette sotto accusa l’amministrazione provinciale a causa dell’ennesimo autovelox, questa volta posizionato nei pressi dei Laghi Alimini in entrambi i sensi di marcia. Sulle strade provinciali secondarie il limite di velocità è fissato in 90 km orari secondo il disposto dell’articolo 142 comma primo del codice della strada. Quindi per elevare multe a causa di una velocità superiore ai 50 km orari (velocità impossibile da raggiungere repentinamente se la velocità del veicolo è di 90 km orari), e come si legge sul comunicato dello sportello dei diritti: “Spetta al proprietario della strada dimostrare e documentare l’imposizione di un limite diverso. Se solo nel verbale è indicato un limite differente e nel giudizio di opposizione l’amministrazione accertatrice non fornisce alcuna prova di una velocità massima più bassa in quel tratto di strada, allora è da intendersi che il veicolo sanzionato viaggiasse entro il limite consentito dal Codice della Strada. E’ questo l’importante principio sancito dal Giudice di Pace di Lecce avvocato Anna Maria Cosi nella sentenza numero 4526/2014 pubblicata lo scorso 7 novembre 2014 e che Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, porta all’attenzione della cittadinanza anche perchè si riferisce ad un verbale effettuato a mezzo del discusso autovelox posizionato nei pressi dei laghi Alimini sulla litoranea di competenza provinciale Maglie – San Cataldo.”
Difficilissimo sostenere che queste vere e proprie trappole servano a contribuire alla sicurezza stradale, la sensazione nettissima invece è quella di una impellente necessità di fare cassa sulla pelle dei cittadini (in quel tratto di strada transitano un numero elevatissimo di turisti durante la stagione estiva, quindi è facile immaginare il numero di multe del ‘signor’ autovelox, come è facile immaginare che un turista di Aosta o di Trento lasci perdere e paghi per non avere fastidi). Ma nonostante ormai, complice anche la drammatica crisi strutturale del nostro paese, i soldi nelle tasche degli italiani siano sempre di meno, i comuni e gli enti territoriali continuano imperterriti in questa politica di prelevamento forzato, ma ormai i cittadini che ricorrono al giudice di pace per contestare le multe stanno crescendo.
Non bariamo, i soldi delle multe servono solo a riempire i buchi aperti da amministrazioni che in passato hanno gestito allegramente le proprie finanze, gettando fiumi di denaro in opere di nessuna utilità o in consulenze milionarie. Stiamo ormai arrivando ad un punto che ricorda l’esilarante scena di Benigni e Troisi nel film ‘Non ci resta che piangere’, quando ad un posto di blocco un esattore chiede loro imperterrito “Chi siete? Dove andate? Si ma quanti siete?..Un fiorino!”
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