LA STORIA / “Mangiamo saltuariamente”…
(g.m.)______NEI GIORNI SCORSI IL PAPA HA RICEVUTO QUESTA LETTERA SPEDITA DA LECCE______
Sua Santità, sono (omissis) 33 anni e vivo a Lecce.
Mi rivolgo a Lei santo Padre perché vivo una situazione drammatica e con un Suo intervento diretto può dare speranza alla mia famiglia.
Vivo con la mia famiglia dove nessuno lavora e non riusciamo a trovarlo, siamo in cinque con mia madre e padre, che sono portatori di handicap , hanno la pensione minima di 600 euro in due (300 euro a testa) e ci viviamo in cinque, inoltre le mie due sorelle soffrono di patologie dove non sono riconosciuti indennizzi.
Siamo stati per 7 mesi a casa senza luce e dopo un prestito tra amici e famigliari siamo riusciti a farci riallacciare la luce, mangiamo saltuariamente e mangiamo grazie al pacco della caritas, siamo molto indietro con l’affitto, rischiando costantemente lo sfratto e facciamo i salti mortali per andare avanti.
Santo Padre non sappiamo come andare avanti, non ce la facciamo più, siamo nella miseria più nera, abbiamo bussato tutte le porte e nessuno ci ha risposto, solo false promesse per illudere la povera gente. Se solo vedesse la nostra famiglia capirebbe, siamo disperati.
Santità, La supplico abbia pietà di noi, ci aiuti!______
La segreteria di stato del pontefice, nella persona di Monsignor Peter Wells, ha trasmesso questa lettera al direttore della caritas diocesana, sacerdote Attilio Mesagne, con ciò affidandogli il caso.______
QUESTO E’ IL COMMENTO DELL’ ASSOCIAZIONE “SPORTELLO DEI DIRITTI” GIOVANNI D’AGATA, CHE CI HA SEGNALATO IL CASO_______
E’ inutile parlare di fantomatici segni di ripresa, di una via d’uscita dalla crisi quando si leggono lettere come quella inviata da una famiglia leccese al Papa. Rassegnazione per le istituzioni non più in grado di dare risposte o, ancor peggio, una politica che sa fornire solo false promesse che gettano ancor di più nello sconforto e nella disperazione interi nuclei familiari cui è rimasto, solamente, l’ultimo appiglio nella speranza che Papa Francesco, indipendentemente dal proprio credo religioso, ha saputo infondere, quantomeno per la sua percepibile vicinanza alla gente che soffre ed agli ultimi, anche se gli ultimi sono sempre di più.
Anche in questa occasione Bergoglio ha saputo dimostrare la sua presenza laddove tutti gli altri, anche nella mancanza di rispetto dei propri doveri istituzionali e in assenza di alcuna prospettiva di sostegno per le fasce più disagiate della popolazione, hanno miseramente fallito. E dalla penna della segreteria di Stato in rappresentanza del Santo Padre, questa famiglia è stata affidata a quella che da tanti è considerata come l’ultima istituzione di prossimità: la Caritas Diocesana che anche a Lecce svolge un ruolo encomiabile grazie alla guida di Don Attilio Mesagne cui anche questa volta è richiesto direttamente dalle massime istituzioni vaticane una difficile risposta nei confronti dell’ennesima famiglia in preda alla disperazione.
C’è poco da commentare di fronte alle parole di chi nel 2015 supplica un intervento diretto del Papa laddove le istituzioni latitano, ma quelle stesse frasi e la prontezza con cui il Santo Padre ha risposto non possono non costituire un severo monito per la politica e le nostre istituzioni”.
Category: Cronaca