I CITTADINI LECCESI E LE ISTITUZIONI PUBBLICHE, UN RAPPORTO TORMENTATO

| 27 Febbraio 2015 | 0 Comments

di Roberto De Salvatore____

Quello che vi raccontiamo è successo davvero, non vorremmo raccontare storie di questo genere che dimostrano come l’arroganza e la prepotenza alle volte regnano incontrastate negli uffici pubblici. E’ accaduto negli uffici dell’anagrafe di Lecce (nella foto), dove è prassi prendere dall’apposita macchinetta un biglietto con il numero e attendere il proprio turno, ma tanto é che i furbi non mancano mai: una anziana signora intraprendente con un numero molto avanti rispetto all’ultimo chiamato si intrufola davanti allo sportello con un impiegato compiacente (forse conosceva la signora?) non cosciente (o forse sì?) del fatto che prima della signora c’erano circa otto persone in attesa.

La signora se ne va, e l’impiegato serve un altro utente, mentre una giovane collega va a segnalare il fatto al dirigente. L’impiegato sta servendo ancora l’utente quando sopraggiunge nuovamente la signora che ritenta il colpo di sopravanzare tutti, al che giustamente la reazione degli altri utenti in attesa e che lasciano indifferente l’impiegato che continua imperterrito a servire per la seconda volta l’intrepida signora.

Mezz’ora più tardi in un altro ufficio si verifica un altro spiacevole episodio a causa di una variazione di residenza: una impiegata (o una funzionaria, ancora più grave la cosa) che nessuno aveva interpellato si mette a pontificare che la variazione di residenza è un falso di comodo e che comunque l’istanza “verrà rigettata”. Come sapeva la simpatica impiegata (a rischio di querela per diffamazione) che la variazione non era corrispondente alla realtà di fatto? Sarà mica stata una del Mossad a saperlo? Ci si domanda come mai Lecce non abbia potuto fregiarsi di capitale della Cultura, beh ‘his fretus…’ come direbbe il Manzoni. Non tutti i dipendenti comunali sono così ovviamente, ce ne sono di gentili e solerti, ma il vetero-statalismo di alcuni è duro a morire, e giacché ci siamo possiamo invitare il sindaco Perrone a tralasciare per un momento i problemi finanziari lasciatigli in eredità dalle vecchie e dissennate gestioni dell’ente comune e dedicarsi maggiormente a sanare i disagi dei cittadini leccesi, che non sono solo un cespite finanziario da spremere con le tariffe più alte d’Italia e la persecuzione delle multe che fanno cassa, e per le quali io personalmente ho assistito una volta ad un simpatico colloquio tra tre vigili urbani che uscendo da un bar cittadino dissertavano su come evitare contestazioni proprio sulle multe. Sindaco Perrone i leccesi non possono essere trattati né come deficienti né come pedine finanziarie in nessun caso, con le persone non si possono applicare le teorie economiche studiate alla Bocconi o ai master esteri. Un po’ meno spocchia perbacco!

Category: Costume e società

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