LARICCHIA ED EMILIANO SI INCONTRANO IN UN BAR DI BARI PER DISCUTERE DELLA LEGGE ELETTORALE REGIONALE

| 26 Febbraio 2015 | 1 Comment

di Roberto De Salvatore_____

Ormai gli inviti alla discussione in ambito politico non avvengono più con il sistema formalistico della convocazione tradizionale, e gli incontri per discutere di temi politici importanti, come una legge elettorale regionale non hanno bisogno di sedi istituzionali, basta per la convocazione un semplice tweet e per l’incontro una sede informale come un bar. E’ quanto è avvenuto stamane in un bar di Bari fra il sindaco Michele Emiliano e la candidata per la presidenza della Regione per Movimento Cinque Stelle Antonella Laricchia. Era stato invitato anche il candidato presidente per il centrodestra Francesco Schittulli che ha inviato in sua vece il consigliere regionale Davide Bellomo. Un incontro (nella foto)  che la Laricchia ha commentato all’ANSA come: “Positivo, perché abbiamo avuto la possibilità di portare all’attenzione dei partiti la voce di 400mila cittadini e io voglio credere che non resterà inascoltata, altrimenti se ne assumeranno la responsabilità”.

Il tema della discussione verteva sia sulla questione delle soglie di sbarramento, sia sulla parità di genere. Soglie di sbarramento all’otto per cento giudicate penalizzanti per i piccoli partiti che in tal modo sarebbero costretti ad alleanze (a volte innaturali n.d.r.) con altre formazioni politiche più grosse, se la Laricchia ha affermato: “Abbiamo ribadito la nostra assoluta contrarietà alla soglia di sbarramento dell’otto per cento che è antidemocratica e tiene fuori i partiti più piccoli che così sono costretti ad allearsi con i più grandi. Su questo punto Emiliano ha detto che non può convincere i propri consiglieri regionali a modificare la legge elettorale e allora gli ho chiesto se stessi parlando con lo stesso Emiliano che qualche giorno fa ha minacciato di non candidare i consiglieri che avrebbero votato contro la parità di genere. O ha mentito allora o ha mentito stamattina”. Per quanto riguarda invece la parità di genere invece la candidata pentastellata non sembra granché preoccupata perché ha affermato: “Sulla parità di genere, ritengo non ci sia bisogno di meccanismi che aiutino le donne a essere elette ma che vada data al cittadino la possibilità di votarle. Noi donne, come nel mio caso che sono stata scelta candidata presidente, ce la facciamo da sole. Non abbiamo bisogno di nessuna corsia preferenziale”.

Il nodo resta quindi quello dello sbarramento all’8 per cento, che comunque è passato (4 per cento per la lista in coalizione) con il voto contrario del Presidente della Regione Nichi Vendola, dell’assessore alla qualità dell’ambiente, di Lorenzo Nicastro dell’IDV e Alfredo Cervellera del gruppo misto) e il no ai doppi incarichi. Ma la soglia di sbarramento all’8 per cento sembra non piacere (chi lo sa se veramente è così) anche ad Emiliano che comunque auspica una legge elettorale improntata ad una maggiore trasparenza per quanto riguarda la composizione delle liste. Su un punto tuttavia non si è trovato un accordo fra la candidata grillina ed Emiliano, quello riguardante la doppia preferenza di genere, giudicata dalla Laricchia uno strumento non sufficiente a garantire la effettiva parità uomo-donna ma che continua ad essere difesa strenuamente da Emiliano che a tal riguardo ha ribadito: “Come ho già dichiarato per me invece l’introduzione della doppia preferenza di genere rappresenta un primo passo necessario per garantire maggiore parità”.

Intanto prosegue anche oggi la discussione in consiglio regionale la discussione della proposta di legge riguardante modifiche ed integrazioni delle norme per la elezione del Consiglio regionale e del presidente della Giunta, iniziata la scorsa settimana, col tentativo del presidente del Consiglio Onofrio Introna di una mediazione che porti alla maggiore condivisione possibile di un testo come la legge che rappresenta un ente fondamentale come la Regione. Un iter difficoltoso irto di ostacoli iniziati con ben 86 emendamenti, ma poi ridotti a 46 perché ritirati dai proponenti, anche perché ritenuti non coerenti dalla Corte Costituzionale con la azione legislativa tesa a modificare alcune parti della legge regionale.

Molta carne a cuocere quindi, ma speriamo che di questo fuoco la Puglia non riceva solo il fumo, e che come al solito il più forte possa dettare una legge congeniale al proprio establishment. Di questa selva oscura di mutamenti e stravolgimenti francamente alla gente comune non interessa un granché, ma la democrazia si costruisce anche su questioni complesse. Il bel tempo che fu dominato dal sistema proporzionale appartiene ormai ad un passato remoto in cui proprio i difetti congeniti di quel sistema partoriva instabilità continua, ma democrazia vuol dire che ognuno deve avere la sua rappresentanza, anche una piccola voce d’accordo, ma fondamentale per un vivere civile.

Category: Cronaca

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  1. L' ALTRA PUGLIA ha detto:

    Oggi, in Puglia, PD e Forza Italia hanno scelto di blindare il loro potere. Oggi, in Puglia, PD e Forza Italia hanno massacrato la democrazia.
    Abbiamo incontrato oggi, presso la sede del Consiglio regionale, il presidente Introna al quale abbiamo posto le nostre osservazioni su quella che si configura come una vera e propria legge truffa che il Consiglio regionale si appresta a votare come nuova legge elettorale.
    Abbiamo posto il tema della rappresentanza di genere chiedendo che venga recepito, all’interno della legge regionale, la campagna di iniziativa popolare delle donne di Puglia con cui ottenere obbligatoriamente liste composte al 50 e 50 tra uomini e donne, di avere la doppia preferenza di genere in modo tale da consentire a un nutrito gruppo di donne di approdare finalmente in Consiglio regionale, un consiglio quasi esclusivamente composto oggi di soli uomini.
    Il secondo tema che abbiamo posto è quello della rappresentatività.
    Ci sembra che una legge maggioritaria che restringe ulteriormente la rappresentanza democratica attraverso l’innalzamento della soglia di sbarramento fino all’8 per cento, che equivale al voto di circa 150.000 pugliesi, si configura come un vero e proprio atto antidemocratico.
    La governabilità è un tema che si risolve con i premi di maggioranza, mentre la rappresentatività è un’altra questione, che nulla ha a che fare col tema della governabilità.
    Questo innalzamento innaturale delle soglie di sbarramento produce una legge truffa iper maggioritaria assolutamente antidemocratica.
    Rispetto alle nostre osservazioni registriamo la confessione di impotenza di Introna, il quale manifestando anch’egli le proprie perplessità su questa legge elettorale si è dichiarato ostaggio dei consiglieri regionali, che si orientano solo in base ai propri interessi, sconfessando le indicazioni dei rispettivi gruppi politici. Inevitabilmente, infatti, con la riduzione da 70 a 50 del numero dei consiglieri, l’ingresso di molte donne e di possibili rappresentanti di nuovi gruppi politici avrebbe rappresentato una minaccia per molti degli attuali occupanti di quelle poltrone.
    Ci siamo confrontati sulla legge elettorale anche con Michele Emiliano. Il Segretario del Partito Democratico e candidato Presidente, pur riconoscendo a parole la valenza negativa e antidemocratica di questa legge, si è barricato dietro una presunta impossibilità ad orientare le decisioni dei suoi consiglieri regionali. Gli abbiamo, quindi, chiesto di non ricandidare chi si sta rendendo artefice di questo scempio.
    Oggi, in Puglia, PD e Forza Italia hanno scelto di blindare il loro potere.
    Oggi, in Puglia, PD e Forza Italia hanno massacrato la democrazia.
    E anche questa pessima pagina andrà inserita nel bilancio politico di questi 10 anni.

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