AULA CONSILIARE DI PALAZZO DEI CELESTINI OCCUPATA, INTERVIENE LA DIGOS
Ormai temiamo che sarà sempre più un problema di ordine pubblico quello di gestire l’esasperazione dei lavoratori che hanno davanti a se il baratro della disoccupazione. Vedere sfumare una prospettiva di sicurezza di vita che un tempo si riteneva intangibile, specie per i lavoratori che erano riusciti ad ottenere un posto di lavoro in una partecipata pubblica (che equivaleva a dire un posto praticamente statale) o in ente pubblico, è sicuramente una prospettiva tragica. E’ il caso dei lavoratori della partecipata della Provincia di Lecce, l’Alba Service, ma anche di alcuni lavoratori della provincia stessa. Una tensione che era palpabile stamattina nell’aula consiliare della Provincia di palazzo dei Celestini (in foto) occupata dai lavoratori, e che ha richiesto l’intervento della Digos per sgomberare l’aula dove si teneva un consiglio provinciale sul tema, o (secondo una visione più realistica) una messa funebre di quella che fu una istituzione voluta dal neonato regno d’Italia nel 1860, anno in cui si svolsero per la prima volta le elezioni provinciali, e che ha attraversato indenne 154 anni. Oggi le province sono in dismissione, ma forse è un bene che sia così, perché proprio non si capisce che cosa ci stesse a fare un ente dai costi elevati e insostenibili, e con attribuzioni che razionalmente dovrebbero essere di attribuzione di Regione e Comuni. Proteste a ragion veduta però, visto che in ballo ci sono le sorti di diversi lavoratori, alcuni dei quali direttamente dipendenti dall’ente. Ovvie le reazioni delle organizzazioni sindacali (Cgil Lecce – Filcams Cgil Lecce) che seguono da vicino la vicenda dei lavoratori, nei confronti della vicepresidente Simona Manca per l’intervento richiesto alla Digos, e in un comunicato dal tono duro da parte delle suddette organizzazioni si legge: “La vicepresidente Simona Manca non provi a intimidire i lavoratori e rispetti la Cgil e la Filcams che, su mandato dei lavoratori, stanno agendo secondo le normali regole delle relazioni sindacali, con metodi legali e pacifici. Se i lavoratori sono giunti ad un livello che sfiora l’esasperazione è perché si continua a spostare l’attenzione lontano dalle questioni più importanti. Il processo di riordino delle province si sta svolgendo in maniera confusa e caotica: noi chiediamo che prenda la strada della condivisione e della trasparenza. E soprattutto chiediamo a tutti, nella politica e nelle istituzioni, senza alcuna distinzione di appartenenza, di impegnarsi affinché non venga perso un solo posto di lavoro.È la politica ad aver messo i lavoratori in questa condizione, ora pretendiamo che sia la politica, in un percorso trasparente e condiviso con chi rappresenta i lavoratori, a dare le risposte adeguate a chi oggi protesta legittimamente perché teme di perdere il posto di lavoro”. Reazione che si giustifica per l’intervento della forza pubblica, ma carente di motivazioni per quanto riguarda il prevedibile stato di caos in cui versa questo ente, ma che segue le sorti degli analoghi enti in tutta Italia, e che va sicuramente addebitato alla politica nazionale. Certo i tempi si faranno ulteriormente difficili, dato che non sarà possibile come in passato riconvertire tutte le unità in altri posti di lavoro. Un tempo bastava porsi sotto il portone della Prefettura e protestare che immediatamente veniva concertata la sistemazione di lavoratori in pericolo, qualcuno ricorda la allegra gestione della Harry’s Moda che portò i lavoratori negli enti pubblici tipo l’università o il comune (o nella stessa Provincia)? Beh adesso tutto diventa un miraggio o…un incubo.
Category: Cronaca