SALVARE ULIVI, SALENTO E SALENTINI DAL CAVALLO DI TROIA DELLA XYLELLA
Domenica pomeriggio 22 febbraio 2015, sit-in presidio in Piazza Sant’Oronzo a Lecce, dalle ore 18. Tutti uniti in cerchio attorno all’albero monumentale e simbolico d’Olivo presente in Piazza Sant’Oronzo.
Con anche un appello ai Vescovi salentini di Lecce, Ugento, Nardò e Otranto, perché si ergano a guida contro la psicosi costruita artatamente su “Xylella”, in un clima di terrore nel quale si insinuano interessi e progetti nei fatti portanti alla cancellazione non solo degli ulivi, (simboli forti anche per la Cristianità), e soprattutto delle nostre tradizionali cultivar, ma anche del nostro territorio e della sua salubrità, impedendo alla Natura di risanare ritrovando come sempre i suoi millenari equilibri!
STOP FRODE “XYLELLA”
Foto allegata del grande Olivo in piazza Sant’Oronzo a Lecce (Avviso: in caso di pioggia il sit-in sarà rinviato)
L’iniziativa è volta a rendere consapevoli tutti di quanto assurdo e assolutamente inutile, suicida ed inammissibile la chimicizzazione e le eradicazioni desertificante del Salento, nella questione della presunta presenza del fantomatico microorganismo chiamato “Xylella”!
Un evento anche all’ indomani dell’ appello lanciato dal medico oncologo Giuseppe Serravezza della LILT Lecce, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, che ha chiesto l’urgente moratoria del folle piano programmato dalla Regione Puglia, per i danni certi, (con risultati inutili), che causerebbe alla salute delle persone, già tanto provata per l’ inquinamento anche proprio agro-chimico nel Salento, e all’ecosistema tutto sia naturale che agricolo.Moratoria inevitabile anche alla luce dei principi europei di prevenzione e precauzione alla base della Costituzione Europea, e alla luce dell’articolo 32 della nostra Costituzione Italiana che tutela la salute delle persone.
Si pensi anche solo al danno eco-sistemico e agricolo apocalittico che causerebbe la moria delle api inevitabilmente indotta dalla chimicizzazione biocida, perseguita oggi, in questa pazzia, nell’incriminato e forsennato piano anti-xylella, di parchi, giardini, strade, aree demaniali, giardini privati, aree agricole anche incolte e abbandonate, e persino, come se già tutto non fosse incommensurabilmente blasfemo, anche di muretti a secco e della macchia mediterranea!
Bisogna curare l’ecosistema e l’agro-sistema salentino con pratiche agro-ecologiche rinaturalizzanti assolutamente non prevedenti veleni, quali sono tutti i pestidici ed erbicidi, e senza eradicazioni. Del resto le varie sperimentazioni di agricoltura biologica stanno mostrando una buona ripresa degli alberi che hanno presentato sintomi di disseccamento, e le immagini sui media di questi giorni, riferite ai vari sopralluoghi ufficiali negli uliveti salentini, mostrano inequivocabilmente ulivi vivi dalle fronde verde-argenteo come deve essere per gli ulivi ben vegeti!
Inoltre l’evento del sit-in simbolico attorno all’ Ulivo di Piazza Sant’Oronzo si svolge prima della preannunciata “marcia su Lecce” degli agricoltori che chiederanno appunto di salvare gli olivi, cosa impossibile se si avvelena e squilibra l’ ecosistema con pesticidi, che già troppo usati negli anni hanno appunto indebolito alberi e loro ecosistema, e tanto meno si salverebbero gli ulivi se li si eradicasse, quando invece mostrano, come stanno mostrando, buone potenzialità di ripollonatura dalle sane radici ri-innestabili, quando non anche di ripresa della vegetazione sui fusti più alti, in quegli alberi d’ olivo, solo una frazione dell’immenso patrimonio olivicolo della agro-foresta degli ulivi della Provincia di Lecce, che hanno mostrato la sintomatologia del disseccamento di alcuni rami. Il piano di eradicazioni forsennate sarebbe poi causa di un disastro paesaggistico immane e con danni di dissesto idrogeologico conseguenti incommensurabili! Una desertificazione artificiale catastrofica! Calpestato verrebbe così anche impunemente l’articolo 9 della Costituzione Italiana che pone tra i principi fondamentali della Repubblica la tutela del paesaggio!
Si chiede pertanto con questo presidio civico e gandhiano alla Politica tutta, e all’ intera macchina statale, oltre a quanto già sopra, nelle richieste della LILT, al cui appello ci uniamo coralmente:
-) di fermare subito i decreti governativi, europei e regionali che legittimano e finanziano questo piano assurdo messo su dalla Regione Puglia, in maniera assolutamente sproporzionata rispetto a quanto consigliato dalla DG SANCO (Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore) e dall’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), organismi di riferimento per l’UE (Unione Europea), e nei resoconti degli ispettori europei, sempre in merito al caso dei sintomi di disseccamento parziale di alcuni alberi d’olivo, e solo d’olivo, salentini. Sintomatologia che si è cercato, in un modo che pare forzoso, e pseudo-scientifico, di imputare alla sola Xylella, organismo da prevista quarantena a livello europeo, quando i campionamenti avrebbero mostrato la sua presenza solo su un numero irrisorio di campioni dagli alberi colpiti dalla sintomatologia, (campioni che andrebbero pertanto attenzionati maggiormente!). La stessa prova della patogenicità della Xylella per l’ ulivo è addirittura assente! E chiediamo invece di attivare subito le buone pratiche agro-ecologiche previste anche nei provvedimenti assunti;
-) di approfondire ed aprire la ricerca scientifica seria sulla sintomatologia in questione analizzando la letteratura storica che già per il ‘700 ci parla di una similare estesa sintomatologia endemica, la “brusca” detta, a carico solo degli ulivi salentini, (si veda la pubblicazione sulla brusca ad opera dell’agronomo fisiocratico Cosimo Moschettini, “Della brusca malattia degli ulivi di Terra d’Otranto, sua natura, ragioni, effetti, ecc.”, Mazzola-Vocola, Napoli, 1777. Moschettini insieme al Biasco e al Presta sono tra i padri storici dell’ agronomia salentina), altre estese sintomatologie nel basso Salento a carico degli ulivi si manifestarono tra ‘800 e ‘900; ovviamente come ad ogni malanno e avversità naturale olivi sempre sopravvissuti come anche ora, se non fosse per il forsennato piano di eradicazioni;
-) di sbloccare i vivai locali consentendo loro la vendita in provincia di Lecce di olivi, mandorli, ciliegi, albicocche, pruni, querce, acacie, oleandri ovviamente inclusi, ecc. ecc., che hanno in magazzino e non solo, il cui divieto di impianto nel Salento, con il cavallo di Troia di Xylella, è assolutamente inaccettabile sotto ogni punto di vista, come sarebbe per ogni altra essenza, e viola ogni moralità, oltre che profondi internazionali diritti umani e dell’ambiente, come le direttive scaturite dalla Conferenza internazionale di Rio del 1992 sulla tutela della biodiversità naturale e domestica, che tanto hanno influenzato la legislazione europea e italiana. Ricordando anche la totale negatività dei test sulla presenza di Xylella nelle piante analizzate in tutti i vivai salentini (dati questi del febbraio 2014, non smentiti successivamente), vivai pertanto oggi assurdamente ed incomprensibilmente sottoposti ad immotivabili ed “illogici” blocchi;
-) di indagare su possibili interessi e forzature che possono avere indotto il sistema Italia e Puglia, per il fomentato caso “xylella”, a portare il Salento sull’ orlo di un tale apocalittico baratro, economico, sanitario ed ecologico assolutamente da scongiurare! Si considerino in merito gli spunti provenienti dalla eloquentissima e dettagliata denuncia da parte di senatori salentini attraverso interrogazioni parlamentari (vedi:http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_02736_17, dove leggiamo: «nel Salento il caso “Xylella” potrebbe celare interessi speculatori»), e anche il recente rapporto Eurispes intitolato “Agromafie. III Rapporto sui Crimini Agroalimentari”, coordinato dal giudice Giancarlo Caselli e in cui si trova un paragrafo proprio dedicato a “Lo Strano Caso della Xylella” in Salento (vedi: http://eurispes.eu/content/agromafie-eurispes; qui capitolo dedicato al Salento: http://www.csvsalento.it/upload/doc/notizie/libro-agromafie2015.pdf).
Qui in Salento non c’è ora in atto alcuna calamità naturale, come taluni vorrebbero invece fare credere, ma indubbiamente vi è una gravissima inquietante calamità umana da fermare, potenzialmente innescabile oggi da una serie di provvedimenti “illogici” e suicidi che preannunciano conseguenze da genocidio, geocidio e biocidio, e purtroppo senza alcuna enfasi e retorica!
Nel fare appello a tutto il mondo civile, religioso, al Vescovo di Lecce, come agli altri vescovi del Salento, affinché si uniscano a queste nostre richieste, riportando la logica e la moralità di rispetto per la Natura e gli ecosistemi che la politica, ad ogni livello, pare in questa vicenda paradossale avere del tutto smarrito in una mera monetizzazione della vita e di ogni valore, che siano da sprone e da monito per tutti le recenti parole di Papa Francesco: “Padre, Dio perdona sempre, le persone umane perdonano alcune volte, ma il creato non perdona mai: se tu non lo custodisci, lui ti distruggerà!”.
E con questo appello e contributo di richieste virtuose aderiremo poi alla manifestazione del 24 febbraio a Lecce per chiedere la salvezza di tutti gli ulivi della Provincia di Lecce, e non solo, al fianco degli agricoltori: “Non vogliamo e stigmatizziamo politiche di incentivazione per eradicare e per avvelenarci, ma chiediamo solo politiche volte alla massima promozione della cura agroecologica delle nostre piante, ulivi in primis, ed ecosistemi, in cui la biodiversità domestica tradizionale e naturale, insetti inclusi, vedi le api e non solo, è un valore e una ricchezza da salvaguardare e ripristinare!”
Il Forum Ambiente e Salute
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