Consumo del suolo. Giuranno: benefici economici o bomba ad orologeria?
Uscimmo a diporto sulla via di Taurisano e quivi un di costoro additandomi quella chiesuola montanina – “la vedete costì, mi soggiunse, quella è la Cappella della Madonna della Campana; è uno dei punti più belli di questi dintorni: vedrete di lassù quanto mondo si scorge, lì potrete fare a bell’agio i vostri studi e le vostre osservazioni”. Potrai ben capire, mio gentil lettore, se mi punse il desiderio di salire presto su quell’erta cima e difatto il dì seguente, ultimo del Carnevale, giorno di festa per lo stomaco, di svago per la mente e di elettricità per le gambe preferì l’escursione solitaria di quei colli, al chiasso ai balli e alle orgie cittadine.
Era una bellissima giornata di febbrajo. Alle nove del mattino movemmo dal paese dirigendoci verso il sud-est per una via sassosa, malconcia dai carri e dalle acque e messa a pendio. Lasciammo a destra le cave dei soliti tufi disposti obbliquamente sul calcare compatto, di una grana piuttosto grossa e cementati dalla silice e dal ferro, varietà di carpari ottimi per le costruzioni. Dopo un breve tratto incontrammo il canale il quale raccoglie le acque dei due versanti del colle della Campana e di quello di Casarano, divisi fra loro da una leggiera insenatura; e quivi il terreno si rendeva più superficiale e sassoso e la coltura dei campi andava scemando via via, mentre la Flora spontanea riprendeva tutto il suo vigore. I timi, i cisti, i lentischi le querciole culavano i muricciuoli della via, mentre gli Asfodeli (veri indicatori della stagione temperata e primaverile) sollevavano i loro stipiti ramosi cinti di pannocchi e di fiori bianchi, gli anemoni montani volgevano al sole le loro corolle roseo-violette, e i ranuncoli i loro petali gialli e verniciati.
Dott. Cosimo De Giorgi, CASARANO E LE SUE COLLINE (Estratto da ARALDO GALLIPOLINO 1872 – 73)
Nel testo citato, il naturalista Cosimo De Giorgi descrive come appariva Canale Cupo in un martedì grasso di 141 anni fa. Sembra un altro pianeta, un altro paese.
Il 28 Gennaio scorso sono state ridefinite le perimetrazioni del piano di assetto idrogeologico, rispetto a quelle vigenti definite nel 2006. Bene, andava fatto e ne siamo contenti.
Non possiamo essere contenti però della eutanasia che è stata fatta di quel che rimaneva di Canale Cupo e di Canale Saraceni.
Il Sindaco è felice della nuova perimetrazione, dalla stampa apprendiamo che “sin da subito – avrebbe affermato – i proprietari dei terreni liberati dai vincoli potranno mettere a frutto le potenzialità economiche degli stessi”.
É solo questo il motivo per cui si sopprime l’ultimo residuo del territorio raccontato dal De Giorgi?
Casarano è piena di case da ristrutturare, di case disabitate, di case iniziate con l’obbiettivo di metterne “a frutto le potenzialità economiche”, ma rimaste incompiute.
Era davvero necessario “liberare” altra terra, da concedere alla speculazione edilizia?
Ricordiamo che stiamo parlando dell’assetto idrogeologico della nostra città, assetto che non deve essere dei migliori, se pochi mesi fa, per la prima volta è stata dichiarata l’allerta meteo con conseguente chiusura delle scuole.
Con queste cose non si scherza, non possiamo occupare con palazzi (neppure coi palazzi degli amici) il corso che da secoli l’acqua segue per defluire. É una violenza nei confronti della natura e dell’uomo, è un rischio!
I Verdi nella maggioranza cos’hanno da dire?
Chi deve costruire sulle terre “liberate”?
Chi sono questi privilegiati che potranno metterne “a frutto le potenzialità economiche”?
Ci piacerebbe saperlo!
Enrico Giuranno
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