LA VITA DI MATTEO TAFURI DA SOLETO IN UNA COMMEDIA IN DUE ATTI DI ANNA CITELLI

| 10 Febbraio 2015 | 0 Comments

di Roberto De Salvatore______

Molti, anche non salentini, conoscono ormai il folclore e le tradizioni del Salento, ma non molti probabilmente conoscono i personaggi che rappresentarono la cultura nei tempi andati del nostro territorio. Quanti hanno sentito parlare di Giulio Cesare Vanini da Taurisano o Matteo Tafuri da Soleto? Sicuramente conosciuti molto più nei circoli ristretti degli studiosi che fra la gente comune.

Uno dei massimi rappresentanti della cultura salentina del cinquecento è proprio Matteo Tafuri da Soleto, in un periodo in cui la cultura era al crocevia fra innovazione scientifica e tradizione, fra ricerca e superstizione. Matteo Tafuri era versato in molteplici campi del sapere: filosofia, astronomia, astrologia, medicina, alchimia, fisiognomica e magia naturale, secondo un cliché tipico dello studioso rinascimentale appassionato dei molteplici aspetti della cultura e alla continua ricerca della ‘anima mundi’.

Uno studioso portatore di una molteplicità di saperi, tipica della tradizione enciclopedica medievale, ma che a differenza di questa che considerava il sapere ormai una conquista definitiva, volto a sempre nuove scoperte in ogni campo della conoscenza, e dotato anche, secondo la diceria popolare di capacità divinatorie che fecero una sorta di Nostradamus salentino del nostro Matteo Tafuri che, nonostante la sua mente aperta, era abbastanza umile da fare incidere sulla porta della sua casa natale a Soleto il motto: ‘Humile so et umiltà me basta, dragon diventarò se alcun me tasta”, ma anche dotato di un sottile senso dell’ironia in quel ‘dragon diventarò…’ quasi a sottolineare la mortificazione di essere in qualche modo considerato uno stregone addentro alle pratiche demonologiche.

La sua vita è rappresentata proprio in questa chiave ironica nella commedia in due atti di Anna Citelli che verrà rappresentata dalla compagnia teatrale Piccolo Teatro della Neve di Strudà il 20 febbraio prossimo al cine-teatro Antoniano a Lecce.

Una gradevole riduzione teatrale della vita dell’illustre salentino, appunto in chiave ironica come si evince già dal titolo della commedia ‘Si fa presto a dire mago’. Un modo intelligente di riproporre, a chi non sia particolarmente conoscitore, una delle nostre glorie culturali del passato, che esula dalla trattazione manualistica, e che ben si presta a valorizzare ancora di più il nostro territorio che non è soltanto il mare, la pizzica e le tradizioni gastronomiche, ma anche cultura.

Category: Cultura

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