IL “NO” DEL COMUNE DI LECCE AL PROGETTO PER L’ UNIVERSITA’ ISLAMICA / DICHIARAZIONI E COMMENTI
Tempo fa ci siamo occupati delle polemiche attorno alla ipotesi di una università islamica a Lecce.
Alla fine, vuoi per la situazione internazionale che ha visto l’inasprirsi della violenza terroristica islamica, con la strage di Parigi e le ultime decapitazioni da parte dell’Isis di giornalisti e operatori umanitari, vuoi per il malumore crescente dei cittadini leccesi nei confronti del progetto, il comune di Lecce ha chiuso le porte ad ogni ulteriore trattativa per la istituzione di un “ateneo” islamico a Lecce.
Lo ha affermato decisamente l’assessore all’urbanistica Severo Martini (nella foto): “Il progetto non ci riguarda. Dopo una serie di valutazioni, non abbiamo chiaro il percorso del progetto, né sui fondi né sui finanziatori. E poi non possiamo ignorare l’attenzione nazionale ed internazionale sull’Islam, in questo momento storico. Soprattutto, dobbiamo tener conto della volontà dei cittadini, i quali hanno mostrato contrarietà all’eventuale Università islamica”.
Non troppa delusione da parte del presidente della Confederazione delle Imprese del Mediterraneo (Cofime), l’imprenditore maglianese Giampiero Khaled Paladini: “Quasi ce lo aspettavamo. Avevamo ragione quando ritenevamo di essere stati presi in giro. Comunque, noi andiamo avanti, e tra un paio di settimane presenteremo la Fondazione ed i piani di studio”.
Presi in giro da chi? Come si poteva supporre che il comune di Lecce potesse dare il suo benestare non tenendo conto dell’umore della stragrande maggioranza dei leccesi? Come si può parlare di inganno quando fin dal primo momento ci sono stati silenzi ed omissioni su chi dovesse finanziare questa istituzione? Lo stesso Paladini aveva affermato nel novembre scorso che dietro la paventata università islamica a Lecce ci sarebbero i barili di petrolio provenienti dalla lega araba e dall’Opec. Dobbiamo davvero dare l’impressione ai paesi arabi di una civiltà in vendita se si riesce ad affermare “…dietro ci sarebbero i barili di petrolio…”. Una immagine deprimente che presuppone un paese talmente alla deriva che chiunque può comperare con qualche barile di petrolio.
I Leccesi sono stati sempre tolleranti e accoglienti con chi veniva dalle altre sponde del Mediterraneo, una certa quota di immigrazione era considerata fisiologica entro cifre sostenibili, ma quello che si paventa, cioè uno spostamento epocale di interi popoli provenienti dai paesi del Magreb e dal Medio Oriente, non è certamente ipotizzabile.
Si dirà che da noi nel Mezzogiorno queste etnie sono solo di passaggio, sorge allora una domanda: se sono solo di passaggio a che serve una università islamica, che invece presuppone una stanzialità consolidata? Oltretutto proseguendo, Khaled Paladini aveva affermato, sempre nel novembre scorso, che oltre ai “barili di petrolio”, dietro il progetto c’era anche il sostegno della Unione delle comunità islamiche in Italia, affermazione smentita con forza pochi giorni dopo dalla stessa Ucoii. Allora, tanto per non pensar male, possiamo sapere da chi e perché si vuole una università islamica a Lecce, o dobbiamo pensare che sia partito tutto dalla fantasia di un singolo?
Category: Cronaca