UNO STUDIO DELL’ UNIVERSITA’ SU TORRE VENERI: “Un’ oasi natualistica”, E LA PROCURA ARCHIVIA L’ INCHIESTA SUI PROIETTILI GETTATI IN MARE

| 22 Gennaio 2015 | 1 Comment

(Rdl)______Dopo anni di polemiche, denunce e sospetti, c’è una verità sul Poligono militare di Torre Veneri, dove l’ esercito compie regolarmente le proprie esercitazioni scaricando in mare, nella zona fra Frigole e San Cataldo (nella foto), i proiettili usati, sospettati di contenere uranio impoverito, come è noto agente scatenante di gravissime patologie.

La procura della repubblica di Lecce ha archiviato l’ inchiesta che aveva avviato in proposito, sulla base delle conclusioni di uno studio del dipartimento di scienze biologiche dell’ Università del Salento, secondo cui nel tratto di mare interessato dalle sparatorie non c’è traccia di uranio impoverito e si può anzi trovare l’ integrità di un ‘oasi naturalistica.

 

 

 

 

 

Category: Cronaca

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Comments (1)

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  1. ANDREA GUIDO ha detto:

    “A quanto pare il Poligono di Torre Veneri risulta essere il sito più pulito del Salento, un luogo d’eccezione per la sua biodiversità perché non aperto al pubblico e alla frequentazione incontrollata e per la quasi totale assenza di opere in cemento. Questo è quanto ha dichiarato nella conferenza stampa odierna il Procuratore Cataldo Motta annunciando la chiusura dell’inchiesta per reati ambientali all’interno dell’area militare.
    Grazie al lavoro svolto dalla Procura leccese e grazie al meticoloso lavoro del Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali (Di.S.Te.B.A.) dell’Università del Salento, responsabile scientifico del Piano di caratterizzazione del sito del Poligono di Torre Veneri, oggi possiamo attestare con certezza che nell’area militare e nelle zone limitrofe non vi è alcune traccia di uranio impoverito o di altri materiali inquinanti pericolosi.
    Ora spero che gli esponenti dell’associazione politica di centro sinistra Lecce Bene Comune, Gabriele Molendini in primis, a cui si deve l’avvio delle indagini e il tam tam mediatico che ne è scaturito, gli stessi che neanche un paio di mesi fa’ diffondevano con ogni mezzo forme di allarmismo estremo sulla questione e accusavano pubblicamente la Giunta Comunale di aver tenuto nascosti taluni documenti importanti nell’ambito della gestione del pericolo ambientale, si rendano conto del danno inutile che hanno procurato al territorio e all’immagine percepita all’esterno di esso, specie in termini di appetibilità turistica.
    Ho saputo di amici che hanno messo in vendita le proprie residenze (e non solo quelle usate per la villeggiatura estiva), di altri che hanno preferito non frequentare più le spiagge a ridosso del sito di Torre Veneri optando per altre più lontane, situate magari in altri comuni della provincia, di aziende dedite all’accoglienza turistica che si son viste cancellare le prenotazioni e di agricoltori che hanno fortemente rischiato di rimanere fuori dal mercato perché i loro prodotti considerati “a rischio uranio”. Ecco a cosa hanno portato gli esposti in procura, le illazioni, l’allarmismo smisurato e l’accanimento di Lecce Bene Comune e di quei politici locali di centro sinistra vicini a questa associazione. Un enorme danno d’immagine per il territorio ed un forte rischio di paralisi dell’indotto turistico su tutta l’aria leccese che si estende da Frigole a San Cataldo.
    Ora, però, occorre solamente rimboccarsi le maniche per cercare di ricostruire in tempo per la prossima stagione l’immagine deturpata di un’area che giammai avrebbe meritato di essere al centro di una simile campagna denigratoria”.

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