IL “PROFONDO ROSSO” (DEI CONTI) DEL PD

| 4 Gennaio 2015 | 0 Comments

di Roberto De Salvatore______

La democrazia ha i suoi costi. Certamente, ma quando si tratta di fare i conti in tasca ai partiti è cosa ardua. Se si tratta poi di farli nelle tasche di un partito come quello democratico è praticamente impossibile se non ipotizzando, dando letteralmente i numeri. Un tempo c’era il finanziamento pubblico ai partiti che un referendum popolare abolì, rientrando dalla finestra come rimborso elettorale, ma ormai nemmeno questo sembra efficace nell’ammortizzare le spese pazze, di convention, pranzi e cene fra i mandarini di partito, i costi delle sedi, gli stipendi ad una plétora di impiegati e funzionari (è bene dire non sempre pagati se non sulla carta). Nel 2013 venne a galla un buco nei bilanci del PD di 200 milioni di euro (non sappiamo nel mese di gennaio 2015 a quanto il debito sia arrivato con la capitalizzazione degli interessi), nascosto dalla componente ex DS del partito democratico, debiti contratti con banche italiane (non il Monte dei Paschi di Siena). Il tesoriere del PD Ugo Sposetti, per nulla turbato ebbe a rispondere “E che problema c’è? Pagherà lo stato”. Pagherà Pantalone naturalmente, cioè gli Italiani.

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La situazione non è migliore a livello locale. Sono anni che il Pd salentino (nella foto, la sede leccese) è alle prese con il “profondo rosso” accumulato per campagne elettorali, eventi, manifestazioni e quant’ altro. I creditori bussano ripetutamente alla porta, per un caso è arrivato anche l’ ufficiale giudiziario, La “gioiosa macchina da guerra” non è stata rottamata, e continua a produrre buchi di bilancio, che è sempre più difficile colmare, pur con gli agganci e le assicurazioni e riassicurazioni che il partito mantiene saldamente. Ma la situazione è stata protratta così a lungo, anche per polemiche politiche interne, usata cioè quale mezzo per dissidi intestini, che oggi appare difficilmente sanabile.

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Il nostro Paese non è come altri  dove la politica deve rendicontare fino all’ultimo centesimo secondo un’etica del dovere calvinista a noi italiani sconosciuta, perché proveniamo da una cultura dedita all’interesse del proprio orticello, e non considerando minimamente cosa attinente la morale l’occuparsi del bene comune. Hanno sempre pagato gli Italiani a pensarci bene i costi della politica, se si considera che non è mai stata abolita una voce, parte integrante delle accise sui carburanti, come quella della guerra di Etiopia del 1935-6. Ma ritornando nello specifico alle disavventure debitorie del PD, adesso chi pagherà i debiti di questo partito imperando la spending review, che si inventeranno ora i tecnici-burocrati dei democratici non solo per ripianare i debiti (pura utopia) ma per garantire il funzionamento di sedi e personale? No, perché ora non c’è più Mario Monti al governo che inventò il sistema per salvare la più grande delle banche rosse il monte Paschi di Siena, a spese naturalmente degli italiani, dal baratro in cui l’avevano precipitata operazioni allucinanti con i famosi titoli tossici? Ci sarà ancora una volta Pantalone a coprire? Non possiamo saperlo a meno che il povero Pantalone non se lo sia venduto all’asta Equitalia, proprio è difficile comprendere i passi a venire del PD (il più amato dagli italiani?).

Intanto ci sono tante sedi operative delle forze dell’ordine in Italia, garanti della nostra sicurezza, che chiudono o cominciano a ricevere intimazioni di sfratto, perché lo stato ha da pensare ai costi della democrazia, e il nostro presidente del consiglio raccomanda agli italiani “Cercate di non ammalarvi, perché non ci sono più soldi!”. Ma ditemi voi!!!

 

 

Category: Costume e società

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