LA TRAGEDIA DELLA “NORMAN ATLANTIC” / IMMAGINI ALLEGORICHE E IMMAGINI VERGOGNOSE
(g.p.)______Che cosa resterà di quest’altro disastro nella nostra memoria?
Non lo so, magari presto dimenticheremo tutto e della “Norman Atlantic” non resterà traccia, in quello che chiamiamo l’immaginario collettivo, nonostante le dirette video e la enorme quantità di immagini, foto, video e testimonianze di ogni genere che da trentasei ore si riversano nelle nostre teste di abitanti del villaggio globale.
(NEL NOSTRO ARTICOLO “TRAGHETTO IN FIAMME”, QUI SOTTO SULLA HOME PAGE TROVERETE TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE, n.d.r. )
So che cosa ha lasciato nei miei pensieri.
Mi fa piacere condividerli, comparandoli con i vostri, in breve, dal momento che sono pochi.
Io ho pensato alle vittime greche, affondate e annegate proprio mentre la Grecia viveva le ore più buie a livello istituzionale, con un parlamento che non è riuscito ad eleggere il presidente della repubblica e che è stato sciolto, per nuove, le ennesime, elezioni generali.
Un Paese che è affondato e annegato, sotto i colpi della Troika finanziaria, per opera e per mano della Comunità europea, che si dibatte con l’acqua alla gola tutto intero, in situazioni disperatissime.
Ho pensato a un documentario, visto di recente, in una serata culturale, e di cui ognuno può agevolmente trovare traccia subito, digitandone il titolo su “Google”: “Il più grande successo dell’euro”, si intitola, con una amara citazione di una infelice, anzi tragica definizione data alla Grecia dal nostro ex presidente del consiglio Mario Monti, di quella troika e di quella sedicente “comunità” servo consapevole, allo stesso modo in cui quello attuale ne è la versione sciocca.
Gli avvenimenti non accadono mai per caso, e le immagini hanno sempre un significato allegorico.
Poi, e concludo, ho provato vergogna, da professionista dell’informazione, per i miei colleghi stile le iene, anzi, gli sciacalli, che hanno fatto mercimonio del dolore e spettacolo pubblico del dramma privato.
Senza ritegno, in nome di un’ informazione che non conosce più pudore di sorta, nello squallore in cui le logiche del profitto l’hanno ridotta, sollecitando gli istinti più bassi e meschini, pur di fare audience, sono andati negli ospedali a intervistare i feriti devastati e davanti le ambulanze per riprendere i naufraghi stremati.
Poi dice che al peggio non c’è mai fine. Neanche Barbara D’Urso – fortunatamente in vacanza, di cui si apprezza ogni giorno la durata – era mai arrivata a tanto.
Category: Cronaca