SULLA RECENTE DEPENALIZZAZIONE DEL MALTRATTAMENTO DI ANIMALI, L’ASSESSORE ANDREA GUIDO
In merito al Decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014, varato in Consiglio dei Ministri lo scorso 3 dicembre, che depenalizza i cosiddetti reati minori, ovvero quelli che prevedono una pena detentiva non superiore ai 5 anni o una pena pecuniaria, e che spaziano dalla truffa, all’istigazione a delinquere, l’evasione, l’omicidio colposo, il furto, la malversazione ai danni dello Stato fino al maltrattamento di animali, riceviamo e volentieri pubblichiamo______
“Daremo battaglia contro questa vergogna. Non si riduce il carico giudiziario a scapito dei più deboli tra i deboli: gli animali. Il decreto legislativo sulla non punibilità è una resa dello Stato di fronte a crimini niente affatto minori. La nuova normativa, di fatto, svuota, togliendo ogni efficacia all’azione penale, tutte le norme che sanzionano l’uccisione e il maltrattamento di animali. Il governo Renzi, in pratica, dichiarandolo un reato minore, promuoverà giocoforza la depenalizzazione del reato di maltrattamento contro gli animali. Questo vuole dire che nessun aguzzino di animali finirà più in carcere. Noi non ci stiamo.
La depenalizzazione voluta da Renzi e dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando intende evitare “l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria” e fin qui siamo d’accordo. E’ previsto però dal decreto che, se i reati per cui si procede sono puniti con la reclusione fino a cinque anni, e se l’offesa “è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale”, il processo potrà chiudersi con l’archiviazione o con la sentenza di assoluzione. Lo schema approvato, infatti, prevede che, prima di avviare l’archiviazione, il PM senta indagato e parte lesa. È evidente che, al contrario delle vittime delle altre condotte interessate, gli animali non possono contestare la ritenuta tenuità del fatto, creando una situazione di sistematico sbilanciamento del giudizio in favore dell’indagato. Rischiamo, come segnalano da giorni cittadini e associazioni, uno svuotamento della legge 198/2004, che mi auguro non sia certo nelle intenzioni o tra gli obiettivi della legge delega cui si vuole dare attuazione. Perché se così fosse sarebbe una vicenda davvero triste nonché una caduta di stile gravissima da parte di un governo guidato da un premier che, vista la giovane età, sarebbe dovuto essere più sensibile di altri vecchi politici a determinati argomenti.
Con questa mossa del governo la funzione della 189/2014, ciò che ha rappresentato e che rappresenta, va a farsi benedire. Con un colpo di spugna Renzi e Orlando rischiano di cancellare in un attimo dieci anni di norme penali su maltrattamenti e uccisione di animali, anni di battaglie e di impegno sociale e politico da parte di cittadini ed associazioni che hanno a cuore la dignità degli animali. Questo governo sta rischiando di riportare indietro il paese e, soprattutto, di vanificare tutti gli sforzi resi. Con un Presidente del Consiglio così giovane e apparentemente dinamico mai e poi mai mi sarei aspettata una disattenzione del genere. Pensavo fosse scontata una certa coscienza animalista da parte della nuova classe politica nazionale, ma mi devo ricredere.
Chiediamo al ministro Orlando di modificare lo schema di decreto sulla non punibilità per tenuità del reato, salvaguardando la funzione deterrente dei reati di maltrattamento degli animali introdotti con la legge 198/2004. Nella sua versione attuale, il testo ha quasi l’effetto di abrogare, di fatto, una legge che è invece il simbolo della trasformazione culturale e dell’evoluzione del nostro ordinamento”.
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