IL LECCE IN PIENA CRISI, ARRIVA LA TERZA SCONFITTA DI FILA / INUTILE RECRIMINARE SULL’ ARBITRO, TROPPO MODESTI GLI AVVERSARI PER TORNARSENE A MANI VUOTE / SULLA PANCHINA DI LERDA SOFFIA FORTE IL VENTO GELIDO DELL’ ESONERO

| 21 Dicembre 2014 | 0 Comments

di Laura Ricci______

All’ora del pranzo della domenica, in questo campionato “spezzatino” servito nell’inferno della serie C, nell’ultima gara del 2014, arriva per il Lecce la terza sconfitta di fila. Due rigori contro, discutibili quanto si vuole, e forse ingiusti, comunque pesanti, decidono in maniera negativa questa sfida contro un avversario assolutamente modesto, al termine di una partita però di nuovo giocata senza qualità. Sulla panchina di Franco Lerda soffiano gelidi i venti della crisi.

I tabellini

Lecce con un inedito 4-3-1-2: Caglioni; Donida, Martinez, Abruzzese, Lopez; Sacilotto, Gomes, Papini; Bogliacino; Miccoli, Della Rocca.

Ischia col 3-5-2: Giordano; Empereur, Sirignano, Impagliazzo; De Agostini, Gerevini, Iannascoli, Di Cesare, Finizio; Schetter, Ciotola.

Arbitro: Paolini di Ascoli Piceno.

Gol: 4’ Bogliacino; 33’ e 52’ Ciotola entrambi su rigore.

La cronaca

Condizioni atmosferiche gradevoli, su uno stadio “sgarrupato”, anzi, più che altro un campo di gioco, con una specie di pista di atletica intorno, con alberi vicino, senza curve, nello spazio ricavato fra le colline e le case dell’”isola verde” a ridosso.

Sulle tribunette opposte a quella centrale, una quarantina di tifosi giallorossi in disagevole trasferta, e, come dice uno striscione, “Fasano c’è”.

Non c’è invece, come annunciato, bomber Moscardelli. Ma mister Lerda ritrova e schiera fin dall’inizio sia capitan Miccoli, sia Bogliacino.

Pronti, via, nemmeno il tempo della fase di studio e al primo affondo il Lecce passa, con un’azione tutta di prima, a palla alta, finalizzata in gol da Bogliacino, smarcato davanti al portiere, con un sinistro al volo che si insacca prepotente.

Ci si aspettava la reazione della formazione di casa, che non arriva, anzi, non succede niente fino al 25’, quando Caglioni blocca un tiro da fuori area, non certo irresistibile, però diventato pericoloso perché inevitabilmente visto all’ultimo momento sbucare fra un mucchio di gambe.

Tutto qui. Un errore da polli in un disimpegno difensivo dell’Ischia innesca, intorno alla mezz’ora, la fase migliore del Lecce, in cui la differenza di classe appare evidente: squadra di casa schiacciata, ospiti avanti pericolosamente, ma dura troppo poco, solamente alcuni minuti e il raddoppio non arriva, neppure dopo tre calci d’angolo consecutivi.

Arriva invece subito dopo il pareggio dell’Ischia, trovato al 33’su di un traversone senza pretese, prolungato fino al limite esterno dell’area giallorossa, dove, pochi centimetri dentro, il pallone intercetta un braccio di Lopez, vicinissimo, composto, per coprire un avversario, al prolungamento dell’azione. L’assistente alza la bandierina, il direttore di gara decreta il penalty, che Ciotola esegue in maniera perfetta, con un bolide all’incrocio dei pali.

Contraccolpo inevitabile sulle due formazioni: demotivato il Lecce, quasi incredula l’ Ischia, così non succede niente fino all’intervallo.

Le squadre tornano in campo sulla falsariga del finale del primo tempo. Ma il caso è in agguato e un altro episodio pesante condanna il Lecce. E’ il 52’ quando Ciotola, ancora lui, l’unico elemento di un certo rilievo degli avversari, da buon fantasista si inventa un’azione sulla sinistra dell’area e, soprattutto, un cross teso, che colpisce un braccio di Gomes in maniera netta, anche se di nuovo compostamente attaccato al corpo. Malgrado le proteste inutili quanto reiterate, è di nuovo rigore, e di nuovo esecuzione perfetta di Ciotola, questa volta con un rasoterra a fil di palo, portiere da una parte e pallone dall’altra.

Si mette male per i giallorossi. Prima che sia troppo tardi, Lerda tenta qualcosa: inserisce prima Lepore, poi anche Doumbia, levando Bogliacino e cambiando in corso d’opera il modulo nel suo solito 4-3-3, col tridente d’ attacco Doumbia, Miccoli, Della Rocca. Ma il Lecce non c’è. Unica nota apprezzabile un gran tiro da fuori deviato in angolo da Giordano.

Cresce la tensione in campo, ogni occasione è buona oramai per falli non solo di gioco, scorrettezze varie ed assortite, proteste e faccia a faccia al limite della rissa.

I minuti passano così di fretta senza che i giallorossi riescano a trovare il pareggio, anzi, l’unica occasione evidente, su un’azione estemporanea è dell’ Ischia, ma Caglioni ci mette una mano, e la traversa fa il resto.

I padroni di casa si sono preparati da tempo alla strenua difesa, rinunciataria e nervosa, del vantaggio, con due cambi opportuni. Arroccati nella loro metà campo, la buttano sull’agonismo esasperato, e sul nervosismo tattico, ma sono attenti e vigili, alla conquista di una vittoria storica, oltre che utilissima per la loro classifica deficitaria. La superiorità del Lecce rimane teorica, il possesso – palla sterile.

Va avanti così pure nei minuti di recupero.

Migliore in campo: unico talentuoso, Ciotola tiene in piedi la sua squadra e dimostra precisione e lucidità perette nell’ esecuzione dei rigori

Da ricordare: al 4’ il gran tiro al volo di Bogliacino dell’effimero ed illusorio vantaggio leccese.

Da dimenticare: all’ 80’ il liscio da paperissima di Finizio su di un pallone invece facilmente addomesticabile.

L’arbitro: direzione negativa, condizionata pesantemente da decisioni sempre a senso unico per i padroni di casa, specialmente sui due episodi valutati da rigore con troppa disinvoltura.

Il giudizio

Ma è inutile recriminare sugli episodi contrari, arrampicandosi sugli specchi impossibili dei luoghi comuni del “ci poteva stare” e del “non ci poteva stare”; dalla tomba arriva ancora chiarissima l’eco della sentenza della buonanima di Boskov: “è rigore quando arbitro fischia”.

Troppo modesti gli avversari, votati solamente alla confusione e al nervosismo, per tornarsene a mani vuote.

Appare comunque imperdonabile l’essersi fatti trascinare sui questi livelli, con tutte le possibilità e pure il tempo necessario a disposizione per rimediare.

Quello che fa innervosire ancora di più, però, è constatare come calciatori di categoria superiore, molti dei quali con un passato importante, di cui abbonda la rosa del Lecce, non riescano ad affermare in campo, a concretizzare nella manovra, le loro qualità che rimangono così del tutto teoriche.

Butta male il Natale del Lecce, si annunciano giorni agitati nient’affatto festivi.

 

 

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Category: Sport

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